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Individuato il centro nervoso del sonno profondo

Tutti sappiamo ormai, visto che i media, aderendo alle numerose campagne di educazione alla salute continuano a ripetercelo, quanto sia importante riuscire a riposare e dormire effettivamente 7-8 ore per notte e sappiamo quanto i disturbi del sonno possano incidere negativamente sull'umore e sulle funzioni cognitive (il sonno) ma la realtà è che nella maggior parte dei disturbi d'ansia  o in altre patologie psichiche anche minori, quello che è proprio fa difetto è appunto la capacità di addormentarsi tranquillamente.
L'insonnia è uno dei disturbi più frequentemente lamentati dalle persone con qualche difficoltà psichica o in stato di apprensione e preoccupazione. Normalmente la difficoltà di addormentamento è più tipicamente descritta nei disturbi d'ansia, mentre l'insonnia caratterizzata da precocità di risveglio è più caratteristica del disturbo depressivo. In realtà anche una serie di quelli che vengono descritti come fenomeni inabituali del sonno spesso sono da considerarsi equivalenti ansiosi.

L'insonnia è tutto sommato un disturbo somatico ed è per questo uno dei più frequentemente lamentati: il disturbo somatico infatti è qualcosa che appare indipendente dallo stato d'animo e dalla volontà della persona che ne soffre, la quale potrebbe invece non riuscire a riconoscere il proprio disagio psichico come tale.
In effetti i disturbi del sonno e quelli dell'appetito sono quelli di gran lunga più frequenti.

Fino ad oggi il disturbo del sonno è stato trattato con ansiolitici e/o ipnotici, attualmente si fa molto uso anche della melatonina, presentata come integratore alimentare, ma ecco affacciarsi la possibilità di induzione ipnica senza uso di sedativi. Uno studio della Buffalo University ha consentito l'individuazione del circuito neuronale responsabile del sonno profondo (sarebbe la cosiddetta fase 4 del sonno lento): questo nucleo neuronale è stato localizzato nella zona PZ del tronco encefalico (una parte dell'encefalo che normalmente regola funzioni vitali, quali: pressione, temperatura e respirazione) si tratta di neuroni GABAergici che quando stimolati inducono istantaneamente un sonno profondo.
La sperimentazione è stata condotta su animali e l'attivazione selettiva della specifica popolazione neuronale individuata si è rivelata un potente induttore del sonno profondo. Lo studio, curato in particolare da Patrik M Fuller è stato pubblicato su Nature neuroscience.

Resta solo da chiedersi chi potrebbe preferire una elettrostimolazione all'ansiolitico.
Il ciclo completo del sonno, comunque si compone di diverse fasi, non solo del sonno profondo e non resta dunque che attendere gli ulteriori sviluppi di questo filone di ricerca.




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