Lo specchio del diavolo
La regina delle nevi è una fiaba splendida, una metafora molto vicina alla poesia, che rappresenta, attraverso l'avventura del protagonista il percorso sofferto e faticoso di un bambino, che, attraverso la terra di mezzo di una tormentata adolescenza, passa dall'incantevole mondo infantile alla consapevole realtà di un adulto giovane ed innamorato. Tutto questo accade come in un sogno non privo di buie tempeste a tratti illuminate dal balenare del genio di Andersen.
Questa fiaba non è conosciuta da tutti, né tutti ricordano la storia dello specchio del diavolo.
Lo specchio del diavolo era una trovata del maligno, uno specchio capace di riflettere soltanto gli aspetti peggiori e più ripugnanti presenti in una persona, sicché chiunque vi si specchiasse non poteva vedere altro che la propria bruttura ed i propri difetti.
Non che non fossero reali, per carità: proprio qui sta la furbizia del demonio, perché una mistificazione che sia una falsificazione completa può essere sbugiardata, ma una manipolazione che presenti un solo aspetto della realtà, decontestualizzandolo ed isolandolo da altri aspetti connessi e pur presenti, è più difficile da smantellare, perché ciò che viene presentato è reale.
Mi spiego: ogni buona massaia sa (ma tanti altri lo ignorano) che nell'impasto della torta spesso o sempre si aggiunge un pizzico di sale, ma il dolce sarà dolce alla fine, perché vi si aggiunge parecchio più di zucchero, così come alle volte bisogna correggere un pò l'acidità del pomodoro del sugo con una puntina di zucchero, ma infine il sugo sarà salato il giusto.
Se io dico che questo dolce è fatto col sale avrò detto il vero ... o quasi perché certo non suggerirò l'impressione che la torta sia dolce.
Ecco fatto un bel pasticcio a cui non si può rimediare, gridando "è falso" perché falso non è a rigore, è solo falso il messaggio che trasmette. Perfido demone!
Ma la storia non finisce qui: qualcuno, esasperato e reso infelice dallo specchio, lo gettò via e quello cadendo si frantumò in mille pezzi! Povero ingenuo: credeva forse di poter scacciare il maligno così semplicemente? Niente da fare: i frammenti dello specchio vennero diffusi in tutto il mondo, volando via col vento, e così se una minuscola scheggia finiva come polvere nell'occhio di qualcuno, questi cominciava a vedere solo le cose negative della gente e del mondo, perciò diventava irascibile e cattivo. Solo un pianto sincero e copioso avrebbe potuto lavare via l'insulto, ma non tutti sanno piangere, per causa dell'orgoglio, si sa.
Quando una scheggia un pò più grande giungeva a trafiggere il cuore di qualcuno, allora quel cuore diveniva di ghiaccio e la persona privata per sempre dei propri sentimenti ...
Una fiaba adatta a bambini un pò più grandi, ma stupenda anche per gli adulti: questo è solo un assaggio, il resto Andersen lo racconta meglio.
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