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Saldi: manca la corsa agli acquisti

Si sono aperti oggi i saldi in tutta Italia, solo la Campania e la Basilicata li avevano anticipati ad ieri ed a dire il vero non si nota un particolare traffico, né affollamento nei negozi. A volerla raccontare proprio tutta anche nel periodo natalizio, prima che cominciassero i saldi, i negozianti hanno praticato sconti significativi sulle merci in vendita: la vendita, ahimè era fiacca ed in questi casi già si sa come possono andare le cose. Chi ha investito nell'acquisto di merci ha bisogno di realizzare i guadagni necessari e così si è avvantaggiato anche babbo natale prima della befana.
Ad ogni modo la spesa prevista da Confcommercio per ciascun nucleo familiare è di 336 euro, che saranno spesi soprattutto in abbigliamento e calzature. La spesa nazionale complessiva è prevista di 5,3 miliardi di euro.
Sempre secondo la valutazione della Confcommercio, mediamente gli sconti si aggireranno sul 40% e sarà il 51% degli italiani a fare acquisti in questo periodo di saldi: la quota degli acquirenti risulta in calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno del 7,3% e questa riduzione percentuale va a sommarsi ad analoghe diminuzioni degli anni precedenti, sicché in raffronto al 2010 la quota di cittadini che spenderanno nei saldi è calata del 20%. La maggior parte delle persone prevede un budget di circa 200 euro per le spese in saldi e la percentuale di coloro che si dichiarano intenzionati ad andare oltre questa cifra è in costante calo: il 20,6% quest'anno, mentre era il 43,3% nel 2010.
Va comunque rilevato che probabilmente è cambiato qualcosa anche nella mentalità delle persone: attualmente il 41,9% aspetta i  saldi per effettuare un acquisto già progettato da tempo, mentre 5 anni fa erano il 58,9% a regolarsi in questo modo: si direbbe quindi che gli italiani hanno ridimensionato l'idea di poter fare veri affari con gli acquisti in saldo ed in effetti non sempre e non ovunque si trovano in questi periodi prodotti di qualità: alcuni negozi approfittano della follia degli acquisti in saldo per riempire le vetrine anche con avanzi di magazzino, che a rigore di logica meriterebbero un out let a parte ed indipendente dalle vendite in saldo...
D'altro canto aumenta la quota di consumatori che sono attenti al prezzo senza tenere conto della qualità: sono il 35% quest'anno rispetto al 16,5% rilevato nel 2010.
Insomma la crisi morde ed il 28% dei negozianti teme di vedere quest'anno una ulteriore riduzione del numero di clienti con un calo previsto del 3,7%.

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