Vent'anni dalla morte di Massimo Troisi
Appassionato di teatro si era dedicato inizialmente alle rappresentazioni della smorfia napoletana, quindi al cinema che l'ha consacrato al successo.
La famiglia di origine era povera e numerosa e quando alla età di 23 anni dovette subire un intervento cardiaco gli fu necessaria la solidarietà dei concittadini.
Un grande comico innanzitutto, ma anche regista ed attore: la sua era quel genere di comicità che non fa solo ridere, ma fa anche pensare e lui aveva quella capacità tutta sua di personificare i paradossi e le debolezze umane con una naturalezza estrema come se il suo scopo rappresentativo fosse la semplicità piuttosto che l'umorismo. Lui recitava sempre la parte di quello "normale" o che si ritiene tale, altri personaggi (come Lello Arena soprattutto) avevano il compito di impersonare le caricature.
Provo a ricordarlo con una delle sue scene della smorfia (buona visione!).
Un grande del nostro cinema: da Rossani Brazzi di "Indietro tutta" a Mario di "Non ci resta che piangere", fino all'ultima scena di "Ricomincio da tre" con il monologo su Ugo/Massimiliano. Un vuoto enorme. Anche se con un pò di amarezza, ma amo ricordarlo nelle sue interviste quando caracollando e affaticato concludeva la frase con quel suo emblematico sorriso calante. Grazie Massimo
RispondiEliminaAnche per me era un mito ed un simbolo di riscatto :-)
RispondiEliminaIl Teatro, più che il Cinema, ha subito una perdita enorme con la scomparsa di Troisi. Era un vero genio, e chiunque abbia avuto il piacere di assistere anche ad uno solo dei suoi sketch cabarettistici, può dire che egli è stato uno dei più grandi attori di tutti i tempi.
RispondiEliminaSi mi piaceva molto Jennaro, solo il calesse mi deluse ai tempi, ma per il resto l'ho sempre ammirato! :-)
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