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Le famiglie italiane senza lavoro

Sapete: una volta tanti (ma proprio tanti) anni fa lavorare era considerata una cosa da plebei: i nobili non avevano bisogno di lavorare per conservare il tenore di vita ed ancor meno per mettere un piatto a tavola, ma vivevano di rendita grazie ai possedimenti ed i latifondi ereditati dalla famiglia.
Era l'epoca in cui le figlie femmine dopo la primogenita venivano avviate al convento per non impoverire la proprietà familiare, fornendo troppe doti ed anche l'epoca in cui solo il primogenito maschio ereditava l'intero patrimonio familiare, mentre i cadetti erano destinati a divenire  affascinanti e romantiche figure di cavalieri erranti ....

Unico retaggio di tempi tanto gloriosi ormai è rimasta solo l'abitudine  in alcuni ambienti  di porre in fase di presentazione la domanda:
"Di cosa ti occupi?"
anziché:
"Che lavoro fai?"
perché i ricchi, si sa, si occupano di qualcosa seguendo un proprio autentico interesse (generalmente quello di accumulare denaro) ma non si può proprio dire che lavorino, né che ne avrebbero necessità!

Poi la storia è andata avanti e qualcuno dopo la seconda guerra e l'avvento della Repubblica ha scritto nella Costituzione che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro.
Con la crisi le cose  tornano all'antico: praticamente la gente non lavora.
Ieri la stampa ha diffuso i dati Istat relativi al 2013 che registrano un considerevole aumento del numero di nuclei familiari che "vivono" senza reddito da lavoro.
La cifra  è 1.130.000 nuclei familiari in Italia privi di reddito da lavoro.
La tavola Istat corrispondente ci dice che in Italia abbiamo 25.476.000 nuclei familiari di varia tipologia (single, mono genitore, coppie con e senza figli ed ancora diverso genere di unioni) di cui sono presenti sul mercato del lavoro 16.361.000, con tutte le forze lavoro occupate 13.691.000.
Dei 2.670.000 che rappresentano la differenza  1.130.000 sono quelle con tutte le forze lavoro in cerca di occupazione, in effetti vi sarebbero 1.540.000 che dovrebbero essere, almeno in parte, monoreddito.
Nel mezzogiorno d'Italia sono 598.000 le famiglie prive di reddito da lavoro, 189.000 nel centro e 343.000 al nord. In tutta l'Italia 491.000 sono coppie con figli e 213.000 famiglie mono genitore (dove quindi sono presenti anche figli non necessariamente in età lavorativa, ndr).
Il tasso globale in Italia di disoccupazione dei coniugi o conviventi con figli è dell'8,1% anche qui con le percentuali più elevate nel mezzogiorno (12,9%) seguito dal centro (6,9%) ed infine dal nord (5,6%). 
Le cifre risultano nettamente in aumento rispetto all'anno precedente, il 2012: le famiglie con tutte le potenziali forze lavoro in cerca di occupazione sono aumentate del 18,3% ed in valori assoluti sono 175.000 famiglie in più rispetto al 2012 rimaste senza un reddito.
Si tratta di persone che hanno difficoltà a mettere il piatto a tavola, a volte vivono sulla pensione di un familiare anziano o dell'aiuto di altri membri della famiglia, una minoranza possiede redditi da piccole  proprietà su cui fondarsi.
Una situazione molto lontana dal quadro di ripresa economica presente in altri paesi europei ed una realtà formata da altrettante individualità svilite ed infanzie negate perché la miseria non aiuta a crescere ....






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