21 gennaio 2014: 90 anni fa moriva Lenin
Giusto 90 anni fa, il 21 gennaio 1924, moriva Lenin, il padre della rivoluzione comunista in Russia: avrebbe compiuto 54 anni in aprile, un percorso di vita breve, ma fondamentale nella storia e nella cultura di diverse generazioni oltre i confini della propria patria.
Era nato il 22 aprile del 1870 in una famiglia abbastanza agiata e di buon livello culturale: il padre, docente di matematica, ricevette incarichi di prestigio nelle istituzioni scolastiche dell'epoca, la madre, figlia di un medico, possedeva un diploma da insegnante e si occupò della educazione di Lenin (Vladimir Il'ic Ul'janov) e degli altri figli: Anna, Aleksandr, Olga, Dmijtri e Marija.
Lenin perse suo padre alla età di 16 anni, morto nel 1886, ma ben presto dovette affrontare anche la perdita del fratello Aleksandr, rimasto coinvolto con Anna a Pietroburgo, dove i ragazzi studiavano nella locale Università, in un tentativo di cospirazione contro lo zar Alessandro III.
Anna fu rilasciata in quanto considerata estranea ai fatti, ma Aleksandr condannato a morte e giustiziato nel 1887. La condanna di Aleksandr in qualche modo segnò il destino della famiglia e della stesso Lenin, a sua volta presto arrestato pochi mesi dopo, sempre nel 1887 per la partecipazione ad una assemblea "sovversiva" per cui fu anche espulso dall'Università, dove studiava legge.
Riottenne il permesso di riscriversi agli studi universitari in giurisprudenza solo nel 1990 e riuscì a superare velocemente in tempo record tutti gli esami necessari alla laurea.
Si formò attraverso le letture di Marx e si occupò attivamente dei movimenti rivoluzionari dell'epoca: prese parte al movimento rivoluzionario Unione di Lotta da cui fu inviato in Svizzera nel 1895 e quindi a Parigi, dove ebbe contatti con i più noti teorici del marxismo del tempo.
Di ritorno in Russia fu arrestato e deportato in Siberia per tre anni nel corso dei quali si occupò della stesura di "Lo sviluppo del Capitalismo in Russia".
Nel 1898 sposò una compagna, come lui prigioniera politica, nel 1900 uscì dal carcere e nel 1901 avviò la pubblicazione della rivista Zarja, dove per la prima volta, Vladimir si firmava come Lenin.
Al 1902 risale una delle più famose tra le sue pubblicazioni: "Che fare?".
Nel 1905 Lenin si batteva per l'autonomia di azione dei bolscevichi, la corrente rivoluzionaria che rivendicava il ruolo di protagonista per il proletariato urbano e rurale, diversamente dalle altre forze politiche di opposizione al regime zarista.
Nel febbraio 1917, quando in Russia iniziò il movimento rivoluzionario destinato a capovolgere il regime dell'epoca, Lenin si trovava in Svizzera: rientrato in patria clandestinamente, prese in breve tempo la guida politica della situazione ed in ottobre venne dichiarato decaduto il regime zarista ed iniziò la nuova storia della Russia.
Non gli piaceva Stalin e ... la storia gli darà ragione, ma qualunque cosa sia poi divenuto il comunismo reale nella Unione Sovietica, Lenin fu un idealista, un pò filosofo, un pò uomo d'azione, di valori etici generosi ed elevati, sicuramente.
La sua salute fu gravemente minata nel 1922 quando venne colpito da un ictus: morì dopo due anni, il 21 gennaio del 1924.
Era nato il 22 aprile del 1870 in una famiglia abbastanza agiata e di buon livello culturale: il padre, docente di matematica, ricevette incarichi di prestigio nelle istituzioni scolastiche dell'epoca, la madre, figlia di un medico, possedeva un diploma da insegnante e si occupò della educazione di Lenin (Vladimir Il'ic Ul'janov) e degli altri figli: Anna, Aleksandr, Olga, Dmijtri e Marija.
Lenin perse suo padre alla età di 16 anni, morto nel 1886, ma ben presto dovette affrontare anche la perdita del fratello Aleksandr, rimasto coinvolto con Anna a Pietroburgo, dove i ragazzi studiavano nella locale Università, in un tentativo di cospirazione contro lo zar Alessandro III.
Anna fu rilasciata in quanto considerata estranea ai fatti, ma Aleksandr condannato a morte e giustiziato nel 1887. La condanna di Aleksandr in qualche modo segnò il destino della famiglia e della stesso Lenin, a sua volta presto arrestato pochi mesi dopo, sempre nel 1887 per la partecipazione ad una assemblea "sovversiva" per cui fu anche espulso dall'Università, dove studiava legge.
Riottenne il permesso di riscriversi agli studi universitari in giurisprudenza solo nel 1990 e riuscì a superare velocemente in tempo record tutti gli esami necessari alla laurea.
Si formò attraverso le letture di Marx e si occupò attivamente dei movimenti rivoluzionari dell'epoca: prese parte al movimento rivoluzionario Unione di Lotta da cui fu inviato in Svizzera nel 1895 e quindi a Parigi, dove ebbe contatti con i più noti teorici del marxismo del tempo.
Di ritorno in Russia fu arrestato e deportato in Siberia per tre anni nel corso dei quali si occupò della stesura di "Lo sviluppo del Capitalismo in Russia".
Nel 1898 sposò una compagna, come lui prigioniera politica, nel 1900 uscì dal carcere e nel 1901 avviò la pubblicazione della rivista Zarja, dove per la prima volta, Vladimir si firmava come Lenin.
Al 1902 risale una delle più famose tra le sue pubblicazioni: "Che fare?".
Nel 1905 Lenin si batteva per l'autonomia di azione dei bolscevichi, la corrente rivoluzionaria che rivendicava il ruolo di protagonista per il proletariato urbano e rurale, diversamente dalle altre forze politiche di opposizione al regime zarista.
Nel febbraio 1917, quando in Russia iniziò il movimento rivoluzionario destinato a capovolgere il regime dell'epoca, Lenin si trovava in Svizzera: rientrato in patria clandestinamente, prese in breve tempo la guida politica della situazione ed in ottobre venne dichiarato decaduto il regime zarista ed iniziò la nuova storia della Russia.
Non gli piaceva Stalin e ... la storia gli darà ragione, ma qualunque cosa sia poi divenuto il comunismo reale nella Unione Sovietica, Lenin fu un idealista, un pò filosofo, un pò uomo d'azione, di valori etici generosi ed elevati, sicuramente.
La sua salute fu gravemente minata nel 1922 quando venne colpito da un ictus: morì dopo due anni, il 21 gennaio del 1924.
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