In attesa di giudizio ...
Tutti aspettiamo un giudizio: quello dei genitori, dei maestri, del professore all'interrogazione, dei superiori, dei colleghi e degli utenti al lavoro, quello dei vicini di casa, quello dei docenti universitari agli esami e perché no? Anche il giudizio universale, che ci sarà (dicono) con la fine del mondo ...
Per queste cose, già si sa che c'è da aspettare parecchio, così uno mentre aspetta pensa ai fatti suoi e fa anche tante altre cose, ma quando invece si aspetta il giudizio della legge terrena, spesso lo si deve attendere in prigione, per via di questa storia del pericolo di fuga ed inquinamento delle prove.
Un problema che certo quelli che attendono il giudizio divino non avranno mai.
Quanto tempo bisogna aspettare questo giudizio?
Cognizione comune è il fatto che le nostre carceri sono sovraffollate ed al loro interno si vive in condizioni di serio disagio. Allora in Italia i detenuti in attesa di giudizio rappresentano poco più del 40% della popolazione carceraria, dico: quasi la metà! Negli altri paesi civili questa percentuale non supera il 20%, spesso è parecchio al di sotto.
Dunque è vero che è necessaria una riforma della giustizia e delle carceri, perché alla fine questa lentezza, oltre ad avere un costo elevato in termini umani di sofferenza ed etici di reale giustizia (se poi uno risultasse innocente?) credo che abbia un costo notevole anche sotto il profilo economico, intendo per mantenere tanta gente nell'albergo di stato ...
Tutto questo mi ricorda il noto film di Alberto Sordi "detenuto in attesa di giudizio".
Il fatto è che se voi mettete tanti topolini in una scatola: quando lo spazio e le risorse non sono sufficienti per tutti, quelli cominceranno ad azzannarsi e sbranarsi tra loro: in fondo è quello che fanno anche gli esseri umani in condizioni ambientali sfavorevoli. Non che le prigioni ospitino normalmente degli stinchi di santo, ma è evidente che il sovraffollamento ed il disagio possono acuire ed esasperare dinamiche relazionali improntate alla aggressività ed alla sopraffazione.
In effetti diventa una lotta per la sopravvivenza (in barba alla rieducazione).
Ciò dimostra che la giustizia non ha bisogno di essere penalizzata con tagli di risorse, né appesantita con quarti, quinti e centesimi gradi di giudizio.
La giustizia ha bisogno di essere invece alleggerita e facilitata nelle procedure, perché la giustizia è per tutti e dovrebbe essere per tutti uguale ...
Per queste cose, già si sa che c'è da aspettare parecchio, così uno mentre aspetta pensa ai fatti suoi e fa anche tante altre cose, ma quando invece si aspetta il giudizio della legge terrena, spesso lo si deve attendere in prigione, per via di questa storia del pericolo di fuga ed inquinamento delle prove.
Un problema che certo quelli che attendono il giudizio divino non avranno mai.
Quanto tempo bisogna aspettare questo giudizio?
Cognizione comune è il fatto che le nostre carceri sono sovraffollate ed al loro interno si vive in condizioni di serio disagio. Allora in Italia i detenuti in attesa di giudizio rappresentano poco più del 40% della popolazione carceraria, dico: quasi la metà! Negli altri paesi civili questa percentuale non supera il 20%, spesso è parecchio al di sotto.
Dunque è vero che è necessaria una riforma della giustizia e delle carceri, perché alla fine questa lentezza, oltre ad avere un costo elevato in termini umani di sofferenza ed etici di reale giustizia (se poi uno risultasse innocente?) credo che abbia un costo notevole anche sotto il profilo economico, intendo per mantenere tanta gente nell'albergo di stato ...
Tutto questo mi ricorda il noto film di Alberto Sordi "detenuto in attesa di giudizio".
Il fatto è che se voi mettete tanti topolini in una scatola: quando lo spazio e le risorse non sono sufficienti per tutti, quelli cominceranno ad azzannarsi e sbranarsi tra loro: in fondo è quello che fanno anche gli esseri umani in condizioni ambientali sfavorevoli. Non che le prigioni ospitino normalmente degli stinchi di santo, ma è evidente che il sovraffollamento ed il disagio possono acuire ed esasperare dinamiche relazionali improntate alla aggressività ed alla sopraffazione.
In effetti diventa una lotta per la sopravvivenza (in barba alla rieducazione).
Ciò dimostra che la giustizia non ha bisogno di essere penalizzata con tagli di risorse, né appesantita con quarti, quinti e centesimi gradi di giudizio.
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