Eutanasia: presentate 65.000 firme per una proposta di legge in Italia.
15/09/2013
Due giorni fa, il 13 settembre, sono state consegnate 65.000 firme alla Camera a supporto della proposta di legge sull'eutanasia.
Si tratta di una iniziativa di cui si è resa promotrice l'associazione Luca Coscioni.
Gli attivisti si sono presentati a Montecitorio con i moduli di adesione firmati a supporto della loro proposta di legge, raccolti in tanti scatoloni e lo hanno fatto attraversando il centro della città: è intuibile che la modalità utilizzata sia stata mirata anche ad ottenere attenzione ed un minimo di risonanza mediatica per riportare in primo piano una tematica così universale e sentita dai familiari di tanti malati terminali.
La notizia è stata riferita infatti lo stesso giorno dal quotidiano Repubblica, ma al momento, con i gravi problemi di paventata crisi di governo, correlati al voto sulla decadenza di Berlusconi, non sembra avere incontrato in tutti i media la risonanza che meriterebbe.
La campagna di informazione e la raccolta di firme sono iniziate nel Marzo scorso e sono tutt'ora in corso.
Il problema della eutanasia nei suoi aspetti etici e giuridici è già stato affrontato altrove in questo blog.
Oggi quindi vorrei solo ricordare che l'eutanasia passiva, come rifiuto dell'accanimento terapeutico, ovvero delle cure che permettono il mantenimento in vita di malati terminali ed in grave sofferenza è già un diritto, garantito dall'art. 32 , 2° comma della Costituzione, che recita testualmente:
"Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana."
Per quanto riguarda invece l'eutanasia attiva, non possiamo ignorare ciò che di fatto avviene oggi in Italia.
In assenza di qualsiasi legge o normativa che regoli il settore, accade che massicce dosi di morfina, come di altri farmaci analgesici e no, vengano lasciati gestire ai familiari del malato: non è difficile intuire che prima o poi lo strazio e la pietà faranno il resto! Ma non è giusto per nessuno che una tale responsabilità venga scaricata nel silenzio e nella totale latitanza sociale ed istituzionale, solo su chi ama, accudisce e si prende cura dell'amato congiunto: per la verità non è eccessivo ritenere che questo sia anzi veramente disumano ....
Due giorni fa, il 13 settembre, sono state consegnate 65.000 firme alla Camera a supporto della proposta di legge sull'eutanasia.
Si tratta di una iniziativa di cui si è resa promotrice l'associazione Luca Coscioni.
Gli attivisti si sono presentati a Montecitorio con i moduli di adesione firmati a supporto della loro proposta di legge, raccolti in tanti scatoloni e lo hanno fatto attraversando il centro della città: è intuibile che la modalità utilizzata sia stata mirata anche ad ottenere attenzione ed un minimo di risonanza mediatica per riportare in primo piano una tematica così universale e sentita dai familiari di tanti malati terminali.
La notizia è stata riferita infatti lo stesso giorno dal quotidiano Repubblica, ma al momento, con i gravi problemi di paventata crisi di governo, correlati al voto sulla decadenza di Berlusconi, non sembra avere incontrato in tutti i media la risonanza che meriterebbe.
La campagna di informazione e la raccolta di firme sono iniziate nel Marzo scorso e sono tutt'ora in corso.
Il problema della eutanasia nei suoi aspetti etici e giuridici è già stato affrontato altrove in questo blog.
Oggi quindi vorrei solo ricordare che l'eutanasia passiva, come rifiuto dell'accanimento terapeutico, ovvero delle cure che permettono il mantenimento in vita di malati terminali ed in grave sofferenza è già un diritto, garantito dall'art. 32 , 2° comma della Costituzione, che recita testualmente:
"Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana."
Per quanto riguarda invece l'eutanasia attiva, non possiamo ignorare ciò che di fatto avviene oggi in Italia.
In assenza di qualsiasi legge o normativa che regoli il settore, accade che massicce dosi di morfina, come di altri farmaci analgesici e no, vengano lasciati gestire ai familiari del malato: non è difficile intuire che prima o poi lo strazio e la pietà faranno il resto! Ma non è giusto per nessuno che una tale responsabilità venga scaricata nel silenzio e nella totale latitanza sociale ed istituzionale, solo su chi ama, accudisce e si prende cura dell'amato congiunto: per la verità non è eccessivo ritenere che questo sia anzi veramente disumano ....
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