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Meglio avere un nemico che non avere nessuno

"Amami o odiami, entrambi sono a mio favore: se mi ami sarò sempre nel tuo cuore, se mi odi  sarò sempre nella tua mente" (William Shakespeare).

Meglio essere odiati che ignorati: una verità ben nota a tutti, soprattutto a certi bambini, che sono buonissimi e deliziosi finché giocate con loro, ma capacissimi di tirare giù la casa pur di attirare la vostra attenzione se non gli state dando retta.
Una verità conosciuta in fondo anche da tante persone che, pur di frantumare la cortina di ghiaccio di un isolamento surreale si costruiscono sistemi deliranti anche spiacevoli fatti di nemici e persecutori.

Magari forse non proprio conosciuta, diciamo sul piano della consapevolezza, ma credo nota da tempo agli psicologi. Essere contraddetti è molto meglio di non ricevere risposta, in tutti i casi quando si viene fatti oggetto di attenzione, sia pure negativa, ci si sente presi in considerazione, si riesce ad occupare uno spazio ed a rappresentare una presenza nella mente altrui e questo è gratificante, perché l'attenzione e la considerazione degli altri conferiscono comunque un valore alla persona oggetto di una tale attenzione.

Anche tutti i comunicatori che lavorano con i media conoscono questo meccanismo e sanno benissimo quale pubblicità può rappresentare uno scandalo, anche poco edificante in sé, oppure un qualsivoglia evento negativo, ivi inclusa una morte o un lutto.
Ma non basta: la cosa è nota anche a molti manipolatori capaci di vittimizzare e plagiare mentalmente altre persone, infatti la prima misura da adottare in caso di sette, ma anche di abusi familiari è isolare le vittime.
Se l'unico rapporto umano possibile è quello con il persecutore, le vittime lo accetteranno e se ne convinceranno, qualcuna finirà per ammirarlo ed amarlo ....

Nel linguaggio specifico utilizzato nella teoria sistemica si distingue la svalutazione dalla disconferma:

  • svalutazione è l'essere fatti oggetto di attenzione negativa, fino all'insulto ed all'aggressione
  • disconferma è l'essere assolutamente ignorati con l'implicito messaggio del "tu non esisti".
Naturalmente è la seconda quella psicotizzante, benché comunemente si sia portati a ritenerla più inoffensiva.

Ora uno studio condotto recentemente nella Università canadese della British Columbia e pubblicato su Organization Science dimostra la realtà di questa asserzione anche negli ambienti di lavoro: i ricercatori hanno intervistato i dipendenti di grandi organizzazioni, mettendo a confronto due gruppi, quelli che si sentivano ignorati e quelli che invece venivano molestati e subivano forme di bullismo. 
A distanza di tre anni dalle prime interviste è stato esaminato il turn over del personale e trovato che coloro che si sentivano semplicemente esclusi (ignorati) erano quelli che più probabilmente avevano lasciato il posto di lavoro, quelli molestati o vittime di qualche forma di bullismo invece tendevano meno facilmente a lasciare.
La cosa non stupisce, benché possa rappresentare una informazione utile per coloro che si occupano di gestione del personale  nelle aziende.




Commenti

  1. Buona Sera, Clara, ad essere sincero, non credo molto a tutto ciò. Cioè, al fatto che quanto più una persona mi dovesse molestare, io più mi ci attaccherei. Oddio, magari questa cosa qui un po' lo noto tra mio figlio e la madre. Più lui le risponde male, più lei cerca di prenderlo con le buone. Però con me non lo fa... pensi sia questo il motivo per cui io sono molto attaccato a mia moglie??

    :-)

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  2. Aspetta Jennaro: il senso della ricerca e dei dati raccolti ed il senso di tutto il post non è che ti attacchi a chi ti dà fastidio (a meno che tu non abbia null'altro al mondo) il senso è che chi viene ignorato soffre di più di chi viene molestato.
    Logicamente nessuna delle due situazioni è piacevole, meglio sarebbe essere fatti oggetto di attenzione positiva, ma fra i due mali il peggiore è essere ignorati!
    Buona notte Jennaro, se ti sembra che il post non sia abbastanza chiaro cercherò di correggerlo (domani) per rendere più esplicito il concetto.
    Intanto sogni d'oro!

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Scusa, colpa mia, avevo male interpretato il passaggio su: " l'unico rapporto umano possibile". E' bene che ammetta il mio errore, anche se non ci faccio bella figura... alla mia età. Però, come si dice? Meglio aver vissuto e aver sbagliato che non aver vissuto affatto.

    Stavolta spero di averci azzeccato... Buona Notte a te e grazie :-)

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  5. Nel tuo genere sei un grande Jennaro! Grazie :-)) azzeccatissimo!

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