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Recensione di "Il domatore di farfalle" di Fabio Marino


     “Il domatore di farfalle” non è propriamente un romanzo, né propriamente un diario, né un racconto umoristico: il fatto è che bisogna proprio leggerlo, così dopo averlo letto ci si può mettere l’anima in pace e rinunciare del tutto a comprendere che cosa è … Nel frattempo la lettura ci avrà fatto sorridere, ridere e un po’ pensare. 

    Uno stile trasgressivo e dissacrante ricco di ingegnosi ed esilaranti associazioni ed analogie, un umorismo costruito anche su accorgimenti semplici, come il sistematico storpiamento di nomi, cognomi e cose di ogni genere, come il riferimento  ad imbarazzanti funzioni fisiologiche sul genere dei comici della commedia dell’arte, ma anche su di una ironia profonda che vuole smascherare con rabbia gli umani sentimenti ed egoismi.

Volendo maldestramente sintetizzare, si tratta del diario di una creatura di sesso maschile dall’epoca del suo concepimento fino alla età adulta. L’autore si presenta subito col surreale dialogo di un feto e delle sue confuse percezioni all’interno del ventre materno: una mescolanza di colloqui domestici e notiziari televisivi, cui seguono le esilaranti deduzioni del pargolo. Prosegue con la descrizione dell’infanzia e dell’adolescenza, che rappresenta il nocciolo essenziale della storia, e quindi dell’età adulta, prospettata nelle sue diverse possibilità: alternative tutte demenziali, tanto da far figurare come serena e ragionevole l’unica scelta finale possibile, domatore di farfalle.

Nel testo non viene mai persa di vista la storia sociale e politica dell’Italia fra gli anni ’60 ed ’80, cui l’autore continua a dare riferimenti con considerazioni ironiche e graffianti, vengono messe a nudo le mistificazioni ideologiche dell’adolescenza, rimarcando la pulsione sessuale ed il desiderio di successo personale, ovvero il tornaconto narcisistico, quali unici motori autenticamente attendibili dell’operare umano e, vorrei aggiungere, maschile. 
In fondo una visione disincantata,  certamente sottesa da una rabbia amara e che riguarda tanto l’umana natura, quanto alcune realtà storiche e politiche dei nostri giorni, al meglio si può tentare di riderci e prenderla alla leggera: cosa infatti è più leggero di una farfalla?

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