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Lo spazio dell'io e le sue difese

Tutto ciò che conosciamo di noi stessi, i nostri ricordi ed il nostro pensiero consapevole, le nostre emozioni, quelle che riusciamo a  riconoscere e con le quali possiamo essere in contatto, insomma tutto quello che rappresenta per noi lo spazio mentale presente alla nostra coscienza, quello è il nostro IO o per dirla in latino, il nostro EGO, ma ciò che noi siamo nel nostro complesso e soprattutto nella nostra complessità va molto oltre quello che riusciamo a sapere di noi stessi. Non voglio tornare alle ipotesi strutturali e topografiche di freudiana memoria: quelle credo siano parte ormai scontata della cultura dei nostri tempi, voglio soltanto limitarmi ad alcune considerazioni che riguardano l'ampiezza dello spazio dell'io e l'utilizzazione di alcuni meccanismi difensivi intesi a tutelarne il buono stato di salute, vale a dire il nostro buon equilibrio psicofisico ed il nostro benessere.

Partiamo dalla considerazione che non è possibile sapere e capire tutto di sé, ma  non soltanto non è possibile, soprattutto  in realtà non sarebbe affatto utile e potrebbe anzi produrre danni gravi e non sempre reversibili nella nostra economia mentale, tuttavia fin dai tempi delle più antiche civiltà il desiderio di conoscenza ha rappresentato la motivazione trainante di scienziati,  filosofi ed esploratori di qualsiasi orientamento, di qualunque razza e nazionalità o religione!

Dal  "Conosci te stesso" inciso nel tempio di Apollo a Delphi al "Fatti no foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza" pronunciato da Odisseo innanzi alle colonne d'Ercole, sempre la sete di conoscenza, la curiosità esplorativa hanno spinto e spingono avanti la civiltà.
Per quanto riguarda noi che ci stiamo occupando soltanto della conoscenza della nostra interiorità, va detto che è certo una buona cosa riuscire ad approfondire ed estendere la conoscenza di sé, ma in tutti i casi  non ci si può  spingere oltre certi limiti ed inoltre è sempre necessario disporre di una struttura adeguata che ci consenta il riordino e la sistematizzazione delle parti che riusciamo a far affiorare.
Se la struttura è carente, far emergere una grande quantità di informazioni su noi stessi, che poi non siamo in grado di gestire, ci crea solo caos e confusione, un pò come rimettere in giro per casa tutti i ricordi, i mobili antichi e gli oggetti curiosi collezionati da generazioni e dimenticati in solaio: se vogliamo rimetterli in giro per casa ed averli costantemente presenti,  ci occorrono spazio (la casa deve essere grande) e poi scaffali, vetrine, teche e quant'altro può servire per disporre esteticamente, razionalmente ed utilmente tutto quanto andiamo a rispolverare (la struttura, appunto).
Lo spazio e la struttura mentale sono i prerequisiti fondamentali necessari ad  affrontare un percorso che conduca all'ampliamento dell'io. Insomma: la qualità fondamentale consiste nel sapersi prendere le misure, conoscere e riconoscere i propri limiti e forse il "Conosci te stesso" contiene appunto questo significato.

La capacità dell'io di elaborare meccanismi di difesa efficaci spesso è legata anche all'ampiezza degli orizzonti mentali e della consapevolezza di sé: se l'io è ben esteso e profondo è in grado di reggere situazioni di stress anche piuttosto intense senza sgretolarsi, ovvero senza lasciarsi destrutturare da difese di tipo regressivo. Il vantaggio della conoscenza è tutto lì!
Per fortuna non sempre siamo costretti ad affrontare situazioni di grave stress e per lo più alcune difese sono istintive ed automatiche, come le classiche difese a fronte delle cosiddette frustrazioni.
Per frustrazione si intende un insuccesso, il fallimento nel raggiungimento di un obiettivo o di una meta: rispetto a questa evenienza i meccanismi di difesa efficaci, classicamente descritti sono:
- intensificazione dello sforzo
- sostituzione della meta.
Ora, benché la cosa sembri semplice, non possiamo fare a meno di rilevare che i soggetti che nutrono la maggiore fiducia nelle proprie capacità o che hanno bisogno di dimostrare le proprie capacità,  sono quelli che utilizzeranno più a lungo il primo dei meccanismi descritti, convinti di potercela fare, viceversa le persone con autostima più bassa saranno più prontamente portati a desistere e disinvestire l'obiettivo.
Le persone con un ampio spazio dell'io valuteranno tra i due il percorso più conveniente in rapporto al valore dell'obiettivo ed alla intensità dello sforzo richiesto, non avendo alcuna necessità di vincolare la propria autostima al raggiungimento di un obiettivo specifico ... ed in nessun caso riterranno di aver fallito, ma solo di avere scelto la cosa più sensata da farsi in relazione a quel determinato contesto di realtà.
Tale è il potere della conoscenza ... purché non si esageri!



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