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Le "rivelazioni" di Ingroia: due senatori per la "desistenza"



Un problema di "visibilità" è certamente un problema di informazione e di libertà di informazione e così Ingroia, leader del gruppo di Rivoluzione Civile,  ha inscenato ieri una protesta piantonandosi con altri militanti della sua area davanti al palazzo san Macuto (sede della commissione di vigilanza Rai) con un bavaglio sulla bocca per protestare contro l'esclusione dal dibattito televisivo finale prima delle elezioni.

Oggi, invece, ha deciso di togliersi il bavaglio e si è messo a raccontare di  presunti accordi sottobanco offertigli dal PD per ottenerne la "desistenza" in alcune regioni, considerate a rischio per questioni di "matematica elettorale".
Secondo il quotidiano Repubblica, durante un incontro elettorale a Palermo, il leader di Rivoluzione Civile ha rivelato che gli erano stati offerti dal PD due seggi in senato per la sua desistenza, purché non emergesse pubblicamente alcuna trattativa ufficiale con il PD in modo da non pregiudicare eventuali accordi futuri di quest'ultimo partito con l'area montiana.
Ora non sappiamo esattamente se vi sia stata trattativa (sempre smentita dal PD) ed in che termini sia stata condotta, né quanto questa interpretazione di Ingroia sia da considerarsi corretta e fedele rispetto a quanto avvenuto (o meno) ma resta da comprendere lo scopo per il quale  un politico nell'area di sinistra voglia screditare il più forte partito della sinistra.
Supponiamo che trattativa vi sia stata e che si sia svolta esattamente in questi termini, ovvero che considerazioni di opportunità nella prospettiva della futura governabilità del paese abbiano indotto Bersani alla prudenza nel rapporto con le altre forze alla sua sinistra.
Ora è chiaro che se non vince la sinistra, allora vince la destra, ergo questo gioco di tirare a denigrarsi ed indebolirsi all'interno della sinistra è sbagliato strategicamente in quanto non ne favorisce la crescita e l'affermazione.
Ingroia è pronto a raccogliere il dissenso all'interno di SEL e del M5s e tuttavia per il momento rimane ancorato ad una logica minoritaria, ovvero di non piena assunzione di responsabilità.

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