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Legge elettorale



Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sollecita ancora una volta i partiti a trovare un'intesa sulla legge elettorale. Lo fa attraverso una lettera indirizzata al deputato radicale Roberto Giacchetti, che da buon radicale, sta facendo lo sciopero della fame proprio per protestare contro il mancato raggiungimento dell'accordo su una tematica realmente urgente, considerata la prossimità delle elezioni e la necessità di una governabilità reale del paese nel contesto della grave crisi economica e sociale che stiamo vivendo.

I partiti fanno fatica a trovare un accordo perché chi presume di vincere vuole ottenere una maggioranza che consenta di governare tranquillamente, senza impantanarsi alle camere per ogni minuzia, invece chi non presume di vincere vuole conservare cionondimeno il proprio potere di osteggiare e paralizzare il governo, costringendolo così a venire a patti con i diversi partiti.
Questa è più di una semplice opinione, ma piuttosto la lettura più ovvia di quanto sta accadendo.
Il pomo della discordia infatti sta nel premio di maggioranza: la proposta iniziale di concedere il "premio di maggioranza" al 42,5% di voti e la relativa furia di Grillo, il tentativo di mediazione di Calderoli  con conti complicati dal 35% alla coalizione, tra il 25 ed il 35% alla lista con premi  vari e scaglionati, le contrattazioni tra Casini e Bersani su premi e premietti ... e così via.
Una cosa è chiara e si capisce: dopo il voto il peso che le diverse coalizioni avranno in parlamento con relativa possibilità di formare un governo in grado di reggere il timone per attraversare questa tempesta di recessione e crisi economica, dipende dalla normativa, la legge elettorale che verrà approvata (se mai lo sarà). Lo spettacolo è alquanto penoso e non si capisce se prevalga la scarsa fiducia reciproca nella eventuale competenza al governo o piuttosto il bieco individualismo con il desiderio di tenersi una fetta di potere, quale che sia, perché è chiaro che se lo scopo fosse il bene comune, il comune sforzo consisterebbe nel varare una legge che consenta a chi vince di governare e basta!

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