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Il potere nei proverbi popolari

Facciamo  questo gioco:   mettiamo a confronto un vecchio proverbio, attinto all'antico pozzo della sapienza popolare partenopea, con quanto viene suggerito in merito allo stesso argomento dalla cultura del nostro tempo. Un pò scherziamo ed un pò facciamo sul serio, il che vuol dire che la lettura è sconsigliata alle persone troppo rigide, seriose, puntigliose et similia.
Comunque per amore di coerenza, quand'anche la cosa finisse sotto gli occhi di qualche soggetto di cotale natura, a noialtri (disincantati e burloni) nulla ce ne calerebbe, come si suol dire.
Il proverbio è attinto da Wikiquote ma qualcuno in futuro lo prenderemo in prestito anche dal sapere trasmesso dai nonni e dagli avi, perché wikiquote non può sapere tutto.
Oggi parleremo del potere e dell'ambizione.
Ho selezionato questo proverbio: "'O cummanà è meglio d'o fottere" (de gustibus ...) che tradotto (quasi) alla lettera significa: "si gode di più a dominare che a fare l'amore". 
Forse più appropriato dire : "comandare è meglio che  ...." insomma oddio, si tratta di un proverbio popolare e pertanto del volgo, ovvero un pochino volgare deve essere per forza!

La prima cosa che uno si chiede al riguardo è: fa allora, che è proprio chi non fotte che vuole cummannareE vi prego di non cominciare subito a ridacchiare: la cosa è meno grezza di quanto appaia! In realtà il bisogno di controllare l'oggetto d'amore e quindi il bisogno di potere e di dominio, nasce appunto dalla insicurezza, dal timore di poter perdere l'oggetto desiderato se non lo si possiede e non lo si controlla. Domanda retorica: e da cosa nasce la paura di perdere l'oggetto d'amore? Dal timore di non essere amati a propria volta ... ergo: l'avere potere in qualche modo sostituisce l'essere ed il sentirsi amati e, soprattutto le variazioni dello status di potente sono (illusoriamente) più direttamente e consapevolmente controllabili rispetto alle variazioni dello status di persona amata.

L'ambizione, come desiderio di raggiungere una meta elevata, è un potente motore dell'attività umana e, per chi ci crede, ha prodotto tutti i progressi dell'umanità: molto dipende ovviamente dalla scala di valori utilizzata per selezionare le mete.
Il potere, come capacità di padroneggiare e gestire alcuni aspetti dell'ambiente che ci circonda al fine di migliorare le proprie condizioni di vita, è parte della attività espansiva dell'io  e la persona umana,  infatti, si conquista, attraverso la propria lotta col mondo esterno, i propri spazi vitali nel concreto (territorio come risorsa per approvvigionamento alimentare, ad es.) e nel sociale (ad es.: spazi di comunicazione per guadagnare consensi ed alleanze utili ai propri scopi).
Anche qui molto dipende dall'utilizzo che si riesce poi a fare degli strumenti e dei mezzi conquistati.
Ora 40 o 50 anni fa c'era chi predicava: "Fate l'amore, non fate la guerra" il che sottende nell'implicito il principio opposto a quello testé espresso dal nostro proverbio in studio, ma pare che la moda sia passata.

Del resto dei proverbi una cosa possiamo dire con certezza: per ogni circostanza della vita c'è un proverbio che sostiene un certo principio ed anche un altro proverbio che sostiene esattamente il principio opposto, perché nella sapienza spicciola del volgo sono sempre chiare la contraddittorietà e la variabilità  quotidianamente presenti nella vita reale: in un certo senso il proverbio, attraverso la propria stessa contraddizione, tende ad autolimitarsi e relativizzarsi, diversamente da quanto avviene per i principi religiosi, dimostrando anche in questo una sua perenne ed indiscussa  attualità.

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