Donne invisibili. Angeli e demoni. Mogli-madri (casalinghe) e prostitute.
Oggi è l'8 marzo, la celebrazione della giornata internazionale della donna: quale occasione migliore per fermarsi qualche momento a riflettere su ciò che rappresenta il ruolo femminile nella nostra cultura?
Ecco, nella struttura familiare propria della tradizione patriarcale la figura femminile esiste come moglie e madre di qualcun altro, in pratica in funzione o servo funzione di altri, ma non come persona per se stessa: questa (ancora oggi) sarebbe la sua immagine positiva, convalidata ed accettata socialmente.
Non si è mai trattato di un ruolo riconosciuto istituzionalmente al di fuori delle mura domestiche: il carico del lavoro di cura familiare e domestico ha vagato per secoli nel limbo dell'invisibile, retaggio di una cultura presente nell'antica civiltà latina, dove nella familia erano inclusi anche gli schiavi.
Scomparsa la schiavitù sono rimaste le donne nel ruolo le mogli-madri dalle quali ci si aspetta una disponibilità illimitata in rapporto tanto all'orario che al carico di lavoro, oltre che il buon carattere necessario ad assorbire tutti i malumori degli altri componenti della famiglia, offrendo loro l'accoglienza ed il contenimento emotivo di cui hanno bisogno per rasserenarsi ed affrontare il mondo forti e sicuri di sé.
Già, il ruolo terapeutico è femminile e materno: non a caso le facoltà e le specializzazioni in psicologia sono frequentate prevalentemente da donne e non a caso noi donne avremmo necessità di studiare a lungo ed a fondo tutte le variazioni e le sfumature di significato che stanno tra l'accezione del verbo reggere e quella del verbo subire.
La realtà è che una donna non necessariamente è una persona equipaggiata con un solido equilibrio interiore e di conseguenza l'idea di reggere finisce per rappresentare spesso una mistificazione, un autoinganno teso a salvare i rapporti familiari ed insieme qualche briciola di autostima in situazioni dove in realtà si subisce senza riuscire a trovare una soluzione, né la capacità di reagire.
Può capitare di chiedere ad una donna perché subisca un maltrattamento familiare e sentirsi rispondere che lei sopporta non per paura, ma per pietà verso il suo aguzzino: non è assurdo, né infrequente, anzi ...
Queste mogli e madri sono gli angeli del focolare, approvati e sostenuti da secoli di consenso sociale.
Il primo (e fino ad oggi l'unico) riconoscimento sociale del lavoro di cura familiare e domestico è arrivato il 18 aprile del 1963 con la pensione per le casalinghe e la loro iscrizione all'Inps come assicurazione volontaria, per la quale quindi è necessario versare regolari contributi (figurarsi ...) e che è soggetta a precise normative e restrizioni.
Quante casalinghe versano i contributi a fini pensionistici?
Mah! Probabilmente la maggior parte di loro lavora in nero ...
L'altra faccia della medaglia, l'altro ruolo femminile, il demone, simbolo di depravazione ed oggetto della pubblica condanna è la prostituta: il mestiere più antico del mondo.
Questa donna, in genere anch'ella oggetto posseduto, sfruttato e messo in vendita (solitamente da uomini) svolge a sua volta un lavoro invisibile .... non riconosciuto, non tassato e senza diritti pensionistici ....
Non è una bestemmia sostenere che i due ruoli sono tra loro complementari ed ugualmente misconosciuti e sfruttati, né un caso che in molti giri di prostituzione al chiuso vengano scoperte insospettabili casalinghe ...
Tassare la prostituzione è una tematica che torna ciclicamente in discussione ormai da diversi anni nel nostro paese anche in rapporto al deficit dello stato che non sa più dove e da chi raccogliere contributi, così negli ultimi giorni si parla di questo progetto di legge della senatrice PD Spilabotte, che propone apertura di partita IVA, come per attività libero professionale, iscrizione alla camera di commercio ed insomma una regolarizzazione a tutto tondo per le prostitute.
Probabilmente il progetto sarà osteggiato soprattutto dagli uomini che non vorrebbero essere scoperti con una fattura del genere in tasca, ma nei fatti, dato che la prostituzione esiste grazie ad una costante richiesta di mercato (che non conosce crisi) una regolarizzazione potrebbe consentire a queste donne una migliore capacità di difesa a fronte delle gravi situazioni di sfruttamento in cui spesso si trovano intrappolate e permetterebbe invece di perseguire più facilmente gli sfruttatori, tenendoli ben distinti dalla proprie vittime.
Il migliore augurio oggi per ogni donna e ogni ragazza è di riuscire a crescere per essere qualcosa che non sia una moglie o una prostituta, ma la persona che spera, desidera e vuole essere: semplicemente se stessa.
Ecco, nella struttura familiare propria della tradizione patriarcale la figura femminile esiste come moglie e madre di qualcun altro, in pratica in funzione o servo funzione di altri, ma non come persona per se stessa: questa (ancora oggi) sarebbe la sua immagine positiva, convalidata ed accettata socialmente.
Non si è mai trattato di un ruolo riconosciuto istituzionalmente al di fuori delle mura domestiche: il carico del lavoro di cura familiare e domestico ha vagato per secoli nel limbo dell'invisibile, retaggio di una cultura presente nell'antica civiltà latina, dove nella familia erano inclusi anche gli schiavi.
Scomparsa la schiavitù sono rimaste le donne nel ruolo le mogli-madri dalle quali ci si aspetta una disponibilità illimitata in rapporto tanto all'orario che al carico di lavoro, oltre che il buon carattere necessario ad assorbire tutti i malumori degli altri componenti della famiglia, offrendo loro l'accoglienza ed il contenimento emotivo di cui hanno bisogno per rasserenarsi ed affrontare il mondo forti e sicuri di sé.
Già, il ruolo terapeutico è femminile e materno: non a caso le facoltà e le specializzazioni in psicologia sono frequentate prevalentemente da donne e non a caso noi donne avremmo necessità di studiare a lungo ed a fondo tutte le variazioni e le sfumature di significato che stanno tra l'accezione del verbo reggere e quella del verbo subire.
La realtà è che una donna non necessariamente è una persona equipaggiata con un solido equilibrio interiore e di conseguenza l'idea di reggere finisce per rappresentare spesso una mistificazione, un autoinganno teso a salvare i rapporti familiari ed insieme qualche briciola di autostima in situazioni dove in realtà si subisce senza riuscire a trovare una soluzione, né la capacità di reagire.
Può capitare di chiedere ad una donna perché subisca un maltrattamento familiare e sentirsi rispondere che lei sopporta non per paura, ma per pietà verso il suo aguzzino: non è assurdo, né infrequente, anzi ...
Queste mogli e madri sono gli angeli del focolare, approvati e sostenuti da secoli di consenso sociale.
Il primo (e fino ad oggi l'unico) riconoscimento sociale del lavoro di cura familiare e domestico è arrivato il 18 aprile del 1963 con la pensione per le casalinghe e la loro iscrizione all'Inps come assicurazione volontaria, per la quale quindi è necessario versare regolari contributi (figurarsi ...) e che è soggetta a precise normative e restrizioni.
Quante casalinghe versano i contributi a fini pensionistici?
Mah! Probabilmente la maggior parte di loro lavora in nero ...
L'altra faccia della medaglia, l'altro ruolo femminile, il demone, simbolo di depravazione ed oggetto della pubblica condanna è la prostituta: il mestiere più antico del mondo.
Questa donna, in genere anch'ella oggetto posseduto, sfruttato e messo in vendita (solitamente da uomini) svolge a sua volta un lavoro invisibile .... non riconosciuto, non tassato e senza diritti pensionistici ....
Non è una bestemmia sostenere che i due ruoli sono tra loro complementari ed ugualmente misconosciuti e sfruttati, né un caso che in molti giri di prostituzione al chiuso vengano scoperte insospettabili casalinghe ...
Tassare la prostituzione è una tematica che torna ciclicamente in discussione ormai da diversi anni nel nostro paese anche in rapporto al deficit dello stato che non sa più dove e da chi raccogliere contributi, così negli ultimi giorni si parla di questo progetto di legge della senatrice PD Spilabotte, che propone apertura di partita IVA, come per attività libero professionale, iscrizione alla camera di commercio ed insomma una regolarizzazione a tutto tondo per le prostitute.
Probabilmente il progetto sarà osteggiato soprattutto dagli uomini che non vorrebbero essere scoperti con una fattura del genere in tasca, ma nei fatti, dato che la prostituzione esiste grazie ad una costante richiesta di mercato (che non conosce crisi) una regolarizzazione potrebbe consentire a queste donne una migliore capacità di difesa a fronte delle gravi situazioni di sfruttamento in cui spesso si trovano intrappolate e permetterebbe invece di perseguire più facilmente gli sfruttatori, tenendoli ben distinti dalla proprie vittime.
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