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Pettegolezzi di pianerottolo: fazioni e schieramenti

Voi vi chiederete perché parlo di queste cose, vale a dire dei pettegolezzi, quelli che in qualche misura, finiscono per avvelenare qualsiasi ambiente chiuso, come i luoghi di lavoro, i condomini e qualsiasi altro contesto sociale, reale e/o virtuale, dove le persone devono interagire, magari conoscendosi poco e frequentemente motivate da opportunità, convenienza e/o semplici giochi di potere. Confesso che fin dalla più tenera età, sono stata sempre completamente aliena ai pettegolezzi da pianerottolo, non tanto per immunità acquisita, quanto per resistenza genetica: tutti divisi e schierati per le diverse fazioni ed io che invece passavo la maggior parte del mio tempo sui libri e (lo confesso) consideravo stupide le persone che praticano abitualmente pettegolezzo e maldicenza, sollevando polveroni da granelli di sabbia, come se non avessero proprio niente altro di più serio ed importante cui dedicare il tempo della propria vita.

In adolescenza poi, varcate le colonne d'Ercole del pensiero astratto, dedicavo la quasi totalità del mio spazio mentale a riflessioni più o meno contemplative, con spiccata tendenza a gravitare intorno ai massimi sistemi. Eh sì: oggi posso permettermi di sorridere un po' di questa mia beata ingenuità infantile ed adolescenziale. Nel corso della vita, sempre vagando tra versi e meditazioni profonde, ho dovuto rendermi conto che chi pratica il pettegolezzo e la maldicenza lo fa con scopi precisi e concreti, magari non sempre del tutto consapevoli, ma talvolta con impatti reali e spiacevoli per i malcapitati oggetti delle succose conversazioni sociali. Il pettegolezzo vuole solleticare l'altrui curiosità, entra in risonanza con le piccole rabbie, frustrazioni ed invidie di altre persone, crea un clima di confidenzialità, complicità ed alleanza, sicché "scava il terreno sotto i piedi" per così dire alla persona oggetto di maldicenza, che rischia quindi di precipitare al primo passo, che muove in quel contesto. Il risultato in diversi casi è il contagio di conflittualità e malanimo nell'ambiente contaminato, con la creazione di agguerrite fazioni e schieramenti che tirano per i capelli anche chi ne farebbe a meno.

Ignorare la cosa, come d'abitudine (con una punta di innegabile snobismo) non sempre è una scelta vincente nell'immediato, perché chi pratica la maldicenza non è una persona corretta e la sua narrazione è di norma manipolata e tendenziosa a proprio vantaggio, sicché non entrare nel merito significa non soltanto, conservare la propria statura, evitando di entrare in una logica di grettezza vendicativa, ma significa anche permettere che l'unica fonte pubblica di informazioni resti quella del maldicente. Conservare la propria statura, tuttavia, ripaga nel tempo: col tempo ciascuno ha modo di esprimere se stesso, col tempo ciascuno viene considerato per ciò che è, in base alle sue capacità ed ai suoi comportamenti. Voi cosa ne pensate?

Commenti

  1. La tendenza dell'uomo è di affermare la propria persona. Nella mediocrità è difficile, allora si ricorre al pettegolezzo,
    alla menzogna e alla calunnia. In tutte le forme di aggregazioni sociali accade questo fenomeno. Tu non partecipi, io nemmeno.

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    1. Assolutamente vero, Gus: è certamente più laborioso e difficile dimostrare il proprio valore in maniera costruttiva, raggiungendo effettivamente obiettivi utili e positivi per sé ed altri, mentre parlare male di qualcuno per sentirsene al di sopra non costa nulla, per quello bastano anche persone piccole piccole. Buon lunedì.

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  2. Si vabbè ma poi come è finita col vicino che mette il suo sacchetto del biologico nel tuo secchietto della raccolta differenziata? ;)

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    1. Per l'amor di Dio! Non parliamo di vicinato :-D ahahahah vabbè, si va avanti Franco e nel vicinato ci sono anche ottime persone (per fortuna). Buon lunedì.

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  3. Scusami Sfinge ma ieri ti avevo lasciato un commento, a meno che abbia cliccato involontariamente qualcos'altro, ho I.pad che mi gioca brutti scherzi.
    Ti dicevo che questo è un argomento che ho trattato sovente nei post del mio blog.
    Il pettegolezzo, la calunnia, la maldicenza, lo sparlare degli altri è generalmente di chi si sente in qualche modo inferiore, di chi vuole attirare l'attenzione su di sé, di chi non ha molto che lo soddisfi nella vita, di chi vede sempre il bicchiere mezzo vuoto e nemici a ogni angolo. Insomma, coloro che si prodigano in queste "basse" attività sono persone che mi fanno tristezza, una sorta di pena, nonostante riconosca che possono essere davvero pericolose oltre che per sé stesse anche per coloro chi mirano a distruggere con la maldicenza e il pettegolezzo. Buona continuazione di giornata.
    sinforosa
    p.s. dove hai il box dei follower? Vorrei non perderti.

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    1. Ciao Sinforosa: sono contenta di sentirti! Credo che tu abbia omesso l'invio del commento di ieri, perché questo è il primo che leggo: poco male, abbiamo rimediato. Neanche io vorrei perderti: sei una vecchia amica ed una brava persona. A volte capita che per discrezione o dubbio uno si ritiri silenziosamente in buon ordine, ma... grazie di essere qui. Il mio box follower è nella barra laterale a sinistra, cliccando sull'icona a righe accanto al titolo del blog, ma temo che dall'I.pod sia difficile :-D conviene farlo direttamente dall'account blogger. Vedi tu. Buona serata anche a te.

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  4. Mia cara, è da qualche post che io parlo di questa "mania" che ammorba il genere umano, prendendo come esempio persone appartenenti al mondo artistico, ma mettendo anche dentro tutta la nostra umanità.
    Sembra quasi doveroso spettegolare degli altri, spesso con conclusioni anche tragiche...
    Cosa posso aggiungere di più
    Condivido in pieno, cerchiamo di avere più rispetto per noi stessi, prima di accanirci verso gli altri,possibile? certo che si..difficile? Non solo..difficilissimo...
    Un abbraccio forte

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    1. Infatti Nella: il rispetto per se stessi, come tu dici, credo sia la chiave di lettura giusta. Chi crede in se stesso può mettere alla prova le proprie capacità, dandosi degli obiettivi ed in breve dimostrando a sé e ad altri, il proprio valore in modo costruttivo. Viceversa, chi non crede nelle proprie capacità, ma desidera comunque sentirsi migliore in qualche modo, può usare la scorciatoia di giudicare e condannare altri, ponendosi, nel far questo, in una posizione di supposta superiorità, che benché possa non risultare reale, può diventarlo socialmente quando il soggetto in questione riesce a colludere con altre persone. La considerazione sociale, la convalida e viceversa l'emarginazione, sono realtà. Il discorso delle persone famose, i vip, è sotto alcuni aspetti differente. Chiunque si trovi su un pulpito (grande visibilità e spazio nei media) è costantemente monitorato dal pubblico. Se inciampi sul pulpito la cosa non sfugge a nessuno, se inciampi sulla soglia in mezzo al fiume di folla, è difficile che qualcuno ti veda. La persona famosa ha messo nel conto che si parli e non necessariamente bene, di sé e di solito lo accetta di buon grado, perché, comunque vada è pubblicità gratuita. Certo ci sono limiti che non andrebbero superati, ma... non sempre si controlla il gioco. Grazie del tuo contributo Nella, sempre stimolante. Buona serata.

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  5. Meno si ha da dire e più si tende a spettegolare. Negli ultimi tempi mi sono fischiate le orecchie, anche per via di blog. Risultato? Ho segato certe realtà!

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    1. Credo che tu abbia fatto la scelta giusta: sei molto ponderato in queste cose. A me qualche volta succede di voler essere leale e corretta e perciò di cercare un chiarimento, ma, si sa, nessuna buona azione può restare impunita! :-D è sempre meglio potare certi rami, come tu dici, lasciando che l'unico rumore sia solo quello della loro caduta. Grazie Ferruccio, buon pomeriggio.

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  6. Eccomi qui.
    Innanzitutto ti rinnovo il ringraziamento per la tua graditissima visita.
    Ho scritto anch'io diverse volte di pettegolezzi.
    Purtroppo li detesto in una maniera smisurata, così come avviene con i pregiudizi di ogni genere.
    Purtroppo, però, mi é capitato spesso di esserne vittima, anche nella sfera virtuale, quindi ho smesso di ignorare, ed ho cominciato a difendermi, senza mezze misure, correndo il rischio di apparire anche odiosa o snob.
    Il proverbio recita "chi mi ama mi segua".
    Beh, posso dirti che sola non sono mai rimasta.. 😉
    Per fortuna, s'intende.
    Buona serata.
    A presto.

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    1. Ma grazie Claudia! Anche del consiglio ;-) Credo che almeno qualche volta possa capitare a tutti, ma certo bisogna difendersi: io lo faccio di solito prendendo le distanze, perché le guerre mi stressano e mi va di stare tranquilla. Un abbraccio serale.

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