Una tossina per curare le malattie degenerative cerebrali
Una ricercatrice dell'ISS, Carla Fiorentini, è l'autrice di un progetto ricerca, selezionato dalla rivista International innovation che si occupa di divulgare gli studi ritenuti più interessanti e promettenti nel settore scientifico.
La ricerca selezionata e ritenuta meritevole di divulgazione, "treating with toxin", riguarda una sperimentazione da tempo condotta da una equipe di studiosi dell'ISS su di una proteina prodotta dall'Escherichia Coli, la cosiddetta CNF1 che esprimerebbe capacità di attivazione su di un gruppo di altre proteine a funzione regolatoria (Rho GTPasi) che giocano un ruolo fondamentale in diversi processi cellulari tra i quali il rimodellamento e la plasticità delle sinapsi, che solitamente risultano compromesse in varie forme di deterioramento intellettivo.
L'efficacia del CNF1 sembra sia dimostrata sulle cellule di sostegno del tessuto nervoso, ovvero sugli astrociti, interessati comunque dai processi infiammatori cerebrali: dal miglioramento della funzione di sostegno degli astrociti deriverebbe una ricaduta positiva anche sui neuroni in quanto ne sarebbe favorito il buon funzionamento e la differenziazione.
La sperimentazione è stata condotta su animali con patologie equivalenti a ciò che sono la sindrome di Rett e la sindrome di Alzheimer nella specie umana ed i riscontri fino ad oggi ottenuti depongono per la possibilità di un recupero delle funzioni motorie e cognitive.
La tossina isolata dall'Escherichia Coli insomma sembra capace di avviare un processo di riparazione del tessuto nervoso, migliorando la plasticità sinaptica con un corrispettivo miglioramento della sintomatologia clinica.
La ricerca selezionata e ritenuta meritevole di divulgazione, "treating with toxin", riguarda una sperimentazione da tempo condotta da una equipe di studiosi dell'ISS su di una proteina prodotta dall'Escherichia Coli, la cosiddetta CNF1 che esprimerebbe capacità di attivazione su di un gruppo di altre proteine a funzione regolatoria (Rho GTPasi) che giocano un ruolo fondamentale in diversi processi cellulari tra i quali il rimodellamento e la plasticità delle sinapsi, che solitamente risultano compromesse in varie forme di deterioramento intellettivo.
L'efficacia del CNF1 sembra sia dimostrata sulle cellule di sostegno del tessuto nervoso, ovvero sugli astrociti, interessati comunque dai processi infiammatori cerebrali: dal miglioramento della funzione di sostegno degli astrociti deriverebbe una ricaduta positiva anche sui neuroni in quanto ne sarebbe favorito il buon funzionamento e la differenziazione.
La sperimentazione è stata condotta su animali con patologie equivalenti a ciò che sono la sindrome di Rett e la sindrome di Alzheimer nella specie umana ed i riscontri fino ad oggi ottenuti depongono per la possibilità di un recupero delle funzioni motorie e cognitive.
La tossina isolata dall'Escherichia Coli insomma sembra capace di avviare un processo di riparazione del tessuto nervoso, migliorando la plasticità sinaptica con un corrispettivo miglioramento della sintomatologia clinica.
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