Donne che amano troppo. Punto primo: la religione non c'entra.
Si tratta del titolo del lavoro più conosciuto di Robin Norwood, ma non intendo parlare del libro.
Questo difetto di "amare troppo" pare sia una caratteristica tutta al femminile.
Volendo parlare proprio di questo conviene prenderla alla larga e partire da molto lontano: cominceremo con alcuni concetti religiosi.
Gesù disse: "Ama il prossimo tuo come te stesso". Egli non disse mai: amalo più di te stesso, per quale motivo? Certo non per caso, ma solo perché non è possibile nella natura umana amare al di sopra di se stessi, a meno di non essere malati, amando quindi anche di un amore malato, velenoso e tossico quanto il disamore di sé.
Ciascuna persona umana possiede solo la propria vita, nulla ha maggior valore: disprezzare se stessi e la propria vita è contro la natura, non dare valore a se stessi, ma darlo solo a qualcun altro, avvelena l'altro di superbia ed arroganza tanto quanto avvilisce se stessi nella depressione e nella umiliazione.
Infine ciò che si offre all'altro è lo stesso pericoloso veleno di cui ci si è nutriti.
Solo chi sa amare se stesso donandosi buone cose può riuscirci anche con gli altri ed esprimere la generosità di amare l'altro quanto se stesso.
Gesù disse anche: "perdona il tuo fratello" "settanta volte sette" ed anche questo va capito.
Credete che se avesse voluto dire all'infinito, gli sarebbe mancata la parola?
Certo che no, esisteva già allora quella parola e Gesù la conosceva bene, ma non voleva dire quello.
Voleva dire settanta volte sette (70 x 7 = 490): tenendo conto che un anno si compone di 365 giorni ed un mese di 30 giorni, questo significa un anno e mezzo (19 mesi e dieci giorni) non di più.
Credete forse che una persona possa subire un insulto quotidiano per oltre un anno e mezzo senza esserne distrutto mentalmente? Senza che ogni suo sentimento o valore e l'animo stesso ne vengano annientati? Senza desiderare la morte? E credete che Dio volesse imporre un perdono che porti all'autodistruzione? No.
Perdona più a lungo che puoi, finché puoi farlo conservando il rispetto che devi a te stesso, non oltre, non meno. Qualora l'insulto fosse pluriquotidiano i tempi si ridurrebbero in conseguenza.
Dico questo perché la religione spesso viene invocata come il substrato culturale che sottende la colpevolizzazione e l'autosvalutazione presente nelle strutture personali di quelle donne che amano troppo e che affrontano una relazione impossibile come una sorta di percorso di espiazione necessario a ristabilire il proprio diritto di stare al mondo.
Nessun Dio comanda questo: sia chiaro.
In un'altra occasione tratteremo altri punti (ce ne sono parecchi) uno per volta ...
Molta carne al fuoco... Iniziamo a parlare di: Donne che amano troppo? E della naturale disistima che le donne nutrono per se stesse? Grazie del post, Elena
RispondiEliminaCiao Elena! Le donne vengono educate apposta in un certo modo: credo che lo sappiamo entrambe ... ma anche se molto lentamente, alcune cose stanno cambiando. La nuova generazione è già molto diversa dalla mia. Una lotta che deve ancora durare a lungo ...
RispondiEliminaPrendere coscienza e sfatare alcuni luoghi comuni è utile ed è utile anche ripetere e ribadire alcune idee di base. Repetita iuvant! Grazie delle tua visita. A presto. Clara
Lo rileggerò, molto molto bello e pieno di spunti di riflessione Clara, davvero.
RispondiEliminaIn effetti hai ragione.. ci ritorno..
Grazie!! :-))
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