Memoria di lavoro: ringiovanisce con l'elettrostimolazione
Un team di studiosi dell'Università di Boston ha trovato un sistema di elettrostimolazione cerebrale, grazie al quale la performance, specificamente la memoria di lavoro, di soggetti di età compresa tra i 60 ed i 70 anni ringiovanisce fino ad essere indistinguibile da quella dei ventenni. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista "Nature Neuroscience". Anche se può apparire un po' inquietante pensare ad una scienza capace di manipolare le attività cerebrali, in realtà tali manipolazioni vengono agite abbondantemente attraverso una grande varietà di psicofarmaci, usati per la cura di diversi disturbi mentali. L'elettrostimolazione in sé, come molte altre cose, non è buona o cattiva, mentre può essere buono o cattivo l'uso che ne viene fatto.
Lo studio, come si diceva, è stato centrato sulla cosiddetta memoria di lavoro: si tratta di quella parte del processo mnesico, che ci consente di immagazzinare e collegare temporaneamente le percezioni, in modo da renderle utilizzabili nell'immediato e nel breve termine durante le nostre attività. La sperimentazione evidentemente si proponeva di testare un metodo utile a prevenire o curare il deterioramento cognitivo legato all'età: inizialmente due gruppi di persone, uno di giovani e l'altro di anziani, sono stati valutati in un test di memoria visiva.
Dopo avere osservato una prima serie di immagini, veniva richiesto ai soggetti di individuare le eventuali variazioni presenti in una seconda serie di immagini simili. In condizioni basali il gruppo dei giovani risultava molto più preciso ed accurato nella individuazione delle differenze. Dopo questa prima fase al gruppo di anziani è stata somministrata con elettrodi applicati sul cuoio capelluto, per la durata di 25 minuti una lieve stimolazione elettrica cerebrale in seguito alla quale, al test di verifica, risultava praticamente azzerata la differenza tra la performance dei giovani e quella degli anziani.
Secondo il principale autore dello studio, R. Reinhart, questo effetto dipende dalla possibilità si ristabilire risonanze ed armonie nell'attività elettrica cerebrale, che tenderebbero a desincronizzarsi e sgretolarsi con l'avanzare dell'età. Ipotesi senza dubbio affascinante, ma certamente da verificare. L'effetto di armonizzazione delle onde cerebrali e a sua ricaduta positiva sulle capacità cognitive nella sperimentazione di Reinhart, risulta essersi protratta per 50-55 minuti dopo la somministrazione della blanda stimolazione elettrica ed è stata trovata efficace anche in soggetti non anziani in diverse fasce d'età.
Migliorare le proprie capacità cognitive e di apprendimento, diventare cioè più intelligenti ed ampliare con facilità le proprie conoscenze è una delle intramontabili ambizioni dell'umanità, così come lo è fermare o quanto meno rallentare, l'invecchiamento, in un sogno di giovinezza eterna simile a quella delle divinità dell'Olimpo nella cultura classica. Sono stati sicuramente realizzati progressi in molte direzioni, ma la mente rimane ancora oggi di una complessità appena sfiorata dalla scienza.
C'è tanto bisogno di scienziati in grado di far funzionare i cervelli di questa umanità sconsolata.
RispondiEliminaQuesto è vero Gus, a me piacerebbe essere come in Matrix: attaccarmi uno spinotto e sapere a memoria in pochi minuti tutto il trattato di patologia medica aggiornato al 2019 :-D ma devo confessarti che l'idea di una umanità dotata di cuffie di potenziamento cerebrale, un po' mi inquieta e mi sconcerta. La sperimentazione è interessante ed affascinante l'immagine della sinfonia di onde, ma... per fortuna la mia è fantascienza.
EliminaSono sempre stata a favore della scienza e della ricerca, ma stavolta mi pare che stiamo esagerando.
RispondiEliminaLasciamo all'uomo il diritto di invecchiare come natura comanda, tornando in fondo un po' bambino.
A cosa serve essere inteligentissimi ed elastici mentalmente se poi si vive in un corpo che mette le catene? O vogliamo spendere anche fior di soldini in chirurgia estetica?
Non saprei Claudia, in natura noi non saremmo così longevi come riusciamo ad essere oggi ed in fondo non è che la cosa ci dispiaccia. Conservare la lucidità mentale sarebbe un vantaggio, ma non sono sicura che sia così semplice. Grazie del tuo pensiero. Serena notte.
EliminaTra qualche mese potrò partecipare di diritto all'esperimento... ;)
RispondiEliminaAuguri per il tuo prossimo compleanno! Grazie Franco, buongiorno.
EliminaLa mente umana è complessa, comunque la scienza fa passi da gigante.
RispondiEliminaSereno giorno.
Si, ma non so se sarebbe proprio un vantaggio raggiungerne la completa conoscenza e controllo. Per fortuna non è possibile!
EliminaPer me la felicità e l'infelicità dipendono dal cervello. Per questo conoscerlo bene
RispondiEliminapotrebbe migliorare la vita di molte persone, i depressi, i nevrotici, gli esaltati, chi non
riesce a gestire le proprie azioni e compie delitti.
Non sappiamo veramente cosa sia la felicità Gus, alcune persone la cercano nel denaro, nel potere, nelle droghe... ma nella maggior parte dei casi, così facendo, innescano percorsi autodistruttivi. La persona umana contiene in sé alcuni conflitti e contraddizioni irrisolvibili. Accettarsi con i propri limiti ed i propri malesseri, potrebbe non essere sbagliato: dopo essersi accettati poi bisogna imparare a gestirsi. Magari non è proprio la felicità, magari richiede un po' di lavoro, ma potrebbe funzionare meglio della pastiglia o dell'onda elettrica miracolosa ;-)
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