Tutti vogliono scrivere e... nessuno vuole leggere
Ebbene sembra che sia proprio così: gli italiani leggono poco ed anzi sempre meno di anno in anno. C'è un bel dire che la riduzione dei lettori è legata alla diffusione di altri e diversi mezzi di comunicazione come la televisione ed internet, in realtà se io ho letto un libro dirò che ho letto un libro, anche se l'ho letto in formato ebook e non necessariamente in cartaceo, ma invece no: secondo i dati diffusi il 15 gennaio dall'Istat relativi alle statistiche di produzione e lettura di libri nel 2014, la percentuale di lettori italiani si va progressivamente assottigliando.
Sono stati intervistati 23 milioni e 750.000 persone di età superiore ai 6 anni nel 2014 e di queste solo il 41,4% dichiara di avere letto un libro nei 12 mesi precedenti l'intervista al di fuori di ciò che era obbligato a leggere per ragioni scolastiche o di lavoro: si è scesi dunque dal 43% del 2013 al 41,4% dell'anno appena trascorso.
La tendenza persiste in calo, mentre al contempo proliferano in internet blog, pagine e scrittori.
Sul piano comunicativo generale sembra perciò che diventi sempre più urgente il bisogno di esprimersi ed essere visti, mentre cala la disponibilità all'ascolto ed al recepimento dei messaggi.
Se ci immaginiamo di trasferire la cosa sul piano della comunicazione linguistica orale, vediamo persone che continuano a parlare, sovrapponendo le proprie voci, ciascuno fortemente centrato su se stesso e con una limitata capacità di ascolto e comprensione: un mondo dunque dove le parole, siano esse scritte o fluttuanti nell'aria, finiscono per divenire ciarpame inservibile, perché se non ascoltate perdono la propria funzione essenziale, che è quella comunicativa.
Uno scenario di questo genere ci misura con discreta precisione il livello di disagio e nevrotizzazione presente nella nostra società attuale. Non intendo affermare che questa sia l'unica chiave di lettura del dato, ma è certamente un elemento rilevante del quale tener conto.
Fortunatamente la maggiore ricettività (ovvero il maggior numero di lettori) si registra, come prevedibile, nel sesso femminile e negli adolescenti: tra gli 11 ed i 14 anni il 53,5% dei ragazzi ha letto un libro negli ultimi 12 mesi e tra le donne, il 48% ha letto almeno un libro nell'anno precedente, percentuale che scende drammaticamente per gli uomini dove si attesta al 34,5%.
L'attitudine alla lettura rimane comunque fortemente condizionata dagli esempi educativi e dal livello culturale del contesto sociale di provenienza: legge il 66,9% dei ragazzi tra gli 11 ed i 14 anni con entrambi i genitori lettori e solo il 32,7% di quelli che non ricevono questo esempio in famiglia, le aree storicamente più povere del Mezzogiorno d'Italia registrano solo il 29,4% dei lettori e nelle isole il 31,1% inoltre l'abitudine alla lettura è più diffusa nelle aree urbane (50,8%) rispetto a quelle periferiche (37,2% nei comuni con meno di 2.000 abitanti).
In questo quadro generale la quota dei lettori convinti, vale a dire quelli che leggono almeno un libro al mese, rimane stabile al 14,3%: quelli a quanto pare non li smuove nessuno...
Sono stati intervistati 23 milioni e 750.000 persone di età superiore ai 6 anni nel 2014 e di queste solo il 41,4% dichiara di avere letto un libro nei 12 mesi precedenti l'intervista al di fuori di ciò che era obbligato a leggere per ragioni scolastiche o di lavoro: si è scesi dunque dal 43% del 2013 al 41,4% dell'anno appena trascorso.
La tendenza persiste in calo, mentre al contempo proliferano in internet blog, pagine e scrittori.
Sul piano comunicativo generale sembra perciò che diventi sempre più urgente il bisogno di esprimersi ed essere visti, mentre cala la disponibilità all'ascolto ed al recepimento dei messaggi.
Se ci immaginiamo di trasferire la cosa sul piano della comunicazione linguistica orale, vediamo persone che continuano a parlare, sovrapponendo le proprie voci, ciascuno fortemente centrato su se stesso e con una limitata capacità di ascolto e comprensione: un mondo dunque dove le parole, siano esse scritte o fluttuanti nell'aria, finiscono per divenire ciarpame inservibile, perché se non ascoltate perdono la propria funzione essenziale, che è quella comunicativa.
Uno scenario di questo genere ci misura con discreta precisione il livello di disagio e nevrotizzazione presente nella nostra società attuale. Non intendo affermare che questa sia l'unica chiave di lettura del dato, ma è certamente un elemento rilevante del quale tener conto.
Fortunatamente la maggiore ricettività (ovvero il maggior numero di lettori) si registra, come prevedibile, nel sesso femminile e negli adolescenti: tra gli 11 ed i 14 anni il 53,5% dei ragazzi ha letto un libro negli ultimi 12 mesi e tra le donne, il 48% ha letto almeno un libro nell'anno precedente, percentuale che scende drammaticamente per gli uomini dove si attesta al 34,5%.
L'attitudine alla lettura rimane comunque fortemente condizionata dagli esempi educativi e dal livello culturale del contesto sociale di provenienza: legge il 66,9% dei ragazzi tra gli 11 ed i 14 anni con entrambi i genitori lettori e solo il 32,7% di quelli che non ricevono questo esempio in famiglia, le aree storicamente più povere del Mezzogiorno d'Italia registrano solo il 29,4% dei lettori e nelle isole il 31,1% inoltre l'abitudine alla lettura è più diffusa nelle aree urbane (50,8%) rispetto a quelle periferiche (37,2% nei comuni con meno di 2.000 abitanti).
In questo quadro generale la quota dei lettori convinti, vale a dire quelli che leggono almeno un libro al mese, rimane stabile al 14,3%: quelli a quanto pare non li smuove nessuno...
Abbastanza desolante...
RispondiEliminaLeggere un libro che sia di carta o ebook è sempre leggere. Dipende anche tanto da come lo si legge... se insegna... se fa riflettere... se diverte o rilassa....
Noi in casa siamo fuori quota allora... Credp proprio che in un anno leggiamo più di venti libri. Certo, mia figlia per la maggior parte su internet e in inglese. Io preferisco il cartaceo e indubbiamente l'italiano. Il marito fa quello che può... tra il sabato e la domenica. Si è rifatto però nelle vacanze di Natale....
Ripensandoci, i è venuto in mente un episodio che era successo tanti anni fa quando la figlia aceva catechismo. Il parroco aveva messo in vendita a 5 mila lire dei libri abbinati a Famiglia Cristiana. Io avevo curiosato e avevo comperato Diario di un curato di Campagna e Niente di nuovo sul fronte occidnetale.
La mamma di un ragazzino quando mi aveva visto mi aveva detto che erano soldi sprecati. A cosa servono i libri? era stata la sua domanda...
Non so.... forse ad acendere la stufa?????????????????'
Mah, annusarli o rosicchiarli forse Patricia?? Io preferisco la narrativa, ma leggo soprattutto in estate. Buona giornata Patricia.
EliminaAbbastanza desolante...
RispondiEliminaLeggere un libro che sia di carta o ebook è sempre leggere. Dipende anche tanto da come lo si legge... se insegna... se fa riflettere... se diverte o rilassa....
Noi in casa siamo fuori quota allora... Credp proprio che in un anno leggiamo più di venti libri. Certo, mia figlia per la maggior parte su internet e in inglese. Io preferisco il cartaceo e indubbiamente l'italiano. Il marito fa quello che può... tra il sabato e la domenica. Si è rifatto però nelle vacanze di Natale....
Ripensandoci, i è venuto in mente un episodio che era successo tanti anni fa quando la figlia aceva catechismo. Il parroco aveva messo in vendita a 5 mila lire dei libri abbinati a Famiglia Cristiana. Io avevo curiosato e avevo comperato Diario di un curato di Campagna e Niente di nuovo sul fronte occidnetale.
La mamma di un ragazzino quando mi aveva visto mi aveva detto che erano soldi sprecati. A cosa servono i libri? era stata la sua domanda...
Non so.... forse ad acendere la stufa?????????????????'