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Abusivismo: le due palazzine crollate a Palermo

Non tutti siamo laureati in ingegneria edile o in architettura, ma molti di noi hanno studiato alle scuole medie inferiori e superiori qualche semplice principio di fisica e meccanica. Ora è chiaro che se uno vuol costruire un palazzo di dieci piani deve averlo progettato nel momento in cui comincia a porne le fondamenta ed a costruirne poi le strutture portanti, che evidentemente dovranno essere differenti in base all'altezza dell'edificio ed al peso da reggere e distribuire, etc. Non si può costruire un palazzo di dieci piani, aggiungendo semplicemente un piano sopra l'altro ogni anno, su di una struttura pensata per sostenere  due o tre piani. Volendo si può valutare la possibilità di modifiche strutturali complessive che eventualmente (ma non sempre è possibile) ne possano migliorare resistenza ed equilibrio statico.
I bambini che giocano con i mattoncini lego lo intuiscono facilmente e quando vogliono costruire una torre molto alta, in corso d'opera, rendendosi conto che ad un certo punto non riesce a stare più in piedi, aggiungono ad incastro una base più larga, che di solito compongono con quattro mattoncini e molta delicatezza, perché aggiungerla in corso d'opera comporta il rischio di far cadere tutto (sarebbe stato meglio pensarci prima, ma si tratta di bambini ed imparano giocando ...).
Quattro persone sono rimaste sotto le macerie di una palazzina a Palermo: tre ancora "dispersi", uno di cui si è ritrovato il corpo. La palazzina crollata era di tre piani, ma da un paio d'anni avevano costruito un quarto piano sul terrazzo e da lì sono cominciati i problemi: crepe, cadute di calcinacci, insomma un disastro annunciato, infine ieri sera i condomini hanno chiamato i vigili del fuoco perché i fenomeni andavano intensificandosi. Sono stati sgomberati immediatamente, ma non tutti ce l'hanno fatta.
C'è stata anche rottura di tubi del gas con perdite e pericolo di esplosione: insomma avrebbe potuto andare molto peggio!
L'appartamento dell'ultimo piano è stato costruito abusivamente, magari in attesa di qualche indulgente condono, che tanto così ci hanno abituati. Nessun condono purtroppo per le vittime del disastro.

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