Il decreto anticorruzione in Senato
La corruzione ormai è diventata argomento di primaria rilevanza nella vita sociale e politica del paese: quel che si vorrebbe (ed anche dovrebbe in funzione dell'immagine dell'Italia sul piano internazionale) è di chiudere il capitolo di quella politica che ha strizzato l'occhio all'Italia dei furbetti, dei traffichini e degli evasori, ripristinando alcuni principi di correttezza etica nell'amministrazione della cosa pubblica.
Naturalmente non tutte le forze politiche sono d'accordo: fermo restando il fatto che la corruzione è un cancro (unico nel suo genere altamente contagioso) che coinvolge trasversalmente tutti i partiti al governo, rimane il fatto che per alcuni è una malattia da combattere con ogni mezzo, mentre per altri una prassi tollerabile.
Si tratta di due posizioni che oggettivamente fanno una differenza e mi spiego: altro è se ad un genitore esasperato scappa uno scappellotto al piccolo (chi è senza peccato scagli la prima pietra) altro è se un genitore usa picchiare il figlio come sistema educativo. Allo stesso modo altro è se nelle file di un partito capita il disonesto, che, quando individuato, viene prontamente isolato ed escluso, altro è se un partito tende per principio all'approssimazione etica (diciamo così) considerando la posizione di ricchezza e potere, l'unico valore che meriti di essere rispettato.
In Italia si vedono cose veramente surreali: di pochi giorni fa la notizia della condanna di un anziano malato di Alzheimer che sembra avesse intascato una salsiccia al supermercato nel 2010.
Era un furto, certo, ma la persona poteva non essere in grado di intendere e di volere per la sua malattia, la refurtiva era di valore irrisorio ed infine, trattandosi di un anziano non del tutto autosufficiente, la persona poteva trovarsi in situazione di bisogno: una giustizia inflessibile... contro chi è debole! Come se la colpa fosse la debolezza piuttosto che il furto...
I grandi evasori difficilmente si fanno un giorno di carcere, ma vediamo ora chi vuole il ddl corruzione e chi no, insomma quale è il pomo della discordia: il Nuovo Centro Destra (NCD) guidato da Alfano, ieri si è astenuto sull'allungamento dei tempi di prescrizione e Nunzia De Girolamo promette battaglia, Forza Italia questa mattina ha presentato le sue pregiudiziali di costituzionalità, che però sono state bocciate a maggioranza, per alzata di mano.
Il Presidente del Senato, Pietro Grasso (PD) sembra invece voglia piuttosto accelerare sui tempi di approvazione del ddl e Roberto Fico (M5s) dice che anche i cinque stelle potrebbero votare questo provvedimento se non sarà snaturato: sono stati presentati infatti oltre 200 emendamenti al testo all'esame del Senato.
Nel complesso la legge comporta un generale inasprimento di pene per i reati di corruzione e peculato ed un incoraggiamento per chi vuole denunciare e collaborare, riconoscendo delle attenuanti in caso di collaborazione con la giustizia.
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