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Donne



Si parla tanto di donne: donne da copertina, escort,  operaie che rivendicano la “dignità” dei loro magri e sudati salari, guadagnati avendo in cuore l’apprensione di correre poi a casa a “badare”, donne stuprate per strada, ragazzine che spariscono,  uccise da  qualche familiare o conoscente fidato, donne che mentono e fanno pubblicità al proprio vendersi con “classe”, donne che abortiscono (ancora), donne che desiderano figli e chiedono aiuto alla scienza medica (ma devono farlo all’estero …), donne allineate, sparse, sciolte, donne di cultura, donne anziane ed adolescenti: solitudini e rotture.
 Donne tanto diverse: furbe, ingenue, manipolatrici, vittime, stupide o intelligenti, fredde o sensibili con l’unica caratteristica comune (non quello che state pensando!) di essere tutte condannate, chi dall’opinione pubblica, chi dalla quotidianità massacrante logorata dall’amara ingratitudine, chi dal maniaco di turno, chi dalla propria famiglia, chi dalla morale cattolica, chi dal proprio guazzabuglio interiore …
Donne sfruttate e sopraffatte, donne che si ribellano ed agiscono la rabbia coltivata con cura nel corso di millenni: streghe! Nella notte di halloween:
Quale occasione migliore per indossare l’antico copricapo (quello delle streghe appunto) e, riunendosi con un paio di vecchie amiche, esercitarsi a lanciare anatemi in direzioni varie, un po’ per ridere, un po’ per togliersi il gusto di mandare a quel paese certa gente che altro non merita?

No, le donne non sono tutte uguali, ma spesso si parla di “donne” come di una categoria omogenea: perché?

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