La mia terra: poesia del ritorno ...
Tutti noi alla fine siamo almeno un poco contenti del ritorno a casa: ritroviamo gli oggetti familiari, le piccole cose che ci ispirano tenerezza e ci addolciscono lo scorrere quotidiano del tempo.
Ritroviamo il colore del nostro cielo di notte, perché ogni piccolo paese ha il suo colore.
Il cielo di notte è più chiaro al nord e più nero a sud (almeno nel nostro emisfero).
Al mio paese il cielo è nero ed ancora più nero quando l'aria è limpida ed è traforato dalle stelle, come ricami adamantini che sgorgano dall'aria densa con i loro raggi avvolti in piccoli fasci, come da una carezza di velluto.
Vi dedico oggi, nei giorni del ritorno, questi versi scritti per la mia terra:
La mia terra
Terra mia:
rabbia
violenta, urlata,
arrochita
in un gemito afono,
che ancora
sussurra.
Mormorio
sordo richiama
distesi
paesaggi
e profumi di
resine
e foglie
bagnate,
salsedine
aspra
e fragranze di muschi
ed incolti
cespugli di fiori.
Mia terra:
ne rifuggo
ferita.
Una storia
che avvince in un laccio
E delude,
ti scaccia,
ma ne torna
il sapore
ed indugia
lo sguardo
e rapisce
la voglia
e conduce
al ritorno.
Viola scorre d’azzurro venato
sul profilo
dei monti,
digradando
coi raggi annegati
come
incendio
increspato
dall’onda.
Mia terra:
io
mesta sorrido,
da amante
sfinita
e tu sai
che ora più t’appartengo
come ancora
anche tu m’appartieni.
Non credo che serva un commento particolarmente eloquente per questo tuo lavoro...
RispondiEliminaLa terra in cui apparteniamo è un qualcosa di legato alle nostre viscere, e gli splendidi versi che hai scritto rischiano di rovinarsi a contatto con qualunque tentativo di spiegazione...
Un saluto e complimenti!
Fabio.
Grazie Fabio! Sono felice che questa poesia ti piaccia! :)
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