ADHD: esiste o non esiste?
Qualcuno di voi forse avrà già sentito parlare del Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, il famoso ADHD: più probabilmente conoscete la diagnosi se siete degli insegnati e vi trovate in classe un ragazzino particolarmente vivace ed indomabile, ma anche se siete il genitore di un piccolo Gianburrasca è probabile che una diagnosi di ADHD qualcuno ve l'abbia già fatta.
Cos'è dunque questo ADHD?
La sindrome è descritta nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, il DSM IV per intenderci, tra quei disturbi che solitamente esordiscono e vengono diagnosticati nell'infanzia e nella fanciullezza. Dato che le diagnosi del DSM sono tutte di tipo sindromico descrittivo (trattandosi di disturbi mentali e pertanto prevalentemente di tipo "funzionale") anche la diagnosi di ADHD è una diagnosi sindromica, vale a dire non etiologica: ovvero definisce la patologia come un insieme di sintomi accuratamente decritti, peraltro, ma non individua le cause e la patogenesi del disturbo.
Questo modo di fare diagnosi è certamente utile quando si vogliano uniformare i criteri, ottenere dati fra loro comparabili, riducendo al massimo quindi il margine di discrezionalità del medico che formula la diagnosi e specialmente in assenza di substrati organici ed alterazioni fisiche, biochimiche, metaboliche o genetiche sicuramente obiettivabili.
Cercherò di spiegarmi: l'iperattività ed il disturbo di attenzione correlato sono sintomi e possono essere legati a diverse altre patologie. Gravi iperattività e disattenzione sono presenti in diversi disturbi della sfera affettivo relazionale tra cui ad esempio anche l'autismo, frequente è il riscontro di una depressione materna associata al disturbo da iperattività del bambino e l'iperattività può essere appunto un sintomo di depressione nella età infantile, i bambini asmatici in trattamento con corticosteroidi sviluppano spesso iperattività, i bambini che si annoiano in ambienti poco stimolanti possono divenire iperattivi per richiamare l'attenzione e così via ...
Ora alla voce diagnosi differenziale il DSM IV spiega che l'ADHD non può essere diagnosticato se i sintomi sono meglio attribuibili ad un altro disturbo mentale: praticamente ci sta dicendo che possiamo fare diagnosi di ADHD se non siamo riusciti a giungere ad un'altra diagnosi compatibile e testualmente elenca:
Disturbo dell'umore, disturbo dissociativo, disturbo di personalità, modificazione di personalità dovuta a condizione medica generale, disturbi generalizzati dello sviluppo ...
Il fatto è che la diagnosi di Adhd sembra invece divenire sempre più frequente: nella maggior parte dei casi ci si ferma al sintomo iperattività e non sempre si indaga oltre.
Negli USA la prevalenza del disturbo supera il 14% della popolazione in età evolutiva e nei due terzi dei casi diagnosticati viene impostato un trattamento farmacologico con derivati anfetaminici, Ritalin per intenderci. Molti sono però i dubbi e le critiche nate in seno alla comunità scientifica per l'abuso di questo genere di trattamento nei bambini ...
Ora un neurologo americano, Richard Saul, ha pubblicato un libro: "L'ADHD non esiste".
Secondo i dati del Center for Disease control and Prevention negli USA ci sono 6.400.000 bambini tra i 4 ed i 17 anni cui è stato diagnosticato il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, ma il dott.Soul sostiene che l'iperattività ed i disturbi di attenzione possono essere fatti risalire ad una ventina di altre condizioni diverse, ciascuna delle quali merita un trattamento specifico suo proprio, mentre l'aumento delle diagnosi di ADHD potrebbe essere legato ad alcune forme di superficialità, senza contare gli interessi delle case farmaceutiche ...
Cos'è dunque questo ADHD?
La sindrome è descritta nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, il DSM IV per intenderci, tra quei disturbi che solitamente esordiscono e vengono diagnosticati nell'infanzia e nella fanciullezza. Dato che le diagnosi del DSM sono tutte di tipo sindromico descrittivo (trattandosi di disturbi mentali e pertanto prevalentemente di tipo "funzionale") anche la diagnosi di ADHD è una diagnosi sindromica, vale a dire non etiologica: ovvero definisce la patologia come un insieme di sintomi accuratamente decritti, peraltro, ma non individua le cause e la patogenesi del disturbo.
Questo modo di fare diagnosi è certamente utile quando si vogliano uniformare i criteri, ottenere dati fra loro comparabili, riducendo al massimo quindi il margine di discrezionalità del medico che formula la diagnosi e specialmente in assenza di substrati organici ed alterazioni fisiche, biochimiche, metaboliche o genetiche sicuramente obiettivabili.
Cercherò di spiegarmi: l'iperattività ed il disturbo di attenzione correlato sono sintomi e possono essere legati a diverse altre patologie. Gravi iperattività e disattenzione sono presenti in diversi disturbi della sfera affettivo relazionale tra cui ad esempio anche l'autismo, frequente è il riscontro di una depressione materna associata al disturbo da iperattività del bambino e l'iperattività può essere appunto un sintomo di depressione nella età infantile, i bambini asmatici in trattamento con corticosteroidi sviluppano spesso iperattività, i bambini che si annoiano in ambienti poco stimolanti possono divenire iperattivi per richiamare l'attenzione e così via ...
Ora alla voce diagnosi differenziale il DSM IV spiega che l'ADHD non può essere diagnosticato se i sintomi sono meglio attribuibili ad un altro disturbo mentale: praticamente ci sta dicendo che possiamo fare diagnosi di ADHD se non siamo riusciti a giungere ad un'altra diagnosi compatibile e testualmente elenca:
Disturbo dell'umore, disturbo dissociativo, disturbo di personalità, modificazione di personalità dovuta a condizione medica generale, disturbi generalizzati dello sviluppo ...
Il fatto è che la diagnosi di Adhd sembra invece divenire sempre più frequente: nella maggior parte dei casi ci si ferma al sintomo iperattività e non sempre si indaga oltre.
Negli USA la prevalenza del disturbo supera il 14% della popolazione in età evolutiva e nei due terzi dei casi diagnosticati viene impostato un trattamento farmacologico con derivati anfetaminici, Ritalin per intenderci. Molti sono però i dubbi e le critiche nate in seno alla comunità scientifica per l'abuso di questo genere di trattamento nei bambini ...
Ora un neurologo americano, Richard Saul, ha pubblicato un libro: "L'ADHD non esiste".
Secondo i dati del Center for Disease control and Prevention negli USA ci sono 6.400.000 bambini tra i 4 ed i 17 anni cui è stato diagnosticato il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, ma il dott.Soul sostiene che l'iperattività ed i disturbi di attenzione possono essere fatti risalire ad una ventina di altre condizioni diverse, ciascuna delle quali merita un trattamento specifico suo proprio, mentre l'aumento delle diagnosi di ADHD potrebbe essere legato ad alcune forme di superficialità, senza contare gli interessi delle case farmaceutiche ...
"Gravi iperattività e disattenzione sono presenti in diversi disturbi della sfera affettivo relazionale tra cui ad esempio anche l'autismo, frequente è il riscontro di una depressione materna associata al disturbo da iperattività del bambino e l'iperattività può essere appunto un sintomo di depressione nella età infantile, i bambini asmatici in trattamento con corticosteroidi sviluppano spesso iperattività, i bambini che si annoiano in ambienti poco stimolanti possono divenire iperattivi per richiamare l'attenzione e così via"
RispondiEliminaSecondo me l' ADHD non esiste, mi sembra una sorta di "diagnosi forzata a fini di profitto farmaceutico".
;-)
... forse a volte una diagnosi di comodo che consente di non fare la fatica di approfondire ed a volte anche una diagnosi "pietosa" per non spaventare i genitori con paroloni più grossi ... iperattività non suona troppo male ... ;-) Ciao Gromo!
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