Paura di sbagliare, non solo di volare ...
Mi ispiro al titolo del famoso romanzo di Erika Jong, la paura di volare, che la protagonista del romanzo farà analizzare all'uomo che sceglie come amante, uno psicoanalista lainghiano piuttosto libero e trasgressivo.
In effetti una storia gradevole e per vari aspetti divertente: quella di una donna le cui scelte di vita fino ad un certo momento restano sempre intrappolate nelle confortevoli sicurezze che solo la maggioranza silenziosa (ma neanche tanto silenziosa a ben pensare) riesce ad offrire.
Prigioniera delle convenzioni sociali di una borghesia benpensante, piatta e noiosa, ma forte come sempre accade, vive senza soddisfazione un matrimonio infelice.
La protagonista del romanzo, Isadora Wing, inizia a scoprire i propri spazi di libertà nella poesia (erotica) ed infine libera il proprio istinto decidendo di viversi realmente le passioni immaginate con un uomo che l'attrae. Il marito di Isadora è un analista di scuola freudiana ortodossa, diciamo, l'amante sarà uno psichiatra di scuola lainghiana (un buontempone Laing, l'autore tra l'altro dell'io diviso, uno dei suoi più conosciuti). Insomma una piccola rivoluzione interna: l'unico sintomo espresso dalla donna di tutte le insoddisfazioni di una vita socialmente approvata, ma profondamente frustrante era la .... paura di volare.
Il simbolismo espresso in questo particolare tipo di fobia è interessante, perché volare come sganciarsi dalla terra, in senso lato può essere anche come inseguire un sogno e vivere sopra le righe evadendo da un realismo ragionevole quanto avvilente ....
Non tutti hanno paura di volare, non tutti spostano i propri conflitti sul simbolismo rappresentato in una fobia, ma molte persone che soffrono di disturbi d'ansia sono consapevoli di aver paura di sbagliare.
Spesso si tratta di strutture tendenzialmente rigide e perfezioniste con un elevato ideale di sé, poco disposte a tollerare la frustrazione e l'insuccesso che percepiscono come catastrofico ....
Di solito queste persone hanno bisogno di conformarsi alle altrui aspettative e di sentirsi approvati, convalidati ed ammirati ...
Bene: la maggior parte delle persone però "sbagliano" e "falliscono" il loro obiettivo diverse volte nella vita fin da quando tentano i primi passi. Io personalmente non ho mai conosciuto un bimbo che sia riuscito ad imparare a camminare senza essere caduto qualche volta, anche se fortunatamente ben pochi sono i bambini il cui destino sia stato soccombere alla prima caduta!
Certo ci sono quelli più cauti e quelli più spericolati, ma alla fine chi dovrebbe avere paura di cadere?
Proviamo a riflettere su questo: da un punto di vista razionale ha motivo di avere più paura di cadere chi non si sente sicuro magari perché si trova troppo in alto a passeggiare sul cornicione di un grattacielo, meno paura chi fa il funambolo sul muretto basso del cortile a non più di due palmi da terra, ha motivo di avere più paura chi ha un fisico poco elastico e quindi può cadere pesantemente ed avere difficoltà a rialzarsi, ancora chi è terrorizzato dall'altrui giudizio e teme di essere o sentirsi sminuito e deriso, non ha paura chi sarà il primo a ridere della propria caduta, chi sa ed accetta di poter cadere senza che questo intacchi la considerazione che ha di se stesso.
La paura di sbagliare è una delle componenti del conformismo, non perché non si possa essere in tanti a sbagliare, ma perché se si è in tanti a sbagliare la responsabilità è condivisa, non c'è colpa individuale e nessuno di coloro che ci stanno intorno ed hanno commesso lo stesso errore potrà rimproverarcelo!
Questi timori tuttavia sono quelli che possono tenerci intrappolati in situazioni o addirittura stili di vita del tutto insoddisfacenti.
La paura di sbagliare è grande quando si è insicuri ed in realtà non ci si ritiene all'altezza del compito o quando non si considera accettabile nulla meno della perfezione per sentirsi degni di stima, considerazione ed affetto. La verità è che se ci sentiamo e siamo amati ed accettati, l'errore sarà tollerabile, ma se non riusciamo a riconoscerci ed accettarci per quello che siamo o se non ci siamo sentiti amati per ciò che siamo non ci sarà perfezione che tenga: l'amore non si guadagna attraverso la perfezione e neanche attraverso il prestigio ed il potere, che al massimo possono essere "usati".
Il percorso in questi casi dovrebbe essere del tutto diverso e partire dalla propria interiorità.
A proposito: se cadete o fallite, riprendete con calma la vostra strada, difficilmente si riesce ai primi tentativi e quando capita è più per casualità e fortuna che per capacità.
Seguite la vostra ispirazione anche se la vostra strada non è un percorso già battuto: tutti noi non abbiamo che un'unica possibilità perciò ciascuna vita può essere una testimonianza ed una traccia ...
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