Lo Stato sociale: dove vanno le nostre tasse?
L'uomo è un animale di branco, come altre specie animali: in gruppo si è più forti, si possono conquistare terre, appropriarsi di risorse alimentari ed energetiche, proteggersi a vicenda.
Lo stato di diritto è una evoluzione di questi principi e tendenze istintive.
Sono stati necessari due millenni di civiltà per giungere a stabilire quelli che sono i diritti inalienabili di ciascun individuo ed a definire quale tipo di protezione la società offre alle persone che si trovano in condizioni di disagio o difficoltà per qualche motivo.
Nel nostro paese esistono i Servizi sociali, il Servizio Sanitario Nazionale e varie forme di riconoscimento e di supporto a condizioni di disagio lesive della dignità umana.
Le tasse che noi paghiamo allo Stato dovrebbero essere utilizzate appunto per coprire le spese dei Servizi (oltre che dell'apparato organizzartivo, amministrativo e burocratico della stessa struttura statale).
Ora negli ultimi tempi sembra che le nostre tasse,invece, servano piuttosto a pagare i debiti dello Stato, o meglio parte degli interessi sul debito dello Stato e perciò, visto che le risorse non sono infinite, per risparmiare si taglia il costo dei servizi, anzi si tagliano i servizi.
I ticket sanitari sono ormai abbastanza vicini al costo delle prestazioni private, i servizi sociali risultano pressoché latitanti un pò da sempre nel meridione ed ultimamente del tutto privi di portafoglio. Chi è malato, disoccupato, povero può anche morire: non si può fare nulla.
La scuola, poi, la scuola pubblica, nata con le grandi civilissime campagne di alfabetizzazione di massa viene svilita e privata di strumenti e risorse essenziali.
Perché investire nella scuola e nei servizi? Producono reddito? No: i Servizi sono, per definizione, forme di assistenza destinate a soddisfare bisogni essenziali ed a garantire diritti umani, hanno un costo, ma ciò che producono in termini di civiltà, cultura, benessere e pace sociale è qualcosa che non può essere intascato (legittimamente) da banchieri ed industriali.
Forse è per questo che esistono tanti amministratori e politici corrotti: possibile che un tale giro di denaro possa esistere e muoversi indisturbato, senza che vi sia un padrone capace di appropriarsi di un plusvalore? In fondo questi amministratori e politici corrotti hanno solo trattato lo Stato come la propria azienda privata arrogandosi il diritto di guadagnare (illecitamente) su ogni transazione.
I debiti li hanno contratti loro e prima del carcere bisognerebbe confiscare quanto acquisito disonestamente.
Ora pagano i cittadini, soprattutto i più deboli, tassati (e tartassati) ma privati dei servizi che loro stessi finanziano con le loro tasse: è difficile che in queste situazioni possa raggiungersi la pace sociale (non a stomaco vuoto ....).
La rabbia può essere facilmente strumentalizzata dai vari leghisti e nazifascisti, che però, lasciatemelo dire, raccontano grosse balle: io al nord ho lavorato, pagavo anche meno tasse, ma avevo più servizi, le tasse che pago al sud, visto che qui i servizi lasciano molto a desiderare, probabilmente servono a finanziare quelli del lombardo-veneto ... e allora?
Il rischio di regressione civile e culturale è una realtà.
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