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Recensione di "Ekata" di Fabio Marzocca



La narrazione è immersa nel clima magico e leggendario di un tempo antico, giocata su vicende che ad ogni passo rappresentano,  concretizzandole, simbologie universali. È la storia di una  città costruita nel deserto, dove, come in una isoletta sperduta nel bel mezzo dell’oceano, gli abitanti non hanno alcuno scambio col mondo esterno: il protagonista, infatti,  immagina  a fatica che possa esistere qualcosa oltre le dune dell’immenso deserto di sabbia che lo circondano.

La storia inizia con l’insediamento del primo accampamento nomade e col ritrovamento, durante la stessa notte di due neonati abbandonati, da parte di due diversi nuclei familiari, sistemati alle estremità opposte del villaggio: i piccoli vengono accolti con gioia nelle rispettive famiglie di adozione ed a ciascuno di loro viene imposto un nome che ne richiama l’origine ovvero la situazione in cui si trovavano al momento del ritrovamento. 

Dall’antefatto l’autore salta a descrivere la situazione della città circa sessant’anni dopo: i due trovatelli sono divenuti entrambi sovrani di due distinte aree cittadine reciprocamente ostili e caratterizzate da culture diverse, l’una fondata sulla razionalità e sulla scienza, l’altra sul misticismo, l’emozionalità e l’arte. La città sembra essere una rappresentazione metaforica della interiorità umana, delle sue contraddizioni e dei suoi conflitti e la vicenda si snoda, sviluppando un percorso che, anche attraverso momenti critici ed eventi disastrosi, condurrà alla ricerca ed alla scoperta, più che alla costruzione, di un equilibrio armonico. 

L’equilibrio risulterà essere preesistente e verrà rivelato da una creatura soprannaturale. La storia della città viene narrata attraverso la quotidianità di un giovane artigiano vasaio: le successive rivelazioni spiegheranno come il giovane sia di fatto, anche se non ancora riconosciuto ed egli stesso inconsapevole, proprio il fulcro intorno al quale nascerà la città armonica.
Lo stile narrativo è accattivante: incuriosisce l’aria di mistero che permea tutta la vicenda, commuove la purezza dei sentimenti del giovane protagonista. La lettura è interessante per il succedersi degli avvenimenti, la ricchezza dei dialoghi, che contengono anche insegnamenti espliciti ed esprimono una filosofia di vita ed infine per le parti descrittive ed analitiche. Nel complesso suggerisce l’idea di un mito suggestivo, non tramandato, ma inventato dall’autore, che sembra essere riuscito ad immedesimarsi nella semplicità di una mente primitiva.

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