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La cultura dello stupro e del femminicidio

Alla data di oggi sono state registrate in Italia 14 vittime di femminicidio dall'inizio del 2020: 14 vite spezzate, più di una donna ogni 5 giorni, insomma quasi un appuntamento settimanale o bisettimanale. A Gennaio abbiamo avuto 12 vittime, a febbraio "solo" due. Si tratta di un problema sociale che non accenna a trovare risposte e soluzioni adeguate anche perché affonda le proprie radici in una matrice culturale, per la quale la ripartizione di ruoli in base al genere di appartenenza è cristallizzata da una tradizione atavica che coinvolge come protagonisti la famiglia, le agenzie educative incluse quelle di tipo scolastico, le istituzioni religiose e quelle dello stato con le sue leggi ed i servizi erogati per le famiglie, più o meno presenti nei diversi territori della nazione. 

Un elenco completo dei nomi delle vittime con le relative date è disponibile in questo sito dedicato appunto alla tematica. Oggi cominciamo a preparare il nostro 8 marzo perché non sia una ricorrenza sterile ridotta all'ipocrita presentazione del mazzetto di mimose: quel mazzo di fiori a cui troppi uomini fanno ricorso se hanno qualcosa da farsi perdonare, perché tanto le donne si lasciano raggirare con un nulla. Si sta parlando in rete della istigazione allo stupro di una donna, una ragazzina veramente, una minorenne: la famosa Greta Thunberg offesa da un'immagine di propaganda di un'azienda (X-Site Energy Services). "Materiale promozionale" dicono. Le aziende sono abituate ad usare il corpo femminile per la loro pubblicità: voci femminili di auto dolcemente sottomesse, passeggere ammiccanti a bordo della fuoriserie, come se il prestigio ed il potere di possedere quel prodotto comportasse automaticamente l'accesso alla disponibilità femminile. Stupro più, stupro meno...

Frotte di cattolici integralisti, che gridano allo scandalo per l'educazione al rispetto di genere nelle scuole ed il risultato? Uomini che hanno bisogno di sentirsi "superiori": praticamente un  dictat autoimposto per riconoscersi e sentirsi riconosciuti come uomini, un passaggio ineludibile per sostenere un'autostima traballante e... ecco, sì: a parità di peso posseggono effettivamente una massa muscolare maggiore, insomma possono insultare, malmenare, minacciare ed intimidire. Uccidere alla fine, ed infatti lo fanno.

Indubbiamente la civiltà è progredita: una volta le donne che davano fastidio le bruciavano direttamente, oggi le minacciano di stupro. Una violenza inaudita, ma nulla di nuovo sotto il sole: la minaccia di stupro è un modo per umiliare la femminilità in quanto tale e la persona che, pur appartenendo al genere femminile, osa parlare ed esprimersi anziché restare in reverenziale silenzio in funzione ausiliaria, sia essa di servitù o sottomissione sessuale ai bisogni e desideri dell'uomo che la possiede. Anche il tradizionale accompagnamento all'altare, pur sognato da tante giovani, simboleggia la consegna della fanciulla dall'uomo padre all'uomo marito: quando si dice la famiglia tradizionale, appunto.

In Italia si stima che più di una donna su tre abbia subito nella sua vita maltrattamenti e/o violenza sessuale, ma sappiamo bene che gran parte del fenomeno rimane nel sommerso perché non tutte le donne vittime di abusi denunciano i loro carnefici, i quali nella stragrande maggioranza sono  mariti,fidanzati, compagni o comunque uomini del proprio nucleo familiare. La strada da percorrere è ancora molto lunga e per il momento nessuna si salva dai subdoli attacchi sessisti della cultura dominante, qualunque cosa faccia e di qualunque cosa si occupi: è sufficiente che dimostri un minimo di indipendenza intellettuale... 


Commenti


  1. Ogni due giorni una donna viene uccisa dal compagno. I numeri della violenza di genere
    In Italia ogni due giorni una donna viene uccisa. Solo lo scorso anno sono state 120 le vittime ammazzate da un marito, fidanzato o convivente.
    Per capire il fenomeno abbiamo dato uno sguardo ai dati aggiornati, presentati nell'indagine condotta dall' Istat in collaborazione con il Ministero della Giustizia.
    Il fenomeno resta di enormi proporzioni e i numeri parlano chiaro: quasi sette milioni di donne hanno subìto qualche forma di abuso nel corso della loro vita. Dalle violenze domestiche allo stalking, dallo stupro all'insulto verbale, la vita femminile è costellata di violazioni della propria sfera intima e personale. Spesso un tentativo di cancellarne l'identità, di minarne profondamente l’indipendenza e la libertà di scelta.
    Il tragico estremo di tutto questo è rappresentato dal femminicidio, che anche se in leggero calo rispetto agli anni precedenti, dimostra di essere ancora un reato diffuso ed un problema che necessita di una risposta non solo giudiziaria, ma culturale e educativa.
    E proprio il femminicidio, l’uccisione di una donna con la quale si hanno legami sentimentali o sessuali, rappresenta la parte preponderante degli omicidi contro il genere femminile. Più dell’82 per cento dei delitti commessi a scapito di una donna, nel nostro paese, sono classificati come femminicidi. Un numero gigantesco: oltre quattro su cinque.
    700 milioni di donne sono state obbligate a sposarsi prima dei 15 anni.
    Il 35% delle donne ha subito violenze sessuali o fisiche da parte del partner o un membro della famiglia.
    In India, a Nuova Delhi, il 92% delle donne ha subito violenze sessuali in pubblico.
    La mutilazione genitale femminile colpisce 200 milioni di donne in 30 paesi, una pratica realizzata prima dei 5 anni di età.
    Quasi 3 miliardi di donne e bambine vivono in paesi in cui lo stupro, all’interno del matrimonio, non è punibile.
    4,5 milioni di donne e bambine sono ridotte a schiave della prostituzione.

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    Risposte
    1. Si Gus: le statistiche sono agghiaccianti! Ti ringrazio: sei prezioso come sempre.

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  2. Cara Sfinge, purtroppo questo problema non è solo in Italia ma credo in tutto,il mondo, è una piaga difficile da curare, mi sembra che aumenti sempre più.
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
  3. Posso linkare questo tuo post in quello che ho programmato per l'8 marzo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo Claudia, se ti fa piacere. Ne deduco che ti è piaciuto: grazie!

      Elimina

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