Ingorghi di parole (poesia)
Quanti usi si possono fare delle parole?
E quanto le nostre parole dicono veramente dei nostri contenuti di pensiero e del nostro sentire nelle forme che usiamo per proporli e trasmetterli?
Le parole non sono solo significati astratti, ovvero le rappresentazioni mentali che possono evocare, le parole possiedono anche la materialità dei significanti che possiamo udire e che possono ipnotizzarci, confonderci, far luce e buio, colpirci, caricarci ed aizzarci o scaricarci e calmarci, come lame a doppio taglio.
Le parole possiamo usarle per esprimerci, ma anche per nasconderci ...
INGORGHI DI PAROLE
Una cortina di parole
fitte e morsicate,
masticate tra i denti
come un rumore di fondo
che allarga tracce d'inchiostro
ingarbugliate:
una rete tesa
a catturare il vuoto.
Snodarsi
in rivoli interrotti
e saltellanti,
mormorio sordo,
matassa di pensieri,
fumo
per mimetizzarsi
nella nebbia.
Ma io fissai
i tuoi occhi,
seguii il pallore
nel volgersi del viso,
il chiudersi e l'aprirsi
di una mano
e ti ho scoperto
rannicchiato
dietro quel sipario.
Tremavi ancora
ed io guardavo.
Io guardo:
non posso
avvicinarmi,
ma ci sono.
Ti abituerai
a questa mia presenza.
Aspetto:
ti fiderai
un un giorno
dello scherzo
e poi sorriderai
tacendo.
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