Un esame del sangue per diagnosticare la depressione
Fino ad oggi nessun disturbo psichiatrico è stato diagnosticato con un esame ematologico: in effetti è anche difficile stabilire quale utilità potrebbe avere avvalersi di un esame ematico nella diagnosi di patologia psichica, considerato che si tratta di diagnosi essenzialmente cliniche, legate per definizione, alla presenza di una specifica sintomatologia.
Naturalmente se si riuscissero ad individuare nel sangue caratteristiche tipiche di determinati disturbi mentali, l'esame potrebbe risultare di supporto alla diagnosi ed utile nel monitorare l'andamento della malattia.
Uno studio abbastanza complesso pubblicato su PlosOne il 25 marzo scorso, sembra aprire forse la possibilità di diagnosticare in un futuro prossimo la depressione attraverso un esame del sangue periferico.
Alcuni ricercatori viennesi, Christian Scharinger ed Ulrich Rabl guidati da Lukas Pezawas, hanno messo in correlazione l'attività di captazione della serotonina da parte delle piastrine del sangue con la ricaptazione sinaptica di questo mediatore a livello del Sistema Nervoso Centrale, dimostrando che la velocità di captazione piastrinica della serotonina può essere indicativa delle attività nervose centrali, consentendo così di predire o diagnosticare un disturbo depressivo.
La serotonina è un mediatore del SNC maggiormente coinvolto nei meccanismi che determinano i disturbi dell'umore, infatti i farmaci anti depressivi oggi sono inibitori della ricaptazione della serotonina a livello centrale. La serotonina viene trasportata attraverso la membrana delle cellule grazie ad una proteina specifica, che è la stessa nelle diverse membrane cellulari nel sangue come nel cervello.
Nello studio sono stati utilizzati 48 soggetti sani tra i 18 ed i 45 anni, sottoposti a prelievi ematici e le cui attività cerebrali sono state studiate con la risonanza magnetica funzionale del cervello, mentre venivano esposti alla visione di immagini capaci di attivare determinati stati emozionali.
Lo studio dimostra una relazione tra la velocità di ricaptazione della serotonina da parte delle piastrine del sangue con l'attivazione di una rete neuronale, cosiddetta di depressione nel cervello (DMN): questa rete viene normalmente inibita quando sono attivi processi di pensiero intenzionale che richiedono attenzione, precisione e concentrazione, ma è attiva a riposo, elabora contenuti di tipo essenzialmente autoreferenziale e viene soppressa anche dai farmaci serotoninergici.
La mancata inibizione della rete depressiva può interferire con l'attenzione, come di fatto avviene nei disturbi depressivi. Secondo gli autori sarà dunque possibile in un futuro non lontano diagnosticare la depressione con un semplice esame ematico.
Naturalmente se si riuscissero ad individuare nel sangue caratteristiche tipiche di determinati disturbi mentali, l'esame potrebbe risultare di supporto alla diagnosi ed utile nel monitorare l'andamento della malattia.
Uno studio abbastanza complesso pubblicato su PlosOne il 25 marzo scorso, sembra aprire forse la possibilità di diagnosticare in un futuro prossimo la depressione attraverso un esame del sangue periferico.
Alcuni ricercatori viennesi, Christian Scharinger ed Ulrich Rabl guidati da Lukas Pezawas, hanno messo in correlazione l'attività di captazione della serotonina da parte delle piastrine del sangue con la ricaptazione sinaptica di questo mediatore a livello del Sistema Nervoso Centrale, dimostrando che la velocità di captazione piastrinica della serotonina può essere indicativa delle attività nervose centrali, consentendo così di predire o diagnosticare un disturbo depressivo.
La serotonina è un mediatore del SNC maggiormente coinvolto nei meccanismi che determinano i disturbi dell'umore, infatti i farmaci anti depressivi oggi sono inibitori della ricaptazione della serotonina a livello centrale. La serotonina viene trasportata attraverso la membrana delle cellule grazie ad una proteina specifica, che è la stessa nelle diverse membrane cellulari nel sangue come nel cervello.
Nello studio sono stati utilizzati 48 soggetti sani tra i 18 ed i 45 anni, sottoposti a prelievi ematici e le cui attività cerebrali sono state studiate con la risonanza magnetica funzionale del cervello, mentre venivano esposti alla visione di immagini capaci di attivare determinati stati emozionali.
Lo studio dimostra una relazione tra la velocità di ricaptazione della serotonina da parte delle piastrine del sangue con l'attivazione di una rete neuronale, cosiddetta di depressione nel cervello (DMN): questa rete viene normalmente inibita quando sono attivi processi di pensiero intenzionale che richiedono attenzione, precisione e concentrazione, ma è attiva a riposo, elabora contenuti di tipo essenzialmente autoreferenziale e viene soppressa anche dai farmaci serotoninergici.
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