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Il proverbio ed il poeta

Esiste dalle nostre parti un antico proverbio popolare che recita press'a poco così:
"è meglio avé acchefà cu chi nun te pava ca cu chi nun te 'ndenne"
Traduco nell'interesse dei non partenopei:
"è meglio dover avere a che fare con chi non ti paga piuttosto che con chi non ti capisce" ("intende" letteralmente).
Ora è pur vero che altrove ho sostenuto che i proverbi popolari hanno la caratteristica di sentenziare tutto ed il contrario di tutto, vale a dire che sono contraddittori ed imprevedibili press'a poco come la vita reale e di questo, sia detto per inciso, rimango convinta, benché al tempo stesso, io resti spesso affascinata dalla loro profonda saggezza, che rimanda alla concretezza del quotidiano ed all'esperienza di un popolino povero di mezzi materiali, ma ricco di spirito.

Bene, in questo proverbio io riconoscevo la profonda esigenza umana del non sentirsi soli: si perché essere capiti è veramente l'unico modo per non sentirsi soli, come ospitare qualcuno nella nostra casa interna mettendolo alla pari con il nostro IO nel vedere e giudicare la realtà dei nostri pensieri ed emozioni. Essere capiti significa avere comunicato in maniera efficace non travisabile e non travisata un nostro messaggio.
Certo tra il sentirsi capiti e l'essere stati capiti effettivamente pure ci passa una certa differenza, ma a confortare le nostre solitudini spesso basta il sentirsi capiti ... quanto all'essere, non vorrei teorizzare il principio della incomunicabilità, ma voi comprendete (comprendete?) che si tratta di una questione assai più delicata sul piano logico e speculativo.

Naturalmente il nostro popolino con ogni probabilità non pensava a nessuna di queste cose di cui ho accennato, nel formulare la sentenza, ma solo constatava quanto nella vita pratica sia frustrante ed avvilente essere fraintesi: la comprensione corretta sta alla base di qualsiasi tipo di collaborazione e di certo non è possibile costruire nulla insieme se non si riesce a comunicare. Voi mi direte:
- Non è forse il linguaggio umano la base semantica condivisa che consente uno scambio efficace di messaggi tra individui della nostra specie? -
Allora innanzitutto vorrei pregarvi di non utilizzare un linguaggio eccessivamente complesso (non sappiamo se e chi leggerà questo post) ed oltre a questo vi faccio notare che i significati e le sfumature contenuti nel nostro linguaggio sono così tanti e di tale complessità che anche voi sapete benissimo quanti valori diversi possa avere la stessa frase (per non dire la stessa parola) e quante interpretazioni differenti ne possano essere date anche a seconda del rapporto esistente tra chi trasmette e chi riceve il messaggio ... dunque ciò che voi dite al massimo funziona per comunicazioni pratiche e strettamente ancorate al concreto laddove vi sia almeno la  buona fede tra trasmittente e ricevente, il che non sempre è vero ....

Ma non voglio addentrarmi oltre in questo genere di disquisizione: voglio solo dire che in effetti noi tutti siamo portati a ritenere che essere capiti sia un fatto positivo.


Anch'io di solito la penso così ed infatti normalmente mi sembra di sforzarmi parecchio per esprimere il più semplicemente e precisamente possibile il mio pensiero nella speranza di essere capita (obiettivo peraltro spesso fallito!).

Potete quindi immaginare il sorriso, la curiosità con cui ho accolto una riflessione di Kahlil Gibran.
La cosa è andata così: rileggevo (ogni tanto amo farlo) "il precursore ed il folle" di Kahlil Gibran, trovo che sia un autore straordinario per la semplicità e l'audacia connaturate al suo stile, che si tratti di poesia o prosa non fa mai mancare il mistero, la magia profonda capace di rivelarsi dal profondo all'animo dei poeti, insomma, nel capitoletto dedicato al folle (appunto) Gibran scrive testualmente:
"Chi ci capisce ci rende in qualche modo schiavi"


Ecco emergere una riflessione che ci consente di apprezzare il rovescio della medaglia: sentirsi capiti è vero conforta la nostra solitudine, ma ci espone anche al giudizio di chi riteniamo ci abbia capito e che pertanto ha conquistato prestigio e spazio affettivo nel nostro immaginario, insomma la cosa ci rende anche in qualche misura dipendenti sia per l'aspetto emotivo (ne ameremo la compagnia) che per la stima e l'immagine che riusciamo a costruire di noi stessi (il suo giudizio è rilevante, gli abbiamo dischiuso le porte e ci conosce veramente).



D'altro canto il folle di Gibran è stato vittima di un ladro che gli ha rubato tutte le sue sette maschere! 

Commenti

  1. Pensieri contrastanti , ma altrettanto veri...
    Personalmente preferisco essere schiava di chi mi capisce che sola..sola come lo sono ora, un'angoscia quasi insostenibile!
    ::))

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  2. Ciao Nella! Senti è chiaro che Gibran fa vaneggiare il suo folle, che si trova in un isolamento surreale, spero di non commettere abusi se ti trascrivo la pagina è stupenda! Mi ha fatto sorridere e pensare, rileggere è sempre una nuova scoperta. Ecco Gibran:
    "Mi chiederete come sia diventato folle: è successo così, un giorno prima che molti dei nascessero, mi svegliai da un sonno profondo e scoprii che le mie maschere erano state rubate.
    - le sette maschere che avevo modellato e indossato in sette vite -
    allora mi precipitai senza maschera per le strade gridando:
    - ladri, ladri. Maledetti ladri! -
    Tutti ridevano di me e qualcuno correva a casa impaurito. Arrivato al mercato un giovane dal tetto di una caa gridò:
    - è folle -
    Alzai la testa per guardarlo; per la prima volta il sole mi baciava il volto scoperto e la mia anima ardeva d'amore per lui ed io non desideravo più maschere.
    Come ipnotizzato gridai:
    - benedetti, benedetti siano i ladri che mi hanno rubato le maschere -
    Così diventai folle. E nella follia ho trovato sia libertà sia sicurezza; la libertà di essere solo e in più la sicurezza di non essere capito, perché chi ci capisce ci rende in qualche modo schiavi."

    Non ti pare straordinario?? Buona festa della Repubblica Nella! :-))

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  3. Cara Clara, nel leggere tutto e con calma ... compreso i commenti ... d'improvviso mi son sentito a casa ... è grave ? Buona serata !!!

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  4. Bentornato Nino!! :-D e grazie di essere qui!

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  5. Tutto interessante thank you good morning beautiful post

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