Il principe della rinuncia e la vita imperfetta
Il Principe della Rinuncia è il nobiluomo che ha bisogno di vedere riconosciuti il proprio valore e la propria importanza, egli rifiuta di scendere nell'arena della lotta e dei compromessi che il confronto e lo scontro con la realtà impongono agli umani e pertanto, risentito per i mancati omaggi che ritiene di meritare e per la correlata penuria di purpurei tappeti vellutati distesi innanzi al suo incedere regale (per pura e graziosa degnazione di Sua Altezza) preferisce ritirarsi e tacere serrato nella sua torre d'avorio.
Egli non entra nella mischia, a meno che la folla non faccia ala al suo passaggio!
Intendiamoci: si tratta di un uomo coraggioso e puro che non teme di essere ferito: più che altro lo disturba l'idea del contatto ed il cattivo odore della marmaglia.
Egli esporrà serenamente la gola alla lama del suo avversario, solo con un lieve velo di ironia nel sorriso, ma non scenderà dal trono in cima al piedistallo, così da costringere il nemico a salire i mille gradini che separano il proprio meschino essere dalla elevata nobiltà del principe (e c'è speranza che al nemico venga almeno il fiatone).
Non considera il principe che nel caso il nemico fosse un non fumatore poco ci sarebbe da contare in un salvifico (per il principe) attacco dispnoico (preferibilmente letale per l'attentatore) considerato il buon allenamento di spada e ramazza di quest'ultimo, acquisito per farsi strada nella nauseabonda mischia di cui sopra ... Ma il principe indulge nella sua memoria drogato dai ricordi dei gloriosi fasti della sua infanzia e sceglie la sua nobilissima ed adamantina sconfitta pur di conservare intatta la propria identità regale ... ma in fondo il suo timore è nel rischio di potersi rivelare non del tutto all'altezza di Sua Altezza: si sa la vita è imperfetta ed il principe incompiuto dacché non può sperimentare se stesso ma solo consegnarsi al divino Olimpo dei Patri Lari ...
Egli non entra nella mischia, a meno che la folla non faccia ala al suo passaggio!
Intendiamoci: si tratta di un uomo coraggioso e puro che non teme di essere ferito: più che altro lo disturba l'idea del contatto ed il cattivo odore della marmaglia.
Egli esporrà serenamente la gola alla lama del suo avversario, solo con un lieve velo di ironia nel sorriso, ma non scenderà dal trono in cima al piedistallo, così da costringere il nemico a salire i mille gradini che separano il proprio meschino essere dalla elevata nobiltà del principe (e c'è speranza che al nemico venga almeno il fiatone).
Non considera il principe che nel caso il nemico fosse un non fumatore poco ci sarebbe da contare in un salvifico (per il principe) attacco dispnoico (preferibilmente letale per l'attentatore) considerato il buon allenamento di spada e ramazza di quest'ultimo, acquisito per farsi strada nella nauseabonda mischia di cui sopra ... Ma il principe indulge nella sua memoria drogato dai ricordi dei gloriosi fasti della sua infanzia e sceglie la sua nobilissima ed adamantina sconfitta pur di conservare intatta la propria identità regale ... ma in fondo il suo timore è nel rischio di potersi rivelare non del tutto all'altezza di Sua Altezza: si sa la vita è imperfetta ed il principe incompiuto dacché non può sperimentare se stesso ma solo consegnarsi al divino Olimpo dei Patri Lari ...
Ciao, c'è un premio x te nel mio blog, passa a ritirarlo
RispondiEliminahttp://labellezzachevorrei.blogspot.it/2014/03/liebster-award-il-premio-per-i-nuovi.html
Ti ringrazio, Valentina! Forse mi hai dato un'idea per un post ;-) alcune delle tue domande sono un pochino personali, ma saprò girarla a ridere: in fondo siamo donne!! Buona fortuna a te per tutto!
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