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La promessa e l'illusione




Una volta, quando si applicava un test di intelligenza (oggi è tutto diverso ed aggiornato con altre prove e domande) uno degli items consisteva  esattamente in questa domanda:
"Perché è bene mantenere una promessa?"
Il punteggio da assegnare alla risposta variava da 0 a 2 in base alla completezza delle argomentazioni.
Ora la cosa carina dell'item è che parte dal presupposto, ovvero dà per scontato, che sia bene mantenere una promessa, includendo un principio etico, di cui si sottende la condivisione, in una valutazione cognitiva.

Qui non ha importanza che la nostra opinione sia o meno allineata in questa posizione, anzi, per fugare qualsiasi ragionevole dubbio e/o diffidenza, definisco senza esitazione che personalmente sono anche d'accordo: una intelligenza matura comporta la lungimiranza e quindi la capacità di prevedere e valutare a breve, medio e lungo termine le conseguenze di comportamenti propri ed altrui in rapporto alle ricadute che essi  possono produrre tanto su se stessi che sugli altri, ivi inclusi coloro che verranno dopo di noi.
La lungimiranza, per sua stessa definizione quindi, non è tanto riferita all'individuo, ma alla collettività e pertanto  una forma matura di intelligenza può solo essere rivolta ad un qualcosa di utile e positivo per il genere umano e per l'ambiente che lo circonda. 
In una parola: l'intelligenza come momento di comprensione ed introiezione dell'esperienza, può  essere rivolta solo al bene.
Altro è la furbizia, invece, che può anche essere considerata una forma di intelligenza, ma non l'intelligenza.

Quella che ho appena espresso, tuttavia, è solo una opinione e per l'esattezza la mia opinione sull'argomento: ciò vuol dire che possono esservene altre  differenti, che dovremo ascoltare e (fin dove è lecito) rispettare.

Non sappiamo se sia bene o no mantenere una promessa: ciò dipende dal sistema di riferimento ...
Per porre la domanda correttamente avremmo dovuto chiedere:
"Quali sono i vantaggi del mantenere una promessa?"

La domanda non è la stessa e riesce meglio ad esplorare le capacità cognitive ed argomentative di persone che normalmente trovano più vantaggioso non mantenere le promesse.

Le risposte possibili invece sono sostanzialmente le stesse, comunque venga posta la domanda:
il vantaggio nel mantenere la promessa sta soprattutto nel rapporto di fiducia e di reciproco rispetto che si riesce a stabilire col proprio prossimo e nella acquisizione di credibilità sul piano personale.
Abbiamo quindi un vantaggio di immagine (chi dà seguito alle proprie promesse guadagna stima e rispetto, fa bella figura) un vantaggio di relazione (coloro verso i quali si è mantenuto l'impegno resteranno o diventeranno amici) un vantaggio per gli altri (che otterranno ciò che lecitamente si aspettavano):
insomma si tratta per dirla in breve di un vantaggio sociale che coinvolge il singolo individuo ed i suoi gruppi di riferimento.

L'aspettativa di una o più persone che hanno creduto o credono ad una promessa (ricevuta realmente o anche solo immaginata) viene definita illusione quando si teme o anche, per fondati motivi e precedente esperienza, si ritiene che la promessa andrà disattesa e subentrerà quindi la delusione.

Nel caso la promessa sia stata immaginata o dedotta dall'individuo che nutre l'aspettativa, evidentemente questa persona ha commesso un errore di valutazione nell'interpretare determinati segnali e/o messaggi
(si pensi ad esempio a quel proverbio: "rosso di sera bel tempo si spera ..." ieri il tramonto era infuocato ed oggi il cielo è ancora grigio: che delusione!).
Nel caso invece la promessa sia stata effettivamente formulata da qualcuno in forma esplicita ed inequivocabile, ma poi non mantenuta, evidentemente chi ha fatto la promessa o è una persona non capace (incapace di prevedere in base alle circostanze di realtà ed agli strumenti di cui dispone la sua possibilità di dare effetto a quanto promesso) oppure è un imbroglione in malafede (pur essendo in grado di prevedere l'impossibilità di realizzare quanto promesso, ha creato una aspettativa per manipolare gli altri ottenendone un tornaconto personale).
 In questi casi il subentrare della delusione genera un malessere nelle persone che restano deluse: esse sono  infatti direttamente coinvolte nel valore negativo della delusione come tale in quanto a loro volta hanno creduto alla promessa e quindi o non sono state in grado di valutare la realizzabilità della stessa (errore nell'esame di realtà contingente) o non sono state in grado di valutare l'onestà di chi ha promesso (errore di valutazione sulla persona).
Gli errori di valutazione possono essere commessi da chiunque, ma evidentemente la possibilità di commettere errori è inversamente proporzionale alle capacità critiche ed al patrimonio esperenziale di ciascun  soggetto (sbagliano più spesso i giovani ed i meno dotati).
 Detto in forma semplice e sintetica: chi si è illuso può sentirsi a sua volta stupido per avere nutrito l'illusione.
A nessuno piace sentirsi stupido, di conseguenza la rabbia ed il malessere correlati alla delusione vengono ribaltati su chi ha promesso il falso: questa persona verrà giudicata un mistificatore, un truffatore, un imbroglione e via elencando ed in effetti, se ha superato certi limiti, può incorrere in sanzioni di legge.

Ora ciò che la mia, pur limitata, intelligenza non riesce a cogliere è come mai tali sanzioni non vengano applicate a tanti messaggi pubblicitari (che le meriterebbero interamente) per tacere poi di certe propagande elettorali ... ma si sa, non è possibile capire tutto!



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