Scuola ed istruzione in Italia: uno specchio fedele del disagio sociale. Progetti per il recupero della dispersione.
02/11/2013
L'apertura di quest'anno scolastico è stata accompagnata dalla pubblicazione, il 2 Ottobre, dei dati presentati al Senato della Repubblica da Intervita, relativi all'abbandono scolastico in Italia.
Pochi giorni dopo, l'8 Ottobre, venivano resi noti i risultati di una indagine OCSE realizzata in Italia da Isfol, che collocava l'Italia, anzi meglio gli italiani agli ultimi posti in Europa per le proprie capacità scolastiche (alfabetiche e matematiche). La ricerca riguardava tutta la popolazione adulta, ma uno degli aspetti più preoccupanti consisteva nel fatto che, estrapolando nella popolazione italiana i dati relativi ai giovani tra i 16 ed i 29 anni, il livello di competenze alfabetiche e matematiche in questa fascia di età risultava di diversi punti al di sotto della media nazionale .... come se il grado di istruzione negli ultimi 20 o 30 anni fosse andato peggiorando piuttosto che migliorare ...
Con tutta la buona volontà non possiamo dare tutta la colpa di questo all'ex ministro della istruzione Gelmini (benché pure le va riconosciuto lo sforzo di averci messo del suo): qualche domanda in più prima o poi dovremmo porcela.
Risulta che i nostri insegnati siano i peggio pagati in Europa e che i nostri alunni siano quelli a cui si richiede la maggiore permanenza nei banchi di scuola (con scarsi risultati a quanto pare).
Risulta anche che i tassi di dispersione ed abbandono scolastico siano ben al di sopra della media europea con percentuali veramente drammatiche nel meridione.
Personalmente, benché possa, in quanto italiana, sentirmi mortificata da queste statistiche, devo anche riconoscere che non ne sono minimamente sorpresa ...
Se uno avesse studiato giusto un pochino di storia (il che è dubbio, considerati i dati sulle nostre competenze alfabetiche) saprebbe bene che in ogni civiltà la cultura fiorisce sempre quando sia stato superato il problema della sopravvivenza: dopo le conquiste, dopo le guerre, dopo la ricchezza.
Occorrono insomma mezzi economici e disponibilità di tempo per consentire uno sviluppo culturale.
L'istruzione come servizio è uno dei settori maggiormente penalizzati negli ultimi anni: si è creduto di poter estendere l'obbligo scolastico, consentendo l'ingresso nelle scuole superiori di alunni scarsamente motivati sul piano individuale e familiare, ma al contempo di poter ridurre, piuttosto che aumentare, le risorse professionali e strumentali (economiche per dirlo con una sola parola) disponibili per le scuole e l'insegnamento.
Il risultato di questa politica ha portato ad un progressivo scollamento della istituzione scolastica dalle realtà sociali. Gli insegnanti (sottopagati, precari e tartassati) potrebbero tendere a chiudersi arroccandosi (in chiave difensiva) in una didattica superata che non riesce a suscitare curiosità ed avvincere l'interesse dei ragazzi: molte ore nei banchi, scarso coinvolgimento e partecipazione non rappresentano proprio le condizioni ideali per favorire l'apprendimento ed ancor meno la motivazione, soprattutto quando le materie e gli stili di insegnamento sono del tutto avulsi dal vivere quotidiano dei nostri giovani, per molti dei quali, per inciso, è tutt'altro che superato il problema della sopravvivenza.
Sono le fasce del disagio sociale infatti, quelle che non sembrano avere diritto di cittadinanza nella scuola italiana. Fino ad oggi per loro progettualità ed investimenti risultano molto limitati sia in ambito territoriale che scolastico.
Sono attive comunque alcune iniziative essenzialmente mirate al recupero della dispersione scolastica: è stata già segnalata il mese scorso l'iniziativa Frequenza 200 operativa in diverse città italiane.
Per quanto riguarda il meridione nello specifico, va segnalata l'iniziativa della Fondazione CON IL SUD che ha pubblicato il bando di educazione dei giovani 2013 alla sua terza edizione, con cui vengono stanziati per diverse Regioni complessivamente 4 milioni e mezzo di euro per finanziare organizzazioni di volontariato, appartenenti a quei territori dove si registra la maggiore incidenza di abbandono e dispersione scolastica.
Le proposte ed i progetti finalizzati al recupero dei giovani ed al loro reinserimento scolastico, dovranno essere presentati, per quanto riguarda la Campania entro il 30 Gennaio 2014.
Le scadenze sono diversificate nelle diverse Regioni, ma tutte dovranno essere presentate esclusivamente on line. Si tratta, è vero, di iniziative limitate rispetto a quanto potrebbe offrire una diversa politica dello Stato nel settore, ma talvolta anche un progetto guida realizzato con buoni risultati può rappresentare un modello operativo da riproporre per una maggiore diffusione.
La tendenza, come sempre in questo genere di progetti è di coinvolgere in rete tutti gli operatori e gli enti che per diversi aspetti si occupano dei minori in situazione di disagio.
L'apertura di quest'anno scolastico è stata accompagnata dalla pubblicazione, il 2 Ottobre, dei dati presentati al Senato della Repubblica da Intervita, relativi all'abbandono scolastico in Italia.
Pochi giorni dopo, l'8 Ottobre, venivano resi noti i risultati di una indagine OCSE realizzata in Italia da Isfol, che collocava l'Italia, anzi meglio gli italiani agli ultimi posti in Europa per le proprie capacità scolastiche (alfabetiche e matematiche). La ricerca riguardava tutta la popolazione adulta, ma uno degli aspetti più preoccupanti consisteva nel fatto che, estrapolando nella popolazione italiana i dati relativi ai giovani tra i 16 ed i 29 anni, il livello di competenze alfabetiche e matematiche in questa fascia di età risultava di diversi punti al di sotto della media nazionale .... come se il grado di istruzione negli ultimi 20 o 30 anni fosse andato peggiorando piuttosto che migliorare ...
Con tutta la buona volontà non possiamo dare tutta la colpa di questo all'ex ministro della istruzione Gelmini (benché pure le va riconosciuto lo sforzo di averci messo del suo): qualche domanda in più prima o poi dovremmo porcela.
Risulta che i nostri insegnati siano i peggio pagati in Europa e che i nostri alunni siano quelli a cui si richiede la maggiore permanenza nei banchi di scuola (con scarsi risultati a quanto pare).
Risulta anche che i tassi di dispersione ed abbandono scolastico siano ben al di sopra della media europea con percentuali veramente drammatiche nel meridione.
Personalmente, benché possa, in quanto italiana, sentirmi mortificata da queste statistiche, devo anche riconoscere che non ne sono minimamente sorpresa ...
Se uno avesse studiato giusto un pochino di storia (il che è dubbio, considerati i dati sulle nostre competenze alfabetiche) saprebbe bene che in ogni civiltà la cultura fiorisce sempre quando sia stato superato il problema della sopravvivenza: dopo le conquiste, dopo le guerre, dopo la ricchezza.
Occorrono insomma mezzi economici e disponibilità di tempo per consentire uno sviluppo culturale.
L'istruzione come servizio è uno dei settori maggiormente penalizzati negli ultimi anni: si è creduto di poter estendere l'obbligo scolastico, consentendo l'ingresso nelle scuole superiori di alunni scarsamente motivati sul piano individuale e familiare, ma al contempo di poter ridurre, piuttosto che aumentare, le risorse professionali e strumentali (economiche per dirlo con una sola parola) disponibili per le scuole e l'insegnamento.
Il risultato di questa politica ha portato ad un progressivo scollamento della istituzione scolastica dalle realtà sociali. Gli insegnanti (sottopagati, precari e tartassati) potrebbero tendere a chiudersi arroccandosi (in chiave difensiva) in una didattica superata che non riesce a suscitare curiosità ed avvincere l'interesse dei ragazzi: molte ore nei banchi, scarso coinvolgimento e partecipazione non rappresentano proprio le condizioni ideali per favorire l'apprendimento ed ancor meno la motivazione, soprattutto quando le materie e gli stili di insegnamento sono del tutto avulsi dal vivere quotidiano dei nostri giovani, per molti dei quali, per inciso, è tutt'altro che superato il problema della sopravvivenza.
Sono le fasce del disagio sociale infatti, quelle che non sembrano avere diritto di cittadinanza nella scuola italiana. Fino ad oggi per loro progettualità ed investimenti risultano molto limitati sia in ambito territoriale che scolastico.
Sono attive comunque alcune iniziative essenzialmente mirate al recupero della dispersione scolastica: è stata già segnalata il mese scorso l'iniziativa Frequenza 200 operativa in diverse città italiane.
Per quanto riguarda il meridione nello specifico, va segnalata l'iniziativa della Fondazione CON IL SUD che ha pubblicato il bando di educazione dei giovani 2013 alla sua terza edizione, con cui vengono stanziati per diverse Regioni complessivamente 4 milioni e mezzo di euro per finanziare organizzazioni di volontariato, appartenenti a quei territori dove si registra la maggiore incidenza di abbandono e dispersione scolastica.
Le proposte ed i progetti finalizzati al recupero dei giovani ed al loro reinserimento scolastico, dovranno essere presentati, per quanto riguarda la Campania entro il 30 Gennaio 2014.
Le scadenze sono diversificate nelle diverse Regioni, ma tutte dovranno essere presentate esclusivamente on line. Si tratta, è vero, di iniziative limitate rispetto a quanto potrebbe offrire una diversa politica dello Stato nel settore, ma talvolta anche un progetto guida realizzato con buoni risultati può rappresentare un modello operativo da riproporre per una maggiore diffusione.
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