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Sigarette elettroniche: le direttive OMS

La necessità di regolamentare ed esercitare un controllo sull'uso dei dispositivi elettronici a rilascio di nicotina sarà oggetto della  Conferenza sul controllo del tabacco che si terrà a Mosca dal 13 al 18 ottobre p.v.
In preparazione all'evento alcuni giorni fa , il 26 agosto, l'OMS ha pubblicato le sue raccomandazioni sulla limitazione  dell'uso delle e-cig, riconoscendo la necessità di una normativa condivisa internazionalmente in questo settore. La produzione e l''uso delle sigarette elettroniche infatti si è diffuso a dismisura negli ultimi anni (l'OMS ha contato 466 diversi marchi dal 2005 ad oggi ed una rapida crescita del consumo anche tra gli adolescenti, tanto da risultare un numero di fruitori raddoppiato  dal 2008 al 2012).

Bisogna riconoscere che la sigaretta elettronica si è rivelata quindi un business di dimensioni colossali  gestito da privati ed il cui sviluppo è stato talmente rapido da scavalcare i controlli sulla sua sicurezza d'uso.
Tale situazione è in buona misura dovuta alla pubblicità che si è data al supposto basso potenziale cancerogeno della e-cig rispetto alla sigaretta tradizionale.
Con buona pace di tutti e salvando l'OMS, che effettivamente risponde al suo compito di preoccuparsi della salute globale, c'è da credere che buona parte delle polemiche siano condizionate e sottese da interessi economici: da un lato abbiamo i produttori di tabacco il cui interesse rimane quello di tutelare il proprio mercato e dall'altro le nuove aziende che propongono al consumo questa variante dell'abitudine al fumo che è la sigaretta elettronica e che a loro volta hanno tutto l'interesse a propagandarne la innocuità per facilitarne ed estenderne le vendite.

A fronte di questa situazione è bene riuscire a dire a chiara voce che se qualcuno ha necessità e/o volontà di smettere di fumare, allora è bene che smetta di fumare ed affronti lo sforzo necessario per cambiare le proprie abitudini: in questo modo ne otterrà sicuramente benefici per la propria salute e per la salute delle persone che abitualmente gli sono vicine. Non esistono scorciatoie, purtroppo.

Col fumo della sigaretta tradizionale noi inaliamo i prodotti della combustione del tabacco e delle cartine in cui il tabacco è avvolto, quel catrame residuo indicato in milligrammi su ciascun pacchetto e che contiene sostanze ad elevato potere cancerogeno, come il benzopirene, un idrocarburo policiclico aromatico, che all'interno dell'organismo in forma ossidata può legarsi al materiale genetico delle cellule con le conseguenze facilmente intuibili. Questa sostanza è presente nel fumo delle sigarette, ma anche nei gas di scarico ed ancora in alimenti bruciati o bruciacchiati come avviene nelle grigliate di carne.
Insomma la sigaretta tradizionale è cancerogena e lo sappiamo: abbiamo anche la quantità di contenuto in catrame  misurata e scritta sul pacchetto, ma l'OMS avverte che d'altra parte il fumo della e-cig non è soltanto vapore acqueo, ma contiene sostanze tossiche ed inquinanti, per cui ne raccomanda il divieto negli ambienti pubblici al chiuso e nei posti di lavoro.

Dal 2005 ad oggi il volume d'affari delle e-cig ammonta a 3 miliardi di dollari e si tratta di un mercato in espansione, ma al di là della valutazione del potenziale inquinante del vapore delle e-cig, ci sarebbe anche da tener conto del fatto che la nicotina è un principio attivo cardiotossico e la sua somministrazione transdermica (come per i cerotti) o per via inalatoria (come per le e-cig)  con assorbimento di nicotina pura può non essere affatto priva di rischi: si tratta di un veleno che può risultare letale se assorbito in dosi massicce (sarebbe a dire 30-60 mg) insomma cose che dovrebbe manipolare solo un farmacista.

L'OMS soprattutto raccomanda di vietare l'uso di e-cig aromatizzate alla frutta come caramelle  in quanto potrebbero risultare attraenti per i minori, che anziché perdere potrebbero contrarre il vizio del fumo attraverso la sigaretta elettronica: rispetto ai minori si raccomanda il divieto di vendita analogamente a quanto previsto per le sigarette tradizionali. Ugualmente se ne sconsiglia assolutamente l'uso in gravidanza.
Naturalmente ne dovrebbe essere vietata la pubblicità, così come avviene per tutti i prodotti a base di tabacco, né sembra fino ad oggi comprovato che l'uso delle e-cig aiuti effettivamente a smettere di fumare.

Detto in parole semplici, non ci si può illudere di avere sconti: i produttori delle e-cig da un lato e del tabacco dall'altro si fanno guerra per accaparrarsi il mercato, ma se si vuole realmente migliorare la propria salute non c'è altra strada che rinunciare a spendere soldi per comprare veleni in qualsiasi veste essi vengano presentati.


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