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10 miliardi di euro spesi in medicina "difensiva"

Cos'è la medicina difensiva? Parliamo di tutti quegli esami e pratiche mediche richiesti e/o messi in atto soprattutto con una finalità cautelativa di autotutela da parte del sanitario rispetto alla propria responsabilità professionale, piuttosto che per una effettiva protezione del paziente.
Mi spiegherò con un esempio: è girata negli ultimi giorni la notizia che Angelina Jolie si sia fatta asportare le ovaie... sane: ne sono seguite discussioni nel corso delle quali si sono affrontati pareri discordanti. Sembra che l'attrice fosse portatrice di una mutazione che la rendeva predisposta ad ammalarsi di cancro, determinando per lei un rischio maggiore che per altri, solo che.... non era malata in effetti e gli organi asportati erano sani.
Limitarsi ad effettuare controlli abbastanza frequenti così da individuare una eventuale neoplasia sul nascere sotto il profilo logico, sarebbe sembrata una scelta più razionale, meno invasiva e meno dispendiosa, ma se qualsiasi chirurgo si fosse speso con successo in opere di persuasione in tal senso sarebbe stato poi passibile di denuncia all'eventuale insorgere di mutazione neoplastica....
Le prescrizioni e le pratiche che rientrano nella cosiddetta medicina difensiva non necessariamente sono innocue per i pazienti, basti pensare al numero di parti cesarei, specie in alcune regioni italiane: alcune donne chiedono il cesareo per paura di affrontare le doglie del parto e negare il cesareo a chi lo chiede (anche senza specifica indicazione) equivale ad esporsi a denunce in caso di complicazioni del parto con conseguenze sul neonato.
Discorsi analoghi possono essere ripetuti per molti casi in vari settori specialistici e di fatto è stato calcolato dal Ministero della salute che le cosiddette pratiche di medicina difensiva costano ben dieci miliardi di euro l'anno ed incidono sulla spesa sanitaria per il 10,5%.
Il problema non è facilmente risolvibile e per questo è stata istituita dal Ministero una commissione consultiva alla quale viene affidato il compito di cercare soluzioni e strade percorribili che concilino i problemi legati alla diretta responsabilità del medico verso il paziente e l'esigenza di scegliere comunque gli esami ed i trattamenti effettivamente appropriati e necessari.
La spesa difensiva è stata calcolata per i diversi settori e nello specifico incidono sulla spesa: - i ricoveri per il 4,6% - i farmaci per l'1,9% - altre visite per l'1,7% - gli esami strumentali per lo 0,8% e gli esami di laboratorio per lo 0,7%.
Il 77,9% dei medici ha praticato medicina difensiva nel mese precedente l'intervista, ma tra i medici ospedalieri la percentuale, secondo una indagine Agenas del 2014 arriva addirittura al 93% e sembra destinata ad aumentare.
Si discuterà anche di eventuali modifiche della normativa relativa alla responsabilità professionale dei sanitari.

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