Le macerie dell'incompiuta. Abbandono (poesia)
"Amami o odiami" scriveva Shakespeare "entrambi sono a mio favore. Se mi ami sarò sempre nel tuo cuore, se mi odi sarò sempre nella tua mente".
Infatti dedicare a qualcuno o qualcosa il proprio spazio mentale e la propria energia vitale, espressa in un sentimento intenso e costantemente presente alla coscienza, significa, quanto meno conferire a quella tal cosa o persona valore ed importanza.
Più desolante dell'odio per chi ama, è l'abbandono, quando avviene cioè che un oggetto o una persona vengano semplicemente tralasciate e dimenticate, come cose prive di valore e di importanza e per le quali non resta il tempo di un pensiero, né lo spazio di un sospiro od un ricordo.
Ma la silenziosa atrocità dell'abbandono, consumata nel deserto dell'indifferenza e del gelo affettivo conosce il fondo della sua crudele depravazione quando colpisce il frutto acerbo: lo scheletro di un edificio di cemento e mattoni lentamente sgretolati dal battere delle onde sulle colonne bianche, mucchietti di macerie come una piaga aperta ed inguaribile della spiaggia.
Lo sfregio dell'incuria sul mio mare, ad offendere il profilo azzurrino della costa all'orizzonte.
Il mare che amo ed ascolto ancora nelle mie notti insonni.
Il mare, che continua a pulsare increspato dal vento, mormorando un sospiro breve come d'affanno, torbido di rabbia ed incupito dai veleni.
Così avviene se un frutto è raccolto acerbo e marcisce inacidendo, senza avere conosciuto la rigogliosa dolcezza del compagno maturato nel sole.
Così per l'amore fanciullo, solo nutrito della magia di piccole attese, grandiose di misteri e privato dell'aria prima di aprire i suoi petali ed impregnare di aromi la stagione della sua fioritura: nient'altro che un putrido torsolo bruno e avvizzito.
Abbandono
Sulla terra bagnata vibrava
il tuo tremito,
creatura misera
svuotata di senso,
immobile agli schizzi di fango
ed al ronzare dattorno di insetti.
Solo un tremito
ed uno sguardo
ed i tuoi occhi nei miei.
Celata nel dolore sordo
e insensato.
Invisibile,
non nascosta.
Chi ha potuto vedere
lo sgomento
rabbrividire nell'ombra
conosce ora
la violenza della memoria.
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