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Inno alla primavera (poesia)

La primavera si sente nell'aria, nell'improvvisa tenerezza di una sfumatura rosata del cielo sotto il pulito candore di un tumuletto impertinente appollaiato nella distesa di  turchese tumido, ancora gonfio di rugiada e gocce di pioggia. La primavera dilata nei colori lo sguardo agli orizzonti nitidi e pervade di torpore la mente, abbandonata in quello stordimento sottile, insinuatosi col filo dei profumi mescolati agli odori di terra bagnata.

L'acre sapore dell'aria che viene dal mare risveglia i desideri sopiti d'inverno: guizzare un istante e poi dipanarsi lentamente fino alla superficie.
Così il dono divino del sonno coglie improvviso lo smarrimento dei vagabondi nel loro pellegrinaggio incessante: non è che il primo soffio, la premonizione della fioritura già in viaggio.


La primavera

Sarà tua la preziosa follia
della nuova primavera.

Saranno tuoi
 i bisbigli d'amore
e ti avvolgeranno
 in una brezza bruciante,
mulinandoti intorno
il fruscio delle foglie
ed il concerto assordante
degli uccelli che salutano il sole
e chiamano i compagni
ed il coraggio
quando il sole scompare.

Sarà tua la sera
e ti sorprenderà
libera e smarrita.
Poi giungerà la notte
la sua leggera vertigine
un'angoscia ignorata
ed il mio ricordo:
tutto sarà tuo.

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