Donne: un destino di servitù
17/06/2013
Un paio di giorni fa si è parlato di questo giovane di Scampia (a Napoli) che ha ucciso la madre nel corso di una violenta lite, massacrandola di botte in effetti, anche se i motivi del decesso sono da chiarire con l'autopsia: la donna aveva problemi di salute ed è possibile che abbia avuto un malore legato allo spavento ed alla forte emozione.
Non che la differenza sia proprio abissale, ma potrebbe non essere stata uccisa dalle botte: il fatto risale a sabato scorso.
Già domenica l'uomo ha spiegato alla polizia di avere aggredito la madre perché questa si era rifiutata di prendergli un bicchiere d'acqua ...
C'è un bel dire che il giovane è un tossico, che il legame sarà stato alterato, benché illazioni su questo genere siano scorrette, ma di fatto non era che un bicchiere d'acqua ... una richiesta di accudimento o una pretesa di servitù?
E fino a che punto è possibile distinguere le cose se vi è di mezzo una relazione diciamo così "affettiva"?
Certo vi sarà l'aggravante dei "futili motivi", perché il motivo era futile, invero, a fronte della vita di una donna e di una madre ...
Ma non è questo il primo caso: in gennaio scorso in provincia di Treviso, un uomo che non era tossico, ma una persona diciamo così "normale" ha tentato di uccidere la moglie, anche con premeditazione, aspettandola, poi soffocandola e bruciandola nell'auto perché non gli aveva lavato la tuta del calcetto ...
Certo si tratta di persone che hanno bisogno di molta attenzione, molta cura, molto controllo e completo dominio sul loro oggetto di desiderio, non dirò oggetto d'amore: sarebbe difficile dirlo ...
C'è bisogno anche di una certa convinzione di starsi muovendo in fondo in una propria area di diritto: ancora oggi il sesso maschile, come una sorta di sangue blu ricevuto alla nascita dà diritto a fruire (gratuitamente) della servitù femminile.
Il lavoro di cura familiare e domestico, infatti, ancora grava prevalentemente sulle donne nella maggior parte dei nuclei familiari, anche laddove la responsabilità economica viene invece condivisa: una forma di sfruttamento meschino in verità, anche senza bisogno di uccidere.
Un paio di giorni fa si è parlato di questo giovane di Scampia (a Napoli) che ha ucciso la madre nel corso di una violenta lite, massacrandola di botte in effetti, anche se i motivi del decesso sono da chiarire con l'autopsia: la donna aveva problemi di salute ed è possibile che abbia avuto un malore legato allo spavento ed alla forte emozione.
Non che la differenza sia proprio abissale, ma potrebbe non essere stata uccisa dalle botte: il fatto risale a sabato scorso.
Già domenica l'uomo ha spiegato alla polizia di avere aggredito la madre perché questa si era rifiutata di prendergli un bicchiere d'acqua ...
C'è un bel dire che il giovane è un tossico, che il legame sarà stato alterato, benché illazioni su questo genere siano scorrette, ma di fatto non era che un bicchiere d'acqua ... una richiesta di accudimento o una pretesa di servitù?
E fino a che punto è possibile distinguere le cose se vi è di mezzo una relazione diciamo così "affettiva"?
Certo vi sarà l'aggravante dei "futili motivi", perché il motivo era futile, invero, a fronte della vita di una donna e di una madre ...
Ma non è questo il primo caso: in gennaio scorso in provincia di Treviso, un uomo che non era tossico, ma una persona diciamo così "normale" ha tentato di uccidere la moglie, anche con premeditazione, aspettandola, poi soffocandola e bruciandola nell'auto perché non gli aveva lavato la tuta del calcetto ...
Certo si tratta di persone che hanno bisogno di molta attenzione, molta cura, molto controllo e completo dominio sul loro oggetto di desiderio, non dirò oggetto d'amore: sarebbe difficile dirlo ...
C'è bisogno anche di una certa convinzione di starsi muovendo in fondo in una propria area di diritto: ancora oggi il sesso maschile, come una sorta di sangue blu ricevuto alla nascita dà diritto a fruire (gratuitamente) della servitù femminile.
Il lavoro di cura familiare e domestico, infatti, ancora grava prevalentemente sulle donne nella maggior parte dei nuclei familiari, anche laddove la responsabilità economica viene invece condivisa: una forma di sfruttamento meschino in verità, anche senza bisogno di uccidere.
Senza dubbio si tratta di casi mai diagnosticati, ma è pur vero che non c'è una cultura del rispetto per il femminile ingenere.
RispondiEliminaEvidentemente la cultura del rispetto non c'è, ma persiste quella dell'attribuzione di un ruolo superato dai fatti alla donna.
RispondiElimina