Un luogo accantonato nella memoria: Sabra e Shatila
Sabra e Shatila sono i nomi di due campi di profughi palestinesi dove furono massacrati tra il 16 ed il 18 settembre 1982 un numero imprecisato di civili inermi rifugiati perché già scacciati dalle loro terre: si trattava prevalentemente di donne, bambini e persone anziane, quelli che stazionavano nei campi senza partecipare attivamente al conflitto in atto. Come purtroppo avviene nelle zone di guerra, specie nelle regioni palestinesi, le notizie certe non esistono, sicché non è dato sapere quale sia stato allora effettivamente il numero delle persone trucidate: secondo la croce rossa internazionale tra i 1.000 ed i 1.500, secondo fonti palestinesi 3.500 morti. Sarà difficile che la storia riesca anche a distanza di tempo a stabilire una verità: sono morti non solo senza nome, ma senza neanche un numero ad identificarli, solo sangue versato nella terra.
Prima di questo atroce epilogo, Israele sosteneva militarmente la fazione dei maroniti nella guerra civile in Libano, ma la situazione era divenuta critica a tal punto che intervennero mediatori internazionali per risolvere la crisi ed evitare spargimenti di sangue innocente: furono raggiunti degli accordi che avrebbero dovuto garantire la tutela della incolumità delle persone nei campi profughi: sia gli israeliani che i falangisti libanesi si impegnarono a non portare la guerra nei campi profughi e furono inviate forze militari internazionali (Francia, Italia, USA) per presidiare e proteggere i campi.
Con l'arrivo delle forze internazionali, alla fine di Agosto, i miliziani dell'OLP lasciarono i territori, completando l'evacuazione al 1° settembre.
Immediatamente dopo, il 3 settembre i militari israeliani circondarono i campi profughi, venendo meno agli accordi militari assunti con i mediatori internazionali. I loro alleati i falangisti si piazzarono sui confini dei campi di Sabra e Shatila.
Il 10 settembre, con un anticipo di una decina di giorni rispetto a quanto previsto le forze militari internazionali di tutela abbandonarono la zona!
Certo: a rileggerla così ora, sembra quasi che tutti gli accordi presi, compresa la protezione internazionale promessa per i profughi sia servita solo a carpire la fiducia dei miliziani palestinesi inducendoli a ritirarsi dalle zone ed a lasciarle senza protezione ...
Il Ministro della difesa israeliano, Ariel Sharon, accusò i rifugiati dei campi di ospitare ancora guerriglieri: i palestinesi negarono.
Il presidente falangista Gemayel venne ucciso il 14 settembre, dopo aver rifiutato di firmare un trattato di pace imposto da Israele: chi lo uccise?
Intrighi di servizi segreti ... chi può dirlo?
Ma la colpa venne scaricata sui palestinesi che Sharon aveva già accusato di nascondere guerriglieri.
Subito dopo la morte di Gemayel Israele invase Beirut ovest (venendo ancora una volta meno agli accordi siglati). La sera del 16 settembre 1982 i falangisti istigati alla vendetta e coperti dall'assedio israeliano, entrarono nei campi profughi ... in due giorni furono massacrate migliaia di persone, letteralmente fatte a pezzi: una macelleria umana sotto il sole, morti senza nome.
Le testimonianze parlano di teste, gambe e braccia sparse fra le macerie, cumuli di cadaveri, tanti bambini, donne, uomini ...
Ora cos'è un crimine contro l'umanità?
Il massacro di una etnia o della popolazione civile inerme in una città o in un campo profughi, può lecitamente essere considerato un crimine contro l'umanità?
Sarà lecito definire BOIA chi si è macchiato di tali crimini?
Non possono essere versate lacrime su una terra già troppo bagnata di sangue, ma solo almeno un giorno, anche solo oggi, per la memoria delle vittime innocenti di quel massacro.
Prima di questo atroce epilogo, Israele sosteneva militarmente la fazione dei maroniti nella guerra civile in Libano, ma la situazione era divenuta critica a tal punto che intervennero mediatori internazionali per risolvere la crisi ed evitare spargimenti di sangue innocente: furono raggiunti degli accordi che avrebbero dovuto garantire la tutela della incolumità delle persone nei campi profughi: sia gli israeliani che i falangisti libanesi si impegnarono a non portare la guerra nei campi profughi e furono inviate forze militari internazionali (Francia, Italia, USA) per presidiare e proteggere i campi.
Con l'arrivo delle forze internazionali, alla fine di Agosto, i miliziani dell'OLP lasciarono i territori, completando l'evacuazione al 1° settembre.
Immediatamente dopo, il 3 settembre i militari israeliani circondarono i campi profughi, venendo meno agli accordi militari assunti con i mediatori internazionali. I loro alleati i falangisti si piazzarono sui confini dei campi di Sabra e Shatila.
Il 10 settembre, con un anticipo di una decina di giorni rispetto a quanto previsto le forze militari internazionali di tutela abbandonarono la zona!
Certo: a rileggerla così ora, sembra quasi che tutti gli accordi presi, compresa la protezione internazionale promessa per i profughi sia servita solo a carpire la fiducia dei miliziani palestinesi inducendoli a ritirarsi dalle zone ed a lasciarle senza protezione ...
Il Ministro della difesa israeliano, Ariel Sharon, accusò i rifugiati dei campi di ospitare ancora guerriglieri: i palestinesi negarono.
Il presidente falangista Gemayel venne ucciso il 14 settembre, dopo aver rifiutato di firmare un trattato di pace imposto da Israele: chi lo uccise?
Intrighi di servizi segreti ... chi può dirlo?
Ma la colpa venne scaricata sui palestinesi che Sharon aveva già accusato di nascondere guerriglieri.
Subito dopo la morte di Gemayel Israele invase Beirut ovest (venendo ancora una volta meno agli accordi siglati). La sera del 16 settembre 1982 i falangisti istigati alla vendetta e coperti dall'assedio israeliano, entrarono nei campi profughi ... in due giorni furono massacrate migliaia di persone, letteralmente fatte a pezzi: una macelleria umana sotto il sole, morti senza nome.
Le testimonianze parlano di teste, gambe e braccia sparse fra le macerie, cumuli di cadaveri, tanti bambini, donne, uomini ...
Ora cos'è un crimine contro l'umanità?
Il massacro di una etnia o della popolazione civile inerme in una città o in un campo profughi, può lecitamente essere considerato un crimine contro l'umanità?
Sarà lecito definire BOIA chi si è macchiato di tali crimini?
Non possono essere versate lacrime su una terra già troppo bagnata di sangue, ma solo almeno un giorno, anche solo oggi, per la memoria delle vittime innocenti di quel massacro.
Concordo pienamente con le opinioni espresse nell'articolo. Niente lacrime per gli assassini responsabili di crimini contro l'umanita'. Solo immensa pieta' per le loro vittime.
RispondiEliminaEra giusto ricordarlo ... anche se purtroppo oggi come oggi non aiuterà nessuno ....
RispondiEliminaL'odio generato da cose come questa credo sia inestinguibile: chi ha perso i propri cari in quei campi è qualcuno che non ha più nulla da perdere ed è disposto a tutto, la sua guerra durerà per tutta la sua vita. Vorrei poter credere che cose simili non debbano mai più accadere: forse questo è il senso del ricordarle ... Gli innocenti riposino in pace.
Era giusto ricordarlo ... anche se purtroppo oggi come oggi non aiuterà nessuno ....
RispondiEliminaL'odio generato da cose come questa credo sia inestinguibile: chi ha perso i propri cari in quei campi è qualcuno che non ha più nulla da perdere ed è disposto a tutto, la sua guerra durerà per tutta la sua vita. Vorrei poter credere che cose simili non debbano mai più accadere: forse questo è il senso del ricordarle ... Gli innocenti riposino in pace.