Lunedì di passione
24/06/2013
Fermi e zitti! Non parlate, so già cosa state per dire: "non era il venerdì quello di passione?".
Non sono sicura: potreste anche aver ragione, non mi ricordo, del resto si tratta di cose vecchie e nella vita tutto cambia dall'oggi al domani, figuriamoci in 2.000 anni.
Certo duemila anni fa e passa sarà stato pure di venerdì, come voi dite, ma ora è di lunedì, sempre perché la domenica è festa e per molti anche il sabato.
Iddio si riposò la domenica, ma se avesse potuto riposarsi anche il lunedì la cosa non gli avrebbe fatto mica schifo: è che la gente lo chiama in continuazione per questo e quello, manco ce lo avessero a tutto servizio, ma lui di lunedì c'ha mal di testa e nella sua bontà infinita, preferirebbe tuttavia non avere rotture di scatole.
Naturale! Ma oggi poi tutti aspettano la sentenza, manco quella divina, ma terrena per Silvio Berlusconi e Boccassini non si è presentata, avrà avuto mal di testa anche lei: effetti della intossicazione da piombo a furia di rigirarsi certe lettere tra le mani. Lei avrà pensato: vada come vada, meglio non farsi trovare nei paraggi. Intanto la gente prega chi in un modo e chi nell'altro, tanto che con tutta l'onnipotenza di questo e pure di quell'altro mondo ad accontentare tutti non è affare da poco: figurarsi i giudici togati che se gli levi la toga restano nudi come vermi sulla terra.
Non tutti saranno contenti, anzi forse proprio nessuno, a prescindere!
E così tutto è nelle mani del Signore, quale che sia il giudizio dei magistrati, che se pure uno non lo vuole sapere lo deve sapere per forza e la cosa va in mondovisione.
Roba assai succosa: concussione e prostituzione minorile. Un uomo di Stato: pensa te!
Ma cosa cambia? Quel che è stato è stato, ormai e le ragazze sono tenute bene e foraggiate a dovere: certo non sono loro a lamentarsi, che anzi tutte si dicono perdutamente innamorate, tant'è l'amore è cieco, come sanno tutti, e pecunia non olet notoriamente (specie ai nostri politici la cosa è notoria) appunto.
Fermiamoci a guardare la corsa forsennata a chi riesce a dirlo prima: assolto o condannato, che volete che sia? Il popolo ha già scelto Barabba e questa è una roba di quelle che pure gli fanno attaccare il mal di testa al padre eterno e sta lì sempre a domandarsi: cosa avrò sbagliato?
Per lui non c'è nessuna risposta, solo il canto degli angeli, di cui manco si conosce il sesso, tanto che sono disinteressati all'argomento e invece in terra non si parla d'altro.
Dicono che il governo è appeso al filo della sentenza e gli tocca l'agilità acrobatica del funambolo che ha attraversato il Grand Canyon: l'avete sentita? Figurarsi Letta con la sua faccia di mite chierichetto, sulla corda a quel modo: che cattiveria! Ci sta che chierichetto e buono sull'IVA non arretra, ma sì, morto di fame in più, morto meno, lui va per la sua strada e tutto di conseguenza che quest'IVA non si sa chi la vuole: Letta rimanda a Berlusconi e Berlusconi a Monti, fatto sta che dopo aver promesso mari e monti lo metteranno sempre a quel servizio a chi lavora, donnina più donnina meno.
Fermi e zitti! Non parlate, so già cosa state per dire: "non era il venerdì quello di passione?".
Non sono sicura: potreste anche aver ragione, non mi ricordo, del resto si tratta di cose vecchie e nella vita tutto cambia dall'oggi al domani, figuriamoci in 2.000 anni.
Certo duemila anni fa e passa sarà stato pure di venerdì, come voi dite, ma ora è di lunedì, sempre perché la domenica è festa e per molti anche il sabato.
Iddio si riposò la domenica, ma se avesse potuto riposarsi anche il lunedì la cosa non gli avrebbe fatto mica schifo: è che la gente lo chiama in continuazione per questo e quello, manco ce lo avessero a tutto servizio, ma lui di lunedì c'ha mal di testa e nella sua bontà infinita, preferirebbe tuttavia non avere rotture di scatole.
Naturale! Ma oggi poi tutti aspettano la sentenza, manco quella divina, ma terrena per Silvio Berlusconi e Boccassini non si è presentata, avrà avuto mal di testa anche lei: effetti della intossicazione da piombo a furia di rigirarsi certe lettere tra le mani. Lei avrà pensato: vada come vada, meglio non farsi trovare nei paraggi. Intanto la gente prega chi in un modo e chi nell'altro, tanto che con tutta l'onnipotenza di questo e pure di quell'altro mondo ad accontentare tutti non è affare da poco: figurarsi i giudici togati che se gli levi la toga restano nudi come vermi sulla terra.
Non tutti saranno contenti, anzi forse proprio nessuno, a prescindere!
E così tutto è nelle mani del Signore, quale che sia il giudizio dei magistrati, che se pure uno non lo vuole sapere lo deve sapere per forza e la cosa va in mondovisione.
Roba assai succosa: concussione e prostituzione minorile. Un uomo di Stato: pensa te!
Ma cosa cambia? Quel che è stato è stato, ormai e le ragazze sono tenute bene e foraggiate a dovere: certo non sono loro a lamentarsi, che anzi tutte si dicono perdutamente innamorate, tant'è l'amore è cieco, come sanno tutti, e pecunia non olet notoriamente (specie ai nostri politici la cosa è notoria) appunto.
Fermiamoci a guardare la corsa forsennata a chi riesce a dirlo prima: assolto o condannato, che volete che sia? Il popolo ha già scelto Barabba e questa è una roba di quelle che pure gli fanno attaccare il mal di testa al padre eterno e sta lì sempre a domandarsi: cosa avrò sbagliato?
Per lui non c'è nessuna risposta, solo il canto degli angeli, di cui manco si conosce il sesso, tanto che sono disinteressati all'argomento e invece in terra non si parla d'altro.
Dicono che il governo è appeso al filo della sentenza e gli tocca l'agilità acrobatica del funambolo che ha attraversato il Grand Canyon: l'avete sentita? Figurarsi Letta con la sua faccia di mite chierichetto, sulla corda a quel modo: che cattiveria! Ci sta che chierichetto e buono sull'IVA non arretra, ma sì, morto di fame in più, morto meno, lui va per la sua strada e tutto di conseguenza che quest'IVA non si sa chi la vuole: Letta rimanda a Berlusconi e Berlusconi a Monti, fatto sta che dopo aver promesso mari e monti lo metteranno sempre a quel servizio a chi lavora, donnina più donnina meno.
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