Relazioni umane: investimenti e perdite. Crediti, debiti ed altri imbrogli
Non intendo parlare di denaro, anche se le dinamiche sottese alle relazioni tra persone possono essere facilmente interpretate in chiave economica: perfino il linguaggio specifico del settore suggerisce esplicitamente tale opportunità quando parla di investimenti oggettuali, investimenti affettivi, crediti e debiti che maturano nell'ambito di relazioni tra individui e gruppi di individui all'interno della società ed ancora quando parla di perdite, delusioni e lutti correlati.
Molte delle incomprensioni e dei conflitti che nascono e si sviluppano all'interno di diverse strutture di relazioni duali o di gruppo sono legate ad una differente interpretazione dei ruoli o compiti immaginati, alle diverse proiezioni fantastiche, alle aspettative ed al computo personale che ciascuno tiene dei crediti maturati all'interno di uno scambio affettivo e/o comunicativo con gli altri.
Ovvio che i conti ciascuno li fa a modo suo utilizzando un proprio sistema di riferimento, pesi, misure e valori che variano da un individuo all'altro, sicché è molto difficile che nel conteggio due persone riescano a trovarsi d'accordo, a meno che non condividano una interpretazione funzionale ad uno scopo comune fra loro ... il che accade di tanto in tanto, naturalmente.
Noi ci riteniamo delusi da qualcosa o qualcuno quando quel qualcosa o qualcuno si rivela sostanzialmente diverso da come l'avevamo immaginato, atteso e desiderato .... come qualunque mente pensante, scevra da pregiudizi e non annebbiata dalla rabbia può facilmente intendere, quando questo succede si è trattato di un nostro errore di valutazione.
La nostra capacità di analisi della realtà e la nostra capacità previsionale hanno fallito, probabilmente perché ci siamo lasciati suggestionare da una nostra fantasia e soggiogare dal desiderio che ci ha indotti ad interpretare i pochi indizi colti nella realtà in una sintesi intuitiva della forma sperata, lasciandoci così illudere di avere trovato esattamente ciò che era nei nostri desideri ed avrebbe pertanto rappresentato la soddisfazione del nostro bisogno ....
Pochi di noi sono capaci di interrogarsi sulla realtà del contesto o dell'altra persona per se stessa cercando di comprendere invece quanto della nostra aspettativa abbia condizionato ed in qualche misura intrappolato l'altro ad essere o mostrarsi diverso dai propri desiderata (ciò che vuole essere e l'immagine che vuole presentare) ...
Non prendo qui in considerazione il caso della mistificazione (spesso anche in cattiva fede) di chi, facendo leva su di una affettività per sua natura dipendente dalla stima e dalla immagine restituitaci dall'altro, ci farà capire che si sente deluso da noi ogni qual volta cercheremo di fare o pensare qualcosa di diverso da quel che gli fa comodo: questa più propriamente si chiama manipolazione. Escludo da queste considerazioni anche il caso inverso, ovvero l'inganno di chi deliberatamente ha lasciato trapelare ed intravedere quegli indizi che avrebbero indotto l'altro ad immaginare qualcosa di diverso da ciò che è in realtà col medesimo scopo di toccarne e poi manipolarne l'affetto e le emozioni: si tratta di cose che dobbiamo conoscere bene solo per imparare a difendercene.
Non è facile ed i confini nelle realtà di relazione sono talvolta sfumati ed indistinti.
Rilevo però che chi riesce a vedere le altre persone per se stesse è capace di prendere in esame anche il proprio errore di valutazione, piuttosto che limitarsi a scaricare sull'altro il negativo emozionale della supposta delusione (vale a dire la rabbia ed il lutto per la perdita dell'altro immaginario).
Rilevo anche che chi nutre un affetto profondo ed autentico per l'altro riesce di solito (entro certi limiti almeno) ad accettarne e tollerarne anche gli aspetti che non considera soddisfacenti ed in linea con il proprio investimento fantastico.
Detto questo è ovvio che nel gioco di relazione ciascuno carica di aspettative qualcun altro. Se l'altro si adegua a tali aspettative ritiene di aver maturato un credito, che non sempre viene riconosciuto e condiviso: la soddisfazione di una aspettativa infatti tendenzialmente la si considera naturale e spontanea in quanto si ritiene sia parte dell'autentico modo di essere dell'altro, la delusione subentra invece quando una o più delle aspettative non vengono soddisfatte.
Ovviamente chi si era adattato a soddisfare altrui aspettative si sente in possesso di molti crediti, ma scopre che la moneta è diventata improvvisamente carta straccia e non può essere riconosciuta, né accettata. Vedere vanificati sacrifici e sforzi di adattamento portati avanti per tempi più o meno lunghi, può suscitare rabbia. Chi aveva investito aspettative che non vengono soddisfatte dal canto suo si sente tradito e ritiene di avanzare a propria volta molti crediti: altra moneta fuori corso che non potrà cambiare in nessuno sportello per cui reagirà a sua volta con rabbia.
E così nascono faide interminabili ed infinite: hai voglia a dire: "questa non è la mia guerra, non lo è mai stata ..." nessuno capirà ...
Morale della favola: meglio orientare i propri sforzi a capire se stessi e ciò che si vuole realmente piuttosto che adattarsi troppo e snaturare la propria indole!
Inoltre, meglio capire bene ed a fondo le persone prima di immaginare cosa potersi e doversi aspettare da loro ...
Se non è chiaro, provo a ripeterlo:
ciascuno si sforzi di essere se stesso. Riuscirci è la sfida della vita ...
Molte delle incomprensioni e dei conflitti che nascono e si sviluppano all'interno di diverse strutture di relazioni duali o di gruppo sono legate ad una differente interpretazione dei ruoli o compiti immaginati, alle diverse proiezioni fantastiche, alle aspettative ed al computo personale che ciascuno tiene dei crediti maturati all'interno di uno scambio affettivo e/o comunicativo con gli altri.
Ovvio che i conti ciascuno li fa a modo suo utilizzando un proprio sistema di riferimento, pesi, misure e valori che variano da un individuo all'altro, sicché è molto difficile che nel conteggio due persone riescano a trovarsi d'accordo, a meno che non condividano una interpretazione funzionale ad uno scopo comune fra loro ... il che accade di tanto in tanto, naturalmente.
Noi ci riteniamo delusi da qualcosa o qualcuno quando quel qualcosa o qualcuno si rivela sostanzialmente diverso da come l'avevamo immaginato, atteso e desiderato .... come qualunque mente pensante, scevra da pregiudizi e non annebbiata dalla rabbia può facilmente intendere, quando questo succede si è trattato di un nostro errore di valutazione.
La nostra capacità di analisi della realtà e la nostra capacità previsionale hanno fallito, probabilmente perché ci siamo lasciati suggestionare da una nostra fantasia e soggiogare dal desiderio che ci ha indotti ad interpretare i pochi indizi colti nella realtà in una sintesi intuitiva della forma sperata, lasciandoci così illudere di avere trovato esattamente ciò che era nei nostri desideri ed avrebbe pertanto rappresentato la soddisfazione del nostro bisogno ....
Pochi di noi sono capaci di interrogarsi sulla realtà del contesto o dell'altra persona per se stessa cercando di comprendere invece quanto della nostra aspettativa abbia condizionato ed in qualche misura intrappolato l'altro ad essere o mostrarsi diverso dai propri desiderata (ciò che vuole essere e l'immagine che vuole presentare) ...
Non prendo qui in considerazione il caso della mistificazione (spesso anche in cattiva fede) di chi, facendo leva su di una affettività per sua natura dipendente dalla stima e dalla immagine restituitaci dall'altro, ci farà capire che si sente deluso da noi ogni qual volta cercheremo di fare o pensare qualcosa di diverso da quel che gli fa comodo: questa più propriamente si chiama manipolazione. Escludo da queste considerazioni anche il caso inverso, ovvero l'inganno di chi deliberatamente ha lasciato trapelare ed intravedere quegli indizi che avrebbero indotto l'altro ad immaginare qualcosa di diverso da ciò che è in realtà col medesimo scopo di toccarne e poi manipolarne l'affetto e le emozioni: si tratta di cose che dobbiamo conoscere bene solo per imparare a difendercene.
Non è facile ed i confini nelle realtà di relazione sono talvolta sfumati ed indistinti.
Rilevo però che chi riesce a vedere le altre persone per se stesse è capace di prendere in esame anche il proprio errore di valutazione, piuttosto che limitarsi a scaricare sull'altro il negativo emozionale della supposta delusione (vale a dire la rabbia ed il lutto per la perdita dell'altro immaginario).
Rilevo anche che chi nutre un affetto profondo ed autentico per l'altro riesce di solito (entro certi limiti almeno) ad accettarne e tollerarne anche gli aspetti che non considera soddisfacenti ed in linea con il proprio investimento fantastico.
Detto questo è ovvio che nel gioco di relazione ciascuno carica di aspettative qualcun altro. Se l'altro si adegua a tali aspettative ritiene di aver maturato un credito, che non sempre viene riconosciuto e condiviso: la soddisfazione di una aspettativa infatti tendenzialmente la si considera naturale e spontanea in quanto si ritiene sia parte dell'autentico modo di essere dell'altro, la delusione subentra invece quando una o più delle aspettative non vengono soddisfatte.
Ovviamente chi si era adattato a soddisfare altrui aspettative si sente in possesso di molti crediti, ma scopre che la moneta è diventata improvvisamente carta straccia e non può essere riconosciuta, né accettata. Vedere vanificati sacrifici e sforzi di adattamento portati avanti per tempi più o meno lunghi, può suscitare rabbia. Chi aveva investito aspettative che non vengono soddisfatte dal canto suo si sente tradito e ritiene di avanzare a propria volta molti crediti: altra moneta fuori corso che non potrà cambiare in nessuno sportello per cui reagirà a sua volta con rabbia.
E così nascono faide interminabili ed infinite: hai voglia a dire: "questa non è la mia guerra, non lo è mai stata ..." nessuno capirà ...
Morale della favola: meglio orientare i propri sforzi a capire se stessi e ciò che si vuole realmente piuttosto che adattarsi troppo e snaturare la propria indole!
Inoltre, meglio capire bene ed a fondo le persone prima di immaginare cosa potersi e doversi aspettare da loro ...
Se non è chiaro, provo a ripeterlo:
ciascuno si sforzi di essere se stesso. Riuscirci è la sfida della vita ...
Ciao, so che non c'entra con il Post ma volevo comunicarti che ho Nominato il tuo Blog su Pensiero Naturale per il Premio Liebster Award for Blog... Un saluto.
RispondiEliminaTi ringrazio della nomination, Max, ma avrei bisogno di capire di cosa si tratta perché non conosco questo tipo di premiazione. Ora comunque faccio una ricerca in internet :-) Ciao!
RispondiEliminaok ho letto il tuo post, ti ringrazio tantissimo del pensiero e della stima che mi attesti e parteciperò all'iniziativa: vi dedicherò un post e sceglierò 10 blog che mi piacciono appena avrò tempo! Grazie ancora :-)
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