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Tristezza d'inverno (poesia)

I giorni d'inverno velano la loro sposa di nebbie, smorzandone la luce.
Rattrappiti gli animi in fosse umide, spiano l'avanzare della notte, senza aver visto il sole: sgomenti e solitari invocano i profumi delle primavere andate.
Invano trascorre il giorno fino a sera torpido di malinconie.
Quando il cielo arrossisce sale il canto: una corda profonda che vibra atona, fluendo per un istante in un verso, una riga di parole.


TRISTEZZA D'INVERNO

Filo d'unguento benedetto, 
ad addolcire l'amaro calice dei giorni
stemperati nei versi.


Cera scivola sui nodi, 

a sciogliere senza strappi
le corde ancorate al porto:
usura paziente di mani consumate.


Nota melodica del canto,

composto nella nenia sommessa,
che odora di lamento e di preghiera.


A fronte il mare grigio, uggioso

supplicandone la bellezza
inebriante e perduta
di ferite nostalgie.

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