Come funzionano le fibre nella prevenzione di obesità e diabete
Il dato empirico, noto e verificato, conosciuto da tempo a tutti i medici e studiosi era ed è che una dieta ricca di fibre risulta utile nel prevenire alcuni disturbi metabolici ed in particolare l'obesità ed il diabete.
In quale modo la presenza di fibre nella alimentazione riuscisse a sortire un tale effetto protettivo, tuttavia, non era stato ancora acclarato almeno fino ad oggi.
Ora una ricerca pubblicata su Cell il 9 gennaio e condotta da una equipe di ricercatori francesi e svedesi, guidati da Gilles Mithieux, dimostra, attraverso una sperimentazione complessa e condotta in diverse fasi su gruppi di topi, che la protezione fornita dalle fibre è legata alla loro capacità di stimolare la produzione di glucosio da parte della flora batterica intestinale.
Sia la frutta secca che alcune verdure, ortaggi e legumi sono ricchi di fibre fermentabili: le fibre non possono essere digerite dall'organismo, ma vengono metabolizzate dalla flora batterica intestinale. I prodotti di un tale processo di fermentazione operato dai batteri presenti nell'intestino, sono alcuni acidi grassi a catena corta, che possono essere assimilati, ma anche utilizzati come precursori nella produzione di glucosio.
L'efficacia degli acidi grassi a catena corta nello stimolare la produzione di glucosio intestinale è stata verificata dai ricercatori aggiungendo alla dieta di un gruppo di topi fibre alimentari oppure direttamente questi acidi grassi (propionato e butirrato): in questi animali era possibile osservare una rilevante induzione sia degli enzimi che della espressività dei geni responsabili della produzione di glucosio intestinale ed inoltre essi, malgrado venissero nutriti con una dieta ipercalorica e ricca di grassi e zuccheri ingrassavano meno rispetto al gruppo di controllo, dove pur somministrando la stessa dieta, la produzione di glucosio intestinale era stata inibita con una manipolazione genetica. Il gruppo di controllo incapace di produrre glucosio intestinale ingrassava e sviluppava diabete esattamente come il gruppo di animali nutriti con una dieta povera di fibre. Sembra quindi confermato che proprio la produzione di glucosio intestinale rappresenti la condizione protettiva per l'organismo contro obesità e diabete.
In che modo questo avviene? Una volta prodotto nell'intestino il glucosio buono, per così dire viene assimilato dai vasi sanguigni e passa nella vena porta: terminazioni nervose presenti nella parete della vena inviano un segnale al cervello il quale attiva una serie di meccanismi utili.
Dal cervello che riceve questo messaggio viene indotta la sensazione di sazietà, regolata e ridotta la produzione del glucosio da parte del fegato e migliorata la spesa energetica a riposo.
Tutti questi meccanismi sono quelli che aiutano la prevenzione della obesità e del diabete anche a parità dell'apporto alimentare sotto altri aspetti.
Sarà quindi sufficiente aggiungere, ovvero integrare la propria dieta con un adeguato apporto di fibre per essere protetti!
In quale modo la presenza di fibre nella alimentazione riuscisse a sortire un tale effetto protettivo, tuttavia, non era stato ancora acclarato almeno fino ad oggi.
Ora una ricerca pubblicata su Cell il 9 gennaio e condotta da una equipe di ricercatori francesi e svedesi, guidati da Gilles Mithieux, dimostra, attraverso una sperimentazione complessa e condotta in diverse fasi su gruppi di topi, che la protezione fornita dalle fibre è legata alla loro capacità di stimolare la produzione di glucosio da parte della flora batterica intestinale.
Sia la frutta secca che alcune verdure, ortaggi e legumi sono ricchi di fibre fermentabili: le fibre non possono essere digerite dall'organismo, ma vengono metabolizzate dalla flora batterica intestinale. I prodotti di un tale processo di fermentazione operato dai batteri presenti nell'intestino, sono alcuni acidi grassi a catena corta, che possono essere assimilati, ma anche utilizzati come precursori nella produzione di glucosio.
L'efficacia degli acidi grassi a catena corta nello stimolare la produzione di glucosio intestinale è stata verificata dai ricercatori aggiungendo alla dieta di un gruppo di topi fibre alimentari oppure direttamente questi acidi grassi (propionato e butirrato): in questi animali era possibile osservare una rilevante induzione sia degli enzimi che della espressività dei geni responsabili della produzione di glucosio intestinale ed inoltre essi, malgrado venissero nutriti con una dieta ipercalorica e ricca di grassi e zuccheri ingrassavano meno rispetto al gruppo di controllo, dove pur somministrando la stessa dieta, la produzione di glucosio intestinale era stata inibita con una manipolazione genetica. Il gruppo di controllo incapace di produrre glucosio intestinale ingrassava e sviluppava diabete esattamente come il gruppo di animali nutriti con una dieta povera di fibre. Sembra quindi confermato che proprio la produzione di glucosio intestinale rappresenti la condizione protettiva per l'organismo contro obesità e diabete.
In che modo questo avviene? Una volta prodotto nell'intestino il glucosio buono, per così dire viene assimilato dai vasi sanguigni e passa nella vena porta: terminazioni nervose presenti nella parete della vena inviano un segnale al cervello il quale attiva una serie di meccanismi utili.
Dal cervello che riceve questo messaggio viene indotta la sensazione di sazietà, regolata e ridotta la produzione del glucosio da parte del fegato e migliorata la spesa energetica a riposo.
Tutti questi meccanismi sono quelli che aiutano la prevenzione della obesità e del diabete anche a parità dell'apporto alimentare sotto altri aspetti.
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