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Uno scorcio di povertà: breve storia di quotidiana miseria.

Scese le scale un pò saltellando, gli piaceva da sempre farlo così ed uscì in strada: l'aria aperta aveva il gusto fresco del crepuscolo primaverile col suo alone rosato dietro il fogliame ancora  intento a catturare tutto il calore dell'ultima luce del giorno. Nella penombra che andava avanzando , indugiava ancora il fiato dell'ultimo soffio d'inverno e gli pizzicava la pelle come una scossa sottile, in sordina che lo spingeva a muoversi più velocemente, così com'era, buttato fuori dal pigro tepore del suo nido.
Uscì dalla strada ed a passo svelto andò a calpestare l'erba del prato: l'umidità entrò subito nelle scarpette di tela, ma lui raggiunse lo stesso l'inferriata del belvedere affacciato sul panorama della costa.

 In quel punto tutto quello che era dietro di lui per qualche istante veniva inghiottito dalla distesa del mare con le ombre azzurrine delle coste lontane sparse sulla linea dell'orizzonte.
Non si trattenne che pochi secondi quindi uscì dal prato per continuare la sua strada.
Era la prima volta che usciva da solo di casa: la mamma gli aveva affidato una piccola commissione, doveva arrivare fino al negozio sulla strada e comprare alcune cose che erano scritte nel biglietto piegato che teneva nella tasca dei calzoni e che la mamma gli aveva consegnato con un sfilza di raccomandazioni che l'avevano un tantino impressionato e fatto sentire importante come uno grande di fronte al fratellino minore: ora però aveva quasi un poco paura e doveva sbrigarsi prima che facesse completamente buio.
Non era poi così grande ed aveva ancora paura del buio,  si affrettò quindi col cuore in gola, per fortuna ricordava bene la strada: era abbastanza vicino e non aveva bisogno di attraversare. Raggiunse il negozio ed entrò: c'erano alcune altre persone e lui essendo piccolo scompariva dietro al bancone, il commesso sembrava non notarlo affatto, mentre continuava a servire le persone che sopravvenivano nel frattempo. Aspettò il suo turno mentre la gente usciva ed altra ne entrava, senza che lui riuscisse ad attirare l'attenzione del negoziante: si sentì smarrito e non sapeva più come fare per portare a termine la sua piccola impresa!
Ad un certo punto una signora gentile disse:
"c'è il bambino!"
il negoziante sorrise compiacente alla donna  e le chiese di cosa aveva bisogno, quindi servì la signora, che una volta pronta raccolse tutto nella sua borsa della spesa, pagò e si avviò all'uscita, lanciando al piccolo uno sguardo di pietà.
Lui aveva quasi le lacrime agli occhi quando si decise con la voce un pò stridula a dire:
"Ci sono io e devo prendere queste cose per piacere"
tendeva il suo biglietto sotto il naso del padrone del negozio che finalmente non poté più fingere di non vederlo, ma gli disse senza neanche guardarlo: 
"devi aspettare, facciamo uscire un pò di gente prima, poi vediamo".
Il piccolo Giulio, questo era il suo nome, si sentì arrabbiato e tentò di protestare: 
"ma io ero prima, è il mio turno!"
a questo il volto dell'uomo si incupì e tagliò corto:
"se non vuoi aspettare, allora vattene!".
Giulio diventò rosso, ma si trattenne dal piangere e si sedette su uno scatolone in un angolo del negozio.
Quando si fece  ormai quasi ora di chiusura la gente smise di entrare, così  Giulio rimase da solo con il negoziante: l'uomo finì di riporre alcune cose ed infine  si avvicinò al bimbo, che era rimasto lì imbronciato, col mento inchiodato nella fontanella del collo e gli parlò.
Era seccato e quasi imbarazzato, ma spiegò:
"Devi dire alla mamma che non posso più farle credito, non posso più darle nulla se non lei non passa a pagarmi, e ... non volevo dirtelo davanti alla  gente ...".
Giulio aveva 9 anni e quel giorno seppe in questo modo che la mamma aveva un debito, magari non era solo uno: da quando avevano perso anche il nonno, la mamma era spesso triste ed a volte non cucinava neanche ...  ma lui non era riuscito a portare a termine il compito che lei gli aveva affidato e gli dispiacque di deluderla. Nel tornare la strada era buia, ma non se ne preoccupò così tanto, vedeva solo il  viso triste della sua mamma ed andò di corsa  perché voleva abbracciarla.

Commenti

  1. Ciao bellissima storia molto commuovente ma molto molto bella complimenti...

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  2. Grazie!! Giunone, sono felice che ti sia piaciuta ..

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