Deiulemar a Torre Del Greco
Non è facile spiegare cosa ha rappresentato la Deiulemar in questa città. Questa è una cittadina che da secoli vive sul mare e del mare: tutt'ora una buona parte degli uomini lavora sulle navi con imbarchi della durata di diversi mesi. A casa restano mogli e figli soli, spesso anche nei giorni di festa. I fondatori della Deiulemar erano armatori, gente molto ricca, che ha goduto di una posizione di grande prestigio in città. Hanno offerto per anni (per 45 anni esattamente dal 1967 fino allo scorso maggio) la possibilità di investimenti nella loro compagnia e, fino ad un certo punto, hanno onorato i loro impegni. Questo va detto per amore di verità: non erano i truffatori che si sono rivelati in questa generazione, né coloro che hanno affidato i propri risparmi erano ingenui e sprovveduti.
Il fatto è che mantenere in piedi un'impresa di quelle dimensioni richiede molto lavoro: quel genere di cosa che contribuisce a favorire ulcere e infarti nelle persone che si occupano di affari.
Richiede meno impegno, invece la filosofia di "prendi i soldi e scappa" con la variante che nel film di Woody Allen il protagonista non era che un povero diavolo sfortunato, invece i Della Gatta, i Lembo e gli Iuliano di sicuro non saranno ridotti sul lastrico: sono gli unici a sapere dove sono finiti i risparmi delle tante persone derubate.
Chi gli aveva affidato la liquidazione, chi i soldi messi da parte per pagare il matrimonio dei figli: gente che è rimasta privata di tutto. Già da questa estate accade periodicamente che il traffico cittadino resti bloccato per le manifestazioni della gente che protesta contro di loro. Alla morte di Michele Iuliano, la rabbia della gente è arrivata fino al camposanto: un oltraggio inaccettabile, certo, come del resto è inaccettabile l'oltraggio alla povera gente che si è fidata di loro, come è inaccettabile l'arroganza di chi si crede al di sopra di ogni legge umana oltre che giuridica. Il vecchio Iuliano comunque probabilmente non era il primo responsabile della frode ed in tutti i casi la morte va rispettata. Nessuno di noi è, né vuole essere, al di sopra delle leggi umane.
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