Sarà una pillola a renderci giusti e solidali?
Pensiamo ad una persona tendenzialmente egoista e poco equanime e/o solidale verso il prossimo: in effetti esistono alcuni comportamenti che in tal senso rasentano davvero la patologia. Infatti un eccessivo egoismo ed una completa assenza di empatia e di solidarietà verso gli altri sono caratteristiche di personalità che possono rivelarsi strutture psicopatologiche, quando superino certi limiti, ma d'altro canto anche una eccessiva espansività e generosità (tipica ad esempio delle fasi maniacali di alcune psicosi) sono comportamenti che, portati agli estremi, vanno ritenuti patologici.
L'essere umano nel corso della sua vita insegue di continuo quel punto di equilibrio tra i suoi istinti (quello di sopravvivenza individuale e quello di sopravvivenza della specie, in questo caso) che suggeriscono scelte diverse nelle varie situazioni che la realtà ci presenta.
Di norma il punto di equilibrio non è stabile, ma mobile, come in ogni cosa vivente e quello che viene di volta in volta stabilito da ciascuno è legato alle capacità di analisi e di scelta individuale.
Per queste considerazioni suscita curiosità una ricerca recente pubblicata su Current Biology e ripresa anche dall'Ansa in merito ad un effetto positivo della Dopamina (un mediatore delle sinapsi nervose centrali) sulla capacità di mostrarsi equi e solidali verso il prossimo: insomma una bontà a comando, che potrebbe essere facilmente indotta da un farmaco, specificamente il Tolcapone (un inibitore della catecol-O-metil transferasi) capace di passare la barriera ematoencefalica e quindi di incrementare la quantità di dopamina a livello centrale.
Bene: nella loro sperimentazione gli studiosi hanno rilevato che un gruppo di persone trattate con questo farmaco tende ad essere più equanime e generoso anche nella spartizione di premi in denaro, se coinvolto in attività ludiche nell'ambito di una versione estesa del "dictator game" rispetto ad un altro gruppo di controllo non trattato con lo stesso medicinale, cosa che deporrebbe per un ruolo rilevante della dopamina nel sentimenti pro-sociali.
Voi potreste obiettare che qualsiasi farmaco euforizzante è in grado di produrre lo stesso effetto e probabilmente avete proprio ragione (anche se non abbiamo fatto misurazioni) d'altro canto i farmaci euforizzanti certamente modificano i livelli di alcuni mediatori nel SNC, fra i quali sicuramente la dopamina (che da tempo è uno dei bersagli degli antidepressivi, nel senso che inibirne la ricaptazione migliora il tono dell'umore).
Cosa vuol dire dunque questo?
Praticamente vuol dire che le persone che sperimentano una sensazione di sicurezza e benessere nella propria interiorità sono portate ad essere più equanimi e solidali verso il prossimo, mentre le persone inique, poco empatiche, cattive ed egoiste evidentemente sono quelle che stanno male con se stesse.
In fondo però significa anche un'altra cosa: per quanto intrigante ed accattivante possa essere l'idea di diventare buoni e giusti con una pillola, meglio non farsi illusioni, sarà difficile trovare una pillola che ci esima dalla scelta e dal conflitto di coscienza.
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