La pizza napoletana: patrimonio dell'umanità
La cucina ed i piatti tradizionali rappresentano un pezzetto di cultura: sono un pezzetto di quella storia che raramente viene scritta, ma è parte del costume, del modo di pensare e vivere quotidiano della maggior parte delle persone.
I prodotti alimentari tipici e la cucina del made in Italy d'altra parte non soltanto sono il fiore all'occhiello ed il simbolo della superiore qualità dei prodotti nostrani, ma costituiscono anche un considerevole volume d'affari certamente significativo per la nostra economia.
Voi mi direte che ci ricordiamo della cultura solo quando essa diventa monetizzabile ed anche questo è vero, ma in tempi di crisi questo è un aspetto che aggiunge piuttosto che togliere valore.
Tra i prodotti italiani più famosi nel mondo si annoverano di sicuro gli spaghetti e la pizza: proprio per quest'ultima oggi la Coldiretti ha organizzato una giornata di mobilitazione in coincidenza con la riunione dell'Unesco a Roma dove si dovrebbe sancire l'inserimento dell'arte dei pizzaioli napoletani nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità.
Certo ci vuol un certo coraggio a considerare la pizza "immateriale" però l'arte di preparare la pizza è certo qualcosa di immateriale, ancorché passi per le mani del pizzaiolo: insomma nel settore, secondo Coldiretti, ci sarebbero addirittura 6.000 posti di lavoro vacanti, grazie alla grande richiesta e consumo del prodotto. Una buona notizia per i giovani che sono in cerca di occupazione, ma anche qui, per quello che riguarda i consumi abbiamo alcune piccole sorprese: il maggiore consumo di pizza viene registrato negli Stati Uniti con una media di 13 kg a testa ogni anno, mentre gli italiani si limitano a 7,6 kg all'anno. I lavoratori fissi del settore in Italia sono circa 100.000 mentre altri 50.000 si aggiungono nei week end, tra questi lavoratori 20.000 sono egiziani e 10.000 marocchini e 65.000 italiani.Il volume d'affari a livello nazionale ha raggiunto i 10 miliardi di euro... un patrimonio dunque che certamente merita di essere tutelato ed anche, se i dati Coldiretti sono attendibili, un'ottima opportunità di occupazione per i giovani.
I prodotti alimentari tipici e la cucina del made in Italy d'altra parte non soltanto sono il fiore all'occhiello ed il simbolo della superiore qualità dei prodotti nostrani, ma costituiscono anche un considerevole volume d'affari certamente significativo per la nostra economia.
Voi mi direte che ci ricordiamo della cultura solo quando essa diventa monetizzabile ed anche questo è vero, ma in tempi di crisi questo è un aspetto che aggiunge piuttosto che togliere valore.
Tra i prodotti italiani più famosi nel mondo si annoverano di sicuro gli spaghetti e la pizza: proprio per quest'ultima oggi la Coldiretti ha organizzato una giornata di mobilitazione in coincidenza con la riunione dell'Unesco a Roma dove si dovrebbe sancire l'inserimento dell'arte dei pizzaioli napoletani nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità.
Certo ci vuol un certo coraggio a considerare la pizza "immateriale" però l'arte di preparare la pizza è certo qualcosa di immateriale, ancorché passi per le mani del pizzaiolo: insomma nel settore, secondo Coldiretti, ci sarebbero addirittura 6.000 posti di lavoro vacanti, grazie alla grande richiesta e consumo del prodotto. Una buona notizia per i giovani che sono in cerca di occupazione, ma anche qui, per quello che riguarda i consumi abbiamo alcune piccole sorprese: il maggiore consumo di pizza viene registrato negli Stati Uniti con una media di 13 kg a testa ogni anno, mentre gli italiani si limitano a 7,6 kg all'anno. I lavoratori fissi del settore in Italia sono circa 100.000 mentre altri 50.000 si aggiungono nei week end, tra questi lavoratori 20.000 sono egiziani e 10.000 marocchini e 65.000 italiani.Il volume d'affari a livello nazionale ha raggiunto i 10 miliardi di euro... un patrimonio dunque che certamente merita di essere tutelato ed anche, se i dati Coldiretti sono attendibili, un'ottima opportunità di occupazione per i giovani.
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