C'è speranza: il WMO registra un recupero dello strato di Ozono
La buona notizia è stata comunicata il 10 settembre: secondo la valutazione del WMO il pianeta Terra avrebbe imboccato la strada giusta che potrebbe portare ad un recupero dello strato protettivo di ozono atmosferico.
L'ozonosfera è quello strato dell'atmosfera terrestre che ha la proprietà di assorbire alcune radiazioni nocive provenienti dal sole, nello specifico parliamo di radiazioni ad alta frequenza (ultravioletti) che vengono almeno in parte bloccati dallo strato di ozono: l'assottigliamento e la formazione di cosiddetti buchi dell'ozono, dovuti ad inquinanti ad effetto distruttivo sull'ozonosfera hanno da tempo allertato gli studiosi, ma sembra che ora, grazie ad una azione concertata a livello internazionale sia possibile un recupero nei prossimi decenni.
La valutazione è positiva da parte di 300 studiosi della materia: si tratta della prima pubblicazione in quattro anni dall'inizio di un programma di contenimento della emissione di inquinanti nocivi allo strato di ozono.
In assenza degli accordi condivisi nel protocollo di Montreal, gli inquinanti che danneggiano l'ozono sarebbero aumentati di 10 volte entro il 2050, invece rispettando gli accordi internazionali in materia si prevede che entro il 2030 potranno essere evitati due milioni di caso di cancro della pelle, oltre che lesioni oculari, danni al sistema immunitario umano, alla fauna ed all'agricoltura. Secondo il direttore esecutivo dellUNEP (Nazioni Unite per l'ambiente) il protocollo di Montreal sta raggiungendo il successo nel suo intento protettivo dell strato di ozono e secondo le previsioni l'ozonosfera dovrebbe rientrare ai livelli del 1980 entro la metà del secolo.
Lo strato di ozono si è assottigliato negli anno '80 e '90 mentre è stabile a partire dal 2000: ora sembra che ci si avvii sulla strada del recupero, malgrado questo tuttavia il buco dell'ozono continua a comparire in Antartide ad ogni primavera e ci si attende che il fenomeno persista nella prima metà di questo secolo in quanto gli inquinanti lesivi (alogeni, cromo e bromo) resistono a lungo nell'atmosfera, malgrado la cessazione delle emissioni.
Il percorso davanti è tuttavia ancora lungo ed il destino dello strato d'ozono e del pianeta nei prossimi anni sono legati alla quantità di emissione di altri inquinanti come il metano, l'anidride carbonica ed il protossido di azoto, i principali gas serra.
L'ozonosfera è quello strato dell'atmosfera terrestre che ha la proprietà di assorbire alcune radiazioni nocive provenienti dal sole, nello specifico parliamo di radiazioni ad alta frequenza (ultravioletti) che vengono almeno in parte bloccati dallo strato di ozono: l'assottigliamento e la formazione di cosiddetti buchi dell'ozono, dovuti ad inquinanti ad effetto distruttivo sull'ozonosfera hanno da tempo allertato gli studiosi, ma sembra che ora, grazie ad una azione concertata a livello internazionale sia possibile un recupero nei prossimi decenni.
La valutazione è positiva da parte di 300 studiosi della materia: si tratta della prima pubblicazione in quattro anni dall'inizio di un programma di contenimento della emissione di inquinanti nocivi allo strato di ozono.
In assenza degli accordi condivisi nel protocollo di Montreal, gli inquinanti che danneggiano l'ozono sarebbero aumentati di 10 volte entro il 2050, invece rispettando gli accordi internazionali in materia si prevede che entro il 2030 potranno essere evitati due milioni di caso di cancro della pelle, oltre che lesioni oculari, danni al sistema immunitario umano, alla fauna ed all'agricoltura. Secondo il direttore esecutivo dellUNEP (Nazioni Unite per l'ambiente) il protocollo di Montreal sta raggiungendo il successo nel suo intento protettivo dell strato di ozono e secondo le previsioni l'ozonosfera dovrebbe rientrare ai livelli del 1980 entro la metà del secolo.
Lo strato di ozono si è assottigliato negli anno '80 e '90 mentre è stabile a partire dal 2000: ora sembra che ci si avvii sulla strada del recupero, malgrado questo tuttavia il buco dell'ozono continua a comparire in Antartide ad ogni primavera e ci si attende che il fenomeno persista nella prima metà di questo secolo in quanto gli inquinanti lesivi (alogeni, cromo e bromo) resistono a lungo nell'atmosfera, malgrado la cessazione delle emissioni.
Il percorso davanti è tuttavia ancora lungo ed il destino dello strato d'ozono e del pianeta nei prossimi anni sono legati alla quantità di emissione di altri inquinanti come il metano, l'anidride carbonica ed il protossido di azoto, i principali gas serra.
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